Quando una squadra vince grazie ai gol di giocatori subentrati dalla panchina è lecito chiedersi: ha vinto l’allenatore azzeccando i cambi o lo stesso allenatore ha sbagliato la formazione iniziale? L’ago della bilancia, osservando gli sviluppi di Palermo-Biancavilla, indica la prima opzione perché con il senno di poi è facile sostenere che Silipo e Lucca, i due marcatori, avrebbero potuto giocare dal primo minuto. Ipotesi da non scartare a priori ma che certamente non avrebbe tenuto conto di determinate gerarchie (Sforzini in prima fila e dietro un Ricciardo convalescente) e del rispetto di preziosi equilibri all’interno dello spogliatoio. Ecco perché ci sembra corretto dare i giusti meriti a Pergolizzi che, dopo un primo tempo deludente vivacizzato di fatto solo dal palo colpito dagli ospiti con Aloia in diagonale, nella seconda frazione di gioco ha letto bene la partita e ha indovinato le mosse con l’ingresso dei due Under che hanno spostato l’asse dell’incontro dalla parte della capolista.
Siamo sempre più convinti che il calcio sia una materia davvero strana in cui vale tutto e il contrario di tutto. Il Palermo non incanta? Pergolizzi ancora non ha saputo dare un gioco alla squadra? Le critiche mosse da molti tifosi sono anche legittime perché obiettivamente i rosanero faticano a esprimere una manovra fluida e brillante ma, numeri alla mano, cosa si può dire ad una squadra che ha fatto 60 punti in 24 partite vincendo 19 volte e che contro il Biancavilla ha conquistato la quinta affermazione di fila, la sesta nelle ultime sette gare, e la terza consecutiva in casa senza subire gol? E cosa si può dire a un tecnico come Pergolizzi che, come capitato altre volte come ad esempio con il Marsala nella prima giornata di ritorno, indovina i cambi schierando a partita in corso giocatori in grado di cambiare l’inerzia e lasciare un segno tangibile? E’ chiaro che conta molto il materiale umano che uno ha a disposizione ma, a proposito della sfida odierna, è innegabile a prescindere dalla bellezza delle trame disegnate dal collettivo che l’allenatore palermitano abbia avuto intuizioni felici pescando dal mazzo due jolly che hanno fatto la differenza.
Da antologia, in particolare, lo spezzone di gara dell’attaccante romano classe 2001 autore da posizione defilata, sugli sviluppi di un corner, di uno splendido gol alla Dybala con una parabola di interno sinistro finita sotto il sette della porta difesa da Genovese e poi anche del cross rasoterra (in seguito a uno stop di pregevole fattura) capitalizzato dall’attaccante Lucca all’esordio con la maglia rosanero, diciottesimo marcatore di un Palermo che sta lasciando il segno anche come cooperativa del gol e che a ritmo di record ha iniziato a orientare la prua verso lo scontro diretto del 22 marzo in casa del Savoia. In questo girone di serie D, però, non c’è solo la formazione campana perché anche squadre bene organizzate come il Biancavilla possono dare del filo da torcere e dimostrare di essere competitive al di là di un ruolino esterno deficitario (gli uomini guidati da Mascara, ex di turno ma soprattutto ex Catania apostrofato oggi più di una volta dalla Curva Nord con dei cori ad personam, hanno rimediato al Barbera la settima sconfitta consecutiva fuori casa) e di una tranquillità mentale dettata da una posizione in classifica al riparo da brutte sorprese.
Se n’è accorto il Palermo che, prima di incanalare il match sui propri binari, non era riuscito (soprattutto in un primo tempo giocato sotto ritmo) a trovare la chiave necessaria per impensierire un avversario messo bene in campo. Che al Barbera, stadio in cui assieme ai suoi ‘salvatori’ ha assistito alla gara in qualità di ospite della società anche il ragazzo di origini senegalesi vittima nei giorni scorsi in città di un’aggressione razzista, ha pagato a caro prezzo l’inesperienza di molti giovani, tecnicamente bravi ma a disagio nella lettura ed interpretazione di certe situazioni, soprattutto in un paio di ripartenze potenzialmente letali, attraverso le quali avrebbero potuto imporsi sui padroni di casa. La differenza l’ha fatta la panchina del Palermo e, contestualmente, la verve di giovani che proprio in una delle giornate in cui è mancato il contributo di diversi Over (Martin e Martinelli, ad esempio, a centrocampo non hanno dato gli input giusti e Floriano in attacco si è intestardito con azioni individuali poco funzionali alle esigenze del gruppo) hanno avuto la capacità di prendere per mano la squadra e trascinarla alla vittoria. Bravo, dunque, Pergolizzi ma nello stesso tempo fortunato ad avere un organico composto da elementi di qualità e che, ancora di più adesso rispetto alla prima parte della stagione, offre molte soluzioni.
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