Sicilia ha primato di rapaci, progetto per proteggerli Wwf: «L’Isola ha responsabilità di fronte all’Europa»

Proteggere i rapaci siciliani. Da oggi è possibile col progetto Life ConRaSi (Conservazione rapaci Sicilia), al quale partecipano il Wwf, gli assessorati regionali Agricoltura e Ambiente e l’associazione spagnola Grefa. «L’obiettivo generale del progetto – si apprende – è quello di migliorare il successo riproduttivo e, conseguentemente, lo stato di conservazione di tre importanti specie di rapaci nidificanti in Sicilia: aquila di Bonelli, capovaccaio e falco lanario».

«In Sicilia – spiega a MeridioNews Antonello Pollutri, responsabile del progetto per il Wwf – sono presenti i contingenti più importanti di queste specie, quindi l’isola ha una particolarissima responsabilità per la loro salvaguardia a livello nazionale ed europeo». Il progetto, presentato ieri mattina all’assessorato regionale all’Agricoltura, nasce per cercare di dare una risposta, attraverso una serie di azioni, a minacce che vanno dal prelievo illegale di uova e pulcini dai nidi, «che alimenta un mercato nazionale e internazionale», al disturbo in fase di riproduzione degli animali, «infastiditi da una serie di attività umane come la costruzione di strade e piste che provocano l’allontanamento dal nido, e quindi l’abbandono dei piccoli, da parte dei genitori». 

Saranno attivati dei sistemi di videosorveglianza, in modo da monitorare costantemente il territorio e prevenire i furti. «Un’altra criticità – evidenzia Pollutri – è costituita dall’avvelenamento volontario o involontario degli uccelli, dovuto al fatto che gli agricoltori molto spesso utilizzano carcasse di animali per avvelenare cani randagi, volpi e altri tipi di animali ritenuti pericolosi per i raccolti. Abbiamo un problema specifico per il capovaccaio, in quanto si tratta di un rapace necrofago che si nutre di carcasse di animali che trova sul suolo. L’evoluzione della pratica della ovinicoltura, ma non solo, ha portato a una forte riduzione di queste parti di animali delle quali si ciba l’uccello, soprattutto nel periodo riproduttivo». Sarà realizzata una rete di carnai nelle aree di presenza stabile o saltuaria del Capovaccaio e verrà inoltre creata un’attività di supporto alimentare per l’aquila di Bonelli, con la creazione di conigliere.

Le azioni, che prevedono anche la marcatura tramite anelli colorati e trasmettitori satellitari su giovani di aquila di Bonelli e le analisi genetiche su campioni di penne e altro materiale organico raccolto dai siti di nidificazione dello stesso volatile, sono cofinanziate per il 70 per cento dalla Commissione europea e per la parte restante dai partner del progetto. La Regione avrà il compito di «agevolare le pratiche amministrative e burocratiche necessarie e lavorare per la realizzazione dei carnai e delle conigliere mettendo in campo la propria manodopera». I partecipanti, coordinati dal Wwf, avvalendosi di un team di esperti, effettueranno le ricerche scientifiche, la sorveglianza fisica dei nidi – supportata dalle videocamere – e specifiche attività di informazione e sensibilizzazione rivolta a diverse categorie di pubblico.

Danilo Daquino

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