Sicilia: i fondi europei per la Cassa integrazione Che dovrebbe pagare lo Stato…

Tra qualche giorno è atteso il parere dell’Unione europea. Se Bruxelles dirà “sì” alla riprogrammazione del Fondo sociale europeo destinato alla nostra Isola (Fse) 2007-2013, una cospicua parte di queste risorse – circa 242 milioni di euro – potrà essere utilizzata per la Cassa integrazione. Il dubbio è che con questi soldi, ammesso che Bruxelles avalli la manovra – la Regione siciliana finirebbe per pagare la Cassa integrazione che dovrebbe essere sostenuta dallo Stato. Proviamo a capire cosa potrebbe succedere. 

Il Fondo sociale europeo 2007-2013 ammontava a circa 2,1 miliardi di euro. Per la cronaca, con le risorse Fse la Regione siciliana dovrebbe sostenere le politiche attive per il lavoro e la Formazione professionale. Di questi fondi, 452 milioni di euro, nel 2009 o giù di lì, sono stati ‘depositati’ a Roma e stanno tornando come risorse del cosiddetto ‘Piano Giovani’. 

Questa mossa è stata studiata a tavolino per provare a sfuggire alla rendicontazione comunitaria. Ma, a quanto pare, è fallita, perché Bruxelles vuole conto e regione anche del’utilizzazione di queste somme. E qui ci sarà da ridere, se è vero che una parte dei fondi del Piano Giovani sono stati utilizzati per foraggiare – senza evidenza pubblica, ma con affidamenti diretti – alcune società: Formez, Italia Lavoro, Ett. Parliamo della sceneggiata dei tirocini formativi, i celebri flop-day andati in scena lo scorso agosto.

La sceneggiata è ancora in piedi perché, in forza di un bizzarro parere dell’Avvocatura dello Stato (ragazzi, come rideremo quando questi signori rendiconteranno la spesa del Piano Giovani a Bruxelles!), questi tirocini formativi, in un modo o nell’altro verranno assegnati, confermando gli affidamenti diretti alle società su indicate. Picciuli pi tutti, come si dice dalle nostre parti. 

Non contenti di aver trasferito a Roma i già citati 452 milioni dell’Fse per poi farli tornare sotto forma di Piano Giovani, il Governo regionale, nei mesi scorsi, ha rifatto la stessa operazione con altri 400 milioni di euro. Soldi che dovrebbero tornare in Sicilia, supponiamo già a partire dal prossimo anno, con una sorta di Piano Giovani 2. 

Insomma, dei 2,1 miliardi stanziati dall’Unione europea per la Sicilia, 852 milioni sono stati trasferiti a Roma per organizzare i ‘giochetti’ con i Piani Giovani. Che, ribadiamo, dovranno essere comunque rendicontati, contrariamente a quanto immaginavano certi alti burocrati della Regione siciliana. 

E il resto dei soldi? Qui arriviamo alla Cassa integrazione. I fondi restanti sono stati riprogrammati. Una parte di questi – 242 milioni di cofinanziamento a carico dello Stato e della Regione – sono stati destinati alla Cassa integrazione (per la cronaca, l’Unione europea impone agli Stati e alle Regioni di cofinanziare i fondi strutturali: cofinanziamento che varia a seconda dei fondi). Quanto alla percentuale del cofinanziamento da ripartire tra Stato e Regione, di solito il primo dovrebbe metterci l’80 per cento circa, mentre il resto è a carico delle Regioni (anche se quest’anno il solito sottosegretario Graziano Delrio – quello che ha tagliato i fondi per le ferrovie al Sud – ha deciso di dimezzare il cofinanziamento dello Stato ai fondi europei). 

Ma il nostro tema, oggi, è la Cassa integrazione. Intanto, una precisazione. Il Fondo sociale europeo deve servire per politiche attive del lavoro e per la Formazione, non certo per la Cassa integrazione! Insomma, deve fare in modo che domanda e offerta di lavoro si incrocino virtuosamente, agevolando le imprese anche con interventi tesi a favorire le assunzioni; e deve formare i giovani, aprendogli la strada nel mercato del lavoro. La Cassa integrazione non c’entra nulla: questo è un ammortizzatore sociale che, in quanto tale, è a carico dello Stato. 

Invece assistiamo a un’anomalia, sempre che Bruxelles avalli quest’ennesima ingiustizia a spese della Sicilia. Assistiamo a una Regione – la Sicilia del solito Governo di Rosario Crocetta – che chiede all’Unione europea di utilizzare 242 milioni di euro per pagare la Cassa integrazione che è a carico dello Stato. Il tutto alla faccia dell’utilizzazione produttiva de fondi europei. 

Non solo. I fondi europei, per definizione, debbono essere aggiuntivi a quelli ordinari dello Stato. In Sicilia non solo lo Stato ci propina solo tagli (tagli agli investimenti nelle ferrovie, tagli agli asili nido, incredibili tagli ai Comuni e via continuando), ma adesso i fondi europei li andiamo pure ad utilizzare per sostituire la Cassa integrazione dello Stato. 

Perché 242 milioni di euro sono veramente tanti. Una montagna di soldi. Ribadiamo ancora una volta: invece di politiche attive del lavoro, invece di sostegno alle imprese siciliane agevolandole ad assumere, invece di formazione, paghiamo la Cassa integrazione, magari ai dipendenti di gruppi non siciliani che hano licenziato o che stanno licenziando. 

Nota a margine

I lettori si chiederanno: 852 milioni di Piano Giovani, 242 milioni per la Cassa integrazione (Bruxelles permettendo) e gli altri soldi dell’Fse della Sicilia che fine hanno fatto, se è vero che lo stanziamento iniziale, come già accennato, sfiorava i 2,1 miliardi di euro? 

E’ quello che ci chiediamo pure noi. Una parte non dovrebbero essere ancora spesi. E, in teoria, dovrebbero essere impegnati entro quest’anno. Degli altri non sappiamo. Forse, una parte potrebbero essere stati utilizzati per la prima annualità dell’Avviso 20. Ma non ne siamo nemmeno certi.  

Del resto, in Sicilia, la rendicontazione dei fondi europei – Fse e Piano di sviluppo rurale (Psr) – somiglia tanto alla rendicontazione dei fondi riservati della presidenza della Regione: non se ne sa nulla per definizione…             

Giulio Ambrosetti

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