INTERVISTA AL PROFESSORE LEONARDO URBANI CHE RACCONTA IL SIGNIFICATO DEL CONVEGNO PREVISTO LUNEDI A PALERMO CON DOCENTI UNIVERSITARI SICILIANI ED EGIZIANI
Sicilia ed Egitto insieme per parlare di Dieta mediterranea. O meglio, di unagricoltura mediterranea allinsegna della cooperazione tra la nostra Isola e altri Paesi che si affacciano nel Mare Nostrum. A cominciare proprio dallEgitto.
Il tema verrà affrontato a Palermo, lunedì prossimo, alle 17 e 30, nel corso di un convegno che avrà luogo nella residenza uniservitaria Segesta, in via Gaetano Daita n. 11.
Allincontro interverranno, tra gli altri, il prof. Ahmed El Araby dellAin Shams University-Cairo, la cui prestigiosa facoltà di Agraria è particolarmente impegnata negli studi agroalimentari del Delta del Nilo; il professore Luigi Di Marco, ordinario della Facoltà di Agraria della nostra Università, attualmente impegnato anche nella messa a frutto di un tratto di sfondo desertica del Nilo, già giunta alla prime fasi produzione. A moderare i lavori sarà il professore Gioacchino Lanza Tomasi, anche lui ordinario della nostra Università.
Il convegno di lunedì arriva in un momento molto particolare per la vita del nostro Paese, colpito da una crisi economica epocale e dall’arrivo di tanti disperati dai Sud del Mondo. In questo scenario, collaborare con l’Egitto per l’affermazione della dieta mediterranea e dell’agricoltura – ovviamente altrettanto mediterranea che ci sta dietro diventa strategico per la Sicilia e, in generale, per il nostro Paese.
All’incontro sarà presente anche il professore Leonardo Urbani, della facoltà di Architettura di Palermo. Al professore Urbani, che conosce molto bene la realtà mediterranea e che, da anni, si batte per un rilancio delleconomia siciliana partendo dallagricoltura e dal turismo abbiamo posto alcune domande per presentare ai nostri lettori il convegno di lunedì. (a destra, il professore Urbani).
Professore Urbani, perché un riferimento così preciso alla dieta mediterranea?
Da diversi lustri lUnesco ha dichiarato bene universale dellumanità la Dieta Mediterranea. Gli effetti di questa valutazione non hanno ancora trovato la maniera di essere coordinati in modo significativo, corrispondendo sul piano produttivo e commerciale alla valutazione Unesco e di consistenti riflessi alla vitalità economica del Mediterraneo. Questa valutazione come possa discendere dal livello della enunciazione al concreto resta un tema ancora senza adeguata risposta, anche se lenunciazione emanata con la autorità del lUnesco presupponeva implicitamente la messa in moto adeguata di iniziative e fatti concreti.
Fatti concreti che, però, sono ancora di là da venire.
E perciò significativo il breve incontro pubblico di lunedì, orientato a richiamare il problema riferendosi ad una significativa bipolarità territoriale la cui produttività potenziale possa costituire un fondamento primo della Dieta Mediterranea. Partendo dal sud con il Delta del Nilo e dal nord con linterno della Sicilia, due territori di straordinaria produttività agroalimentare. Va aggiunta a queste un tratto delle sponde del Nilo ancora desertiche. Per via della ricchezza sotterranea delle acque del Nilo, da qualche anno è già in atto una coltivazione di nuovo approccio su questi territori che erano considerati improduttivi.
Torniamo alla dieta mediterranea.
Il riferimento alla Dieta Mediterranea, dichiarata Bene dellumanità dallUnesco, pone i nostri territori Mediterranei e la loro produzione agroalimentare su una prospettiva molto impegnativa e insieme molto ricca per la quale è necessario, in più maniere, correggere lo stato attuale di dipendenza da organizzazioni che erano proprie del colonialismo economico. Ciò avviene ancora per quelle che sono sia lelaborazione, sia la commercializzazione del prodotto. Ciò va modificato per un diritto originario che è quello del territorio produttivo, diritto che almeno da alcuni secoli è stato contraddetto da ciò che in genere si intende come Colonialismo Economico.
Si tratta, insomma, di ridisegnare una nuova economia mediterranea?
Il breve incontro previsto vuole rappresentare una proposizione di intenti per trovare i percorsi con i quali istituire un nuovo tenore economico che potrà riguardare diversi ambiti del bacino mediterraneo, affinchè vengano assunte complesse iniziative di studio, di sondaggio e di attuazione. Va in questo senso prevista anche lattuazione, in questi territori, del Turismo Relazionale Integrato.
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