di Lorenzo Ambrosetti
Si è parlato in questi ultimi tempi di un rinnovato interesse per la partecipazione politica, che ha toccato gruppi di persone, più o meno organizzate, con orientamenti a volte anche diversi, che hanno animato ed animano la vita politica del Paese.
Il riferimento più diretto, a livello nazionale, è dato dal Movimento Cinque Stelle e, a livello regionale, dal Movimento dei Forconi.
Ciò che accomuna questi movimenti, sorti in un periodo molto difficile per la vita politica del Paese, è la ribellione nei confronti di un certo modo di fare politica, di cui sono portatori i partiti tradizionali, che si considerano chiusi, al loro interno, da logiche di casta, e non aperti alla società civile ed alle istanze più autenticamente democratiche provenienti direttamente dal popolo.
La letteratura individua almeno tre forme di partecipazione politica.
Con la prima forma ci si limita ad un recepimento passivo delle istanze che provengono dalla società e ci si limita alla presenza a riunioni o allesposizione volontaria a messaggi politici.
La seconda forma coinvolge più direttamente loperatore che svolge determinati compiti che gli vengono delegati dal gruppo dirigente o se ne fa promotore egli stesso. Questa figura ricorre quando si fa opera di proselitismo, quando ci si impegna in campagne elettorali, quando si diffonde la stampe di partito, quando si partecipa a manifestazioni di protesta e così via.
Lultima forma, e potremo anche dire la più comune, si ha con il contributo, per lo più indiretto, ad una decisione politica. Si tratta della scelta, per il tramite del meccanismo elettorale, del personale politico, ossia della classe politica che, per un dato periodo di tempo, resterà al governo del Paese.
Una società democratica dovrebbe contenere al suo interno un alto grado di partecipazione politica. Ciò presuppone alcune condizioni. Dovrebbe esserci una cittadinanza realmente informata sugli avvenimenti politici, una stampa libera da condizionamenti, mass-media in grado di far sentire autonomamente la loro voce.
La realtà è assai diversa. Poche persone si interessano veramente di politica, la stampa è per lo più asservita a questo o quel partito politico o gruppo di pressione (sotto questo profilo, l’informazione on line sta creando aree di libertà prima sconosciute), i mass-media classici distruggono (tranne rare eccezioni ) linformazione con un livello qualitativo che in Italia ha toccato punte di bassezza assoluta.
Mai come oggi si assiste alla frantumazione dellart.1 della Costituzione che recita espressamente come la sovranità appartenga al popolo.
La realtà è che, se non si arriva ad un vero ricambio della classe politica, che è la stessa da generazioni, per lo più fatta di persone riciclate dalla cosiddetta ‘Prima Repubblica’, che mirano esclusivamente alla conservazione dei propri privilegi personali e relative posizioni di potere, le cose non potranno cambiare.
Occorre linfa nuova, che le nuove generazioni contestino, come avveniva nel 68, i loro padri e i loro padroni, e che, partecipando più attivamente alla gestione della cosa pubblica, riportino la creatività e limmaginazione al potere.
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