Non si placa in Siiclia la furia distruttiva del fuoco. Le nuove aree interessate dal fiamme fanno della Isola la regione italiana più colpita da roghi ed incendi. Se al Nord si contano i danni per i violenti acquazzoni, dalle nostre parti ce la dobbiamo vedere con le alte temperature. Da oltre un mese, senza tregua, gli anticiclone sahariani soffocano il Mediterraneo. E se “Nerone” l’anticiclone che alimenta, in questi giorni, le fiamme non arretra qualche interrogativo forse è bene porselo.
La Sicilia, rispetto a quest’ondata di caldo, mostra preoccupanti limiti organizzativi. Il 2012 verrà ricordato per i ritardi della Regione siciliana sul fronte delle attività antincendio. Dove sono le strutture regionali che coordinano la squadre operative di intervento? Il governo della Regione presieduto da Raffaele Lombardo, si è preoccupato di cancellare in un sol colpo l’Azienda foreste demaniali. E lo ha fatto, a fine aprile, in fase di varo della manovra finanziaria e dell’approvazione del bilancio d’esercizio. Una vera e propria follia.
Ci ha pensato il Commissario dello Stato a rendere inefficace la norma. I danni, pero, si sono prodotti lo stesso. Ritardi organizzativi e cantieri non avviati. Una gravissima responsabilità politica quella di non assegnare “codice rosso” alla programmazione delle attivita’ di prevenzione e spegnimento incendi.
Ad oggi manca la copertura finanziaria necessaria per garantire, fino a metà ottobre, le giornate lavorative agli addetti alle attività forestali. Di fatto,il fallimento del Governo Lombardo in materia di difesa del suolo, dei Parchi e delle Riserve e, in generale, dei boschi. Un assurdo tutto siciliano.
L’esecutivo regionale si è distinto per avere sfornato centinaia e centinaia di nomine ed incarichi, anziché avviare un piano straordinario di interventi per contrastare le alte temperature e quindi gli incendi. Un piano che avrebbe dovuto garantire un coordinamento tra tutte le forze disponibili. Basti ricordare che ancora a fine maggio il Governo regionale si dichiarava incapace di reperire le risorse finanziare necessarie all’avvio delle attivita’ antincendio boschivo.
Di prevenzione ne è stata fatta poca. Da un autorevole esponente del Governo regionale sono piovute accuse pesantissime all’indirizzo degli operai forestali. Altra follia. Dimenticando che questi operai rischiano la vita. E qualce volta la perdono, come è accaduto qualche giorno fa a Castronovo di Sicilia.
A proprosito di rischi, nel Messinese si registra un altro caso. Questa volta si e’ trattato di un ferimento. Un forestale, durante le operazioni di spegnimento, è caduto in un burrone ferendosi.
Il bollettino di guerra, dicevamo, anche oggi registra aree soffocate da fiamme e fuoco. In provincia di Siracusa, un vasto rogo è divampato ad Avola, mentre alle falde dell’Etna preoccupa il fronte del fuoco a Linguaglossa. Palermo è la provincia più’ esposta. Resta sotto assedio non solo il Comune capoluogo, ma anche gran parte della provincia.
Ampi fronti divampano ormai da oltre 48 ore, con incendi a Castronovo di Siciliaa Buonfornello, Monreale, Aliminusa, Borgetto, Altofonte, Geraci Siculo, Castelbuono e Santa Cristina Gela.
Nel Trapanese continua a preoccupare l’incendio che ha attaccato la riserva naturale dello Zingaro e ha provocato l’evacuazione a titolo precauzionale dei circa 900 ospiti del villaggio turistico “Calampiso” vicino San Vito Lo Capo.
Nella riserva dello Zingaro, interessata ancora da pericolosi focolai, da terra, hanno operato oltre duecento uomini della Forestale. Oltre alle squadre di vigili del fuoco e volontari. Ieri è intervenuto un Canadair, sostituito, nel corso della mattinata, da un elicottero. La riserva rimane chiusa. Un eneorme danno non solo per l’area boschiva distrutta ma anche per il negativo impatto turistico.
Divampano anche le polemiche. Il sindaco di San Vito Lo Capo, Matteo Rizzo, ha rilasciato dichiarazioni al vetriolo. Accuse pesanti quelle del primo cittadino rilasciata al quotidiano “La Repubblica”. “L’incendio che ha interessato una delle più belle Riserve naturali della Sicilia – ha detto – si è spento da solo soltanto perché non c’era più nulla da bruciare. Siamo rimasti soli – ha aggiunto Rizzo – a fronteggiare l’emergenza con i Vigili del fuoco, il personale della Protezione civile e della Forestale cui va il mio plauso. Non sono intervenuti Canadair, né altri mezzi aerei, gli unici che avrebbero potuto fermare le fiamme. Le nostre richieste sono cadute nel vuoto. Mi rendo conto che domenica in Sicilia c’erano numerosi incendi e che la situazione era piuttosto seria, ma è inconcepibile che una delle più belle Riserve della Sicilia, oltre che la più antica, vada in fumo senza che si alzi un dito”.
Una amara testimonianza che la dice lunga sull’inadeguatezza degli uffici regionali e del dirigente generale Corpo forestale della Sicilia che hanno toppato spaventosamente. Vadano a casa e sperino che non degeneri la già precaria situazione. Una Sicilia incapace di reagire. L’ennesimo regalo di un Governo regionale dimissionario che, rispetto a questa emergenza, ha dimostrato grandi limiti.
Sopra, un’immagine della Riserva naturale dello Zingaro in fiamme (foto tratta da tmnews.it)
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