Sicilia in Digitale, contributi a fondo perduto alle imprese Manca una settimana al nuovo click day della Regione

«L’importante è che le regole del gioco siano chiare e che venga data la possibilità a tutti di accedere al sistema, senza gli intoppi che più volte si sono registrati con le procedure on-line». Manca una settimana all’apertura dei termini per chiedere il contributo a fondo perduto che la Regione Siciliana ha previsto per le micro, piccole e medie imprese interessate a promuovere la propria immagine fuori dai confini regionali, sfruttando le potenziali offerte dal digitale. Tra la possibilità di rifare i siti web, implementare sezioni dedicate all’e-commerce e finanziare azioni di marketing. L’attesa interessa sia i potenziali beneficiari che i professionisti e consulenti incaricati dalle aziende per occuparsi dell’invio delle domande. Tra loro anche Sergio Amato, commercialista di Barcellona Pozzo di Gotto. 

«Già da tempo abbiamo contattato i nostri clienti per informarli dell’opportunità, adesso serve preparare i documenti da presentare sulla piattaforma della Regione e poi affidarsi al click day che scatterà alle 10 del 30 settembre», spiega Amato a MeridioNews. L’espressione click day richiama ricordi di certo non positivi. Negli ultimi anni – tanto sotto il governo Crocetta quanto con l’attuale giunta Musumeci – non sono state poche le occasioni in cui l’afflusso dell’utenza ha mandato in tilt i siti della Regione. «Il timore che potrebbe ricapitare sinceramente c’è, anche perché prevediamo che saranno migliaia le richieste che arriveranno», commenta Amato. 

In merito al numero di potenziali beneficiari fare una previsione non è semplice. Ma le maglie dell’avviso preparato dal Servizio 4 del dipartimento regionale Attività produttive non sono fitte: a eccezione delle imprese che operano nel settore del turismo, della pesca e dell’acquacoltura, delle coltivazioni agricole permanenti o non permanenti, la possibilità di accedere ai fondi è aperta pressoché a tutti. I fondi a disposizione ammontano a 1,2 milioni di euro e ogni beneficiario potrà ambire – in base al tipo di intervento che vorrà essere finanziato – a ricevere dal 70 all’85 per cento dell’investimento. Quest’ultimo dovrà essere di un valore compreso tra cinquemila e diecimila euro. «Il mio auspicio è che il fondo possa essere aumentato, per riuscire ad aiutare tutte le realtà che avrebbero titolo a ricevere il contributo credo servirebbero almeno sette milioni di euro», conclude Amato.

La Regione Siciliana, intanto, ieri ha diffuso un documento con dei chiarimenti. Nei giorni scorsi, in molti avevano sollevato perplessità sulla vaghezza del concetto di «prodotto siciliano». Ruota attorno a questa espressione il principale requisito per accedere al bonus. Per la Regione si intende qualsiasi «bene o servizio di cui sia realizzata, in Sicilia, almeno una fase del processo produttivo destinato a soddisfare un determinato target di mercato». Tale definizione aveva portato a ipotizzare che l’avviso escludesse il settore del commercio, tuttavia tra i chiarimenti forniti dal dipartimento Attività produttive si legge che potranno fare richieste del contributo anche centri commerciali o negozi all’ingrosso che trattano prodotti non siciliani. L’importante è che siano operative in Sicilia. 

Un passaggio fondamentale per potere accedere al beneficio è che il servizio per cui si chiede il contributo venga fornito da società e professionisti che abbiano comprovate e specifiche competenze in informatica e in un comunicazione e marketing digitale. «Ai fini dell’ammissibilità della spesa – si legge nell’avviso – l’impresa beneficiaria del contributo pubblico unitamente al preventivo di spesa, nel quale vengono dettagliate le voci di spesa e i relativi costi, dovrà acquisire anche il curriculum vitae del soggetto fornitore del bene-servizio».

Simone Olivelli

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