Sicilia E-servizi: tra i 16 licenziati, anche la figlia del boss Bontade

Fuori 16. Scattano i primi  licenziamenti per i dipendenti transitati dall’ex socio privato Sisev alla società regionale di informatizzazione Sicilia e-servizi.

E tra chi ha perso il posto, c’è anche  la figlia del boss Stefano Bontade. Insieme agli altri quindici non ha superato il periodo di prova finalizzato a valutarne curricula, professionalità. Gli altri potranno accedere ai contratti a tempo determinato per un periodo complessivo di diciotto mesi.

L’attivita’ di selezione, iniziata il 5 febbraio, è  stata affidata a una commissione di ‘super-esperti’ nominata dal commissario di Sicilia e-servizi Antonio Ingroia, il quale proprio sul caso della figlia del boss, spiega all’AGI: “Non e’ il nome che porta ad avere determinato questa scelta. C’e’ stata una valutazione di merito della commissione che ho nominato che ha verificato i requisiti tecnici, di probità e affidabilità. Io ho preso poi le decisioni conseguenti”.

Della commissione fanno parte esperti informatici, due generali in congedo – un investigatore della Dia e un generale in pensione della Guardia di finanza – nonché un professore della facolta’ di Ingegneria di Palermo.

Una decisione, quella dei licenziamenti, aggiunge Ingroia, “certamente in linea con le decisioni che erano state assunte originariamente. Dissi all’epoca che l’assunzione era necessitata dall’assicurare la continuita’ del servizio in una situazione d’emergenza. I licenziamenti in blocco avrebbe determinato infatti lo stop di tutto il sistema informatico siciliano, con ricadute anche sul sistema sanitario e sull’efficienza della macchina regionale.

Al contempo, non si poteva pensare di assumere a scatola chiusa e per questo ho creato una commissione di super esperti che avrebbe verificato, con prove scritte e colloqui, l’idoneità sotto tutti i punti di vista, anche quello della sicurezza, di coloro che sono chiamati a maneggiare dati sensibili. Peraltro questo e’ solo una prima parte delle valutazioni, in quanto il periodo di prova non e’ terminato”.

Sul piede di guerra i sindacati che gia’ domani potrebbero mettere in campo azioni di protesta: “Durante l’esame non c’è stata alcuna effettiva valutazione circa il lavoro compiuto – afferma Vincenzo Comella della Uilm di Palermo – un lavoro che peraltro i dipendenti svolgono da otto anni senza alcuna contestazione. Ma oggi che è cambiata la ragione sociale a quanto pare questa professionalità non vale piu’. Crocetta aveva garantito che non ci sarebbe stato alcun licenziamento. Rispetti quell’impegno. Chiediamo la convocazione immediata di un tavolo per la revoca dei licenziamenti”.

Redazione

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