Una lettera aperta indirizzata al ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, in favore della sigaretta elettronica. È liniziativa presentata questa mattina al rettorato dellUniversità di Catania dalla Liaf, Lega italiana anti fumo, dopo avere lanciato una petizione on line che ha raggiunto quasi 6000 firme a favore del nuovo metodo per fumare. «È stata fatta una informazione errata che fa percepire il rischio della sigaretta elettronica come quello della sigaretta normale e invece non è così.», afferma il direttore scientifico di Liaf, nonché docente dellUniversità etnea e direttore dellunità operativa complessa di Medicina interna e d’urgenza del policlinico Vittorio Emanuele, Riccardo Polosa. «Pensiamo invece che se con il tabacco abbiamo un rischio pari a 100, con quella elettronica lo stesso rischio si abbassa a quattro. È notevole la differenza», dice.
La campagna della Lega anti fumo non si limita alla lotta contro il tabagismo, «che come ci dice lEuropa è il più grave pericolo per la salute», afferma Lidia Proietti, presidente Liaf. Se infatti da una parte tenta si limitare luso della sigaretta fatta di tabacco, dallaltro sponsorizza la sigaretta elettronica come mezzo alternativo della lotta al fumo. «Per molti è lunico modo di smettere di fumare conservando la ritualità del gesto, molto difficile da superare», aggiunge la presidentessa di Liaf, Lidia Proietti.
Se profondamente diverse sono le due sigarette, anche la loro regolamentazione dovrebbe esserlo secondo la Liaf. «Ogni anno la sanità spende tra il 30 e il 35 per cento del suo budget per malattie correlate al fumo ed è ovvio che la sigaretta elettronica che abbatte questi costi non può essere regolamentata allo stesso modo», dichiara il responsabile del centro per la prevenzione e la cura del tabagismo, Pasquale Caponnetto.
Partendo da questo dato e da quelli diffusi dallIstituto superiore di sanità – secondo cui grazie a questi prodotti si è assistito a una notevole contrazione delluso di tabacco in Italia la Liaf chiede al ministro di intervenire sulla regolamentazione relativa. «Dovrebbe fare proprie le nostre considerazioni e soprattutto impegnarsi per una maggiore sicurezza in questo campo. Speriamo che loperato del tavolo tecnico appositamente istituito sia davvero efficace», conclude Polosa.
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