Tre mesi di controlli serrati a partire da stasera, un totale di 26 aree sensibili già individuate e un piano interforze che coinvolgerà carabinieri, guardia di finanza e polizia. Un blocco unico che entrerà in azione in modo progressivo con due fasi. L’obiettivo è contrastare l’illegalità diffusa che asfissia il capoluogo etneo senza però pensare «a una dichiarazione di guerra».
Le modalità operative del progetto Catania sicura sono state spiegate questa mattina durante una conferenza stampa convocata dal prefetto Claudio Sammartino. Sotto la lente d’ingrandimento non poteva mancare la questione movida. Dopo i fatti di cronaca dei mesi scorsi: dall’accoltellamento di un turista polacco al caso della ragazza statunitense stuprata ad opera di tre catanesi.
«La vita notturna deve essere intesa come un fattore positivo per questa città», chiosa Sammartino. Illustrando alcune delle fasi operative: «Ci sarà particolare attenzione per contenere tutte quelle forme che turbano l’ordine pubblico». Parole che fanno da eco a quelle pronunciate dal nuovo questore Mario Della Cioppa, arrivato ai piedi dell’Etna dopo l’esperienza a Foggia. «Ci sarà tolleranza zero nei confronti di tutti quei comportamenti che rappresentano violazioni basilari del codice». Tra questi l’andare in moto senza casco o il mancato utilizzo della cintura di sicurezza. Occhi aperti anche nei confronti dei parcheggiatori abusivi e dei tanti mezzi sprovvisti di copertura assicurativa. «Abbiamo fatto una sorta di ricognizione nei giorni scorsi – continua il questore -. E questa è una vera e propria esigenza già rilevata dal prefetto prima del mio arrivo».
Entro l’estate verrà portata a termine pure la
mappatura delle telecamere. Un gruppo di tecnici sta lavorando a questo e l’obiettivo dichiarato è quello di mettere tutto «a sistema». Così da avere una coperture maggiore e coordinata degli occhi elettronici. Quest’ultima sarà la cosiddetta fase due, ritenuta fondamentale per garantire il controllo del territorio.
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