Sicilia al centro tra l’esercitazione Nato e la crisi Ucraina «Il Mediterraneo è la posta in gioco, diplomazia decisiva»

Dynamic Manta 2022, una delle più importanti e complesse esercitazioni antisommergibile della Nato, è cominciata ieri e continuerà fino al 4 marzo. Già denominata Dog Fish, poi Proud Manta, nella sua attuale veste viene pianificata annualmente dal 2013 al largo delle coste orientali siciliane «e non è legata all’attuale situazione nell’Europa orientale», sottolinea in una nota la Marina militare. Specifica necessaria, considerata la preoccupazione crescente nei cittadini per i venti di guerra che soffiano dall’est dell’Europa. Specie per i cittadini siciliani, che nelle ultime settimane sentono notizie di mezzi militari che convergono al largo delle coste dell’Isola. Un interesse che diventa crescente se legato a un altro tema caldo attuale: il caro bollette e la necessità per l’Italia di affrancarsi dal gas proveniente dalla Russia, circa il 40 per cento del fabbisogno nazionale. Quasi la stessa percentuale di energia fossile che passa proprio dal corridoio ucraino.

«Sicuramente la nostra è una generazione fortunata perché non ha conosciuto la guerra sul proprio territorio – spiega Francesca Longo, ordinaria di Relazioni internazionali e prorettrice dell’Università degli Studi di Catania, ospite a Direttora D’aria, su Sestarete tv e Radio Fantastica -, però come siciliani ci troviamo nell’occhio del ciclone, perché siamo al centro del Mediterraneo». Attorno si gioca la partita tra Russia e Nato. «Una zona calda proprio perché centrale: si deve passare da lì per guardare alla zona di guerra», continua la docente. Ma non solo: «Il Mediterraneo non è solo una zona strategica militarmente, è proprio la posta in gioco – precisa Longo – Basti pensare che qualche anno fa la Russia ha riunito una conferenza dei Capi di stato africani: un modo per rilanciare e giocare un ruolo non più da potenza regionale ma globale, che riesce a influenzare gli assetti mondiali».

È in questo scenario che quest’anno in Sicilia si tiene l’addestramento Nato. Per quelle che, secondo Longo, «sono dimostrazioni di forza che dovrebbero rassicurarci; un modo per dire che siamo pronti a difenderci da un’eventuale guerra che io, personalmente, ritengo molto improbabile, nonostante la tensione tra Russia e Usa, con tutta la coalizione atlantica, sia oggettivamente alta». Il pensiero va presto alla Guerra fredda, ma intanto è il mondo a essere cambiato. «Mai allora si sarebbe immaginata l’attività di mediazione che c’è adesso, da parte di vari Paesi europei tra cui l’Italia – chiarisce Longo – Le dinamiche di gestione del conflitto sono totalmente diverse». Il riferimento è all’intervento di alcuni attori istituzionali dell’alleanza atlantica – dall’Eliseo alla Farnesina – e al coinvolgimento dell’Unione europea su richiesta del presidente degli Stati Uniti Joe Biden. «Le relazioni internazionali – conclude Longo -, sebbene dalla fine della seconda guerra mondiale siano caratterizzate dalla ricerca continua della pace, si svolgono sempre all’ombra della guerra». 

O almeno nelle prove generali del conflitto. Come appunto l’esercitazione Dynamic Manta partita ieri e che coinvolge due poli militari siciliani: la base navale di Augusta, nel Siracusano, e quella aerea di Sigonella, a Catania. Fino al 4 marzo saranno coinvolti quattro sommergibili – da Francia, Grecia, Italia e Stati Uniti -, assieme a undici navi provenienti da Canada, Francia, Grecia, Italia, Spagna, Turchia e Stati Uniti; otto velivoli da pattugliamento e altrettanti elicotteri diretti dal Nato Maritime Air Command. «L’addestramento – specifica una nota della Marina militare – rientra nelle normali attività dell’alleanza atlantica per l’interoperatività costante tra forze aeree, di superficie e subacquee nella lotta antisommergibile, scenari addestrativi a difficoltà crescente per istituire un coordinamento delle operazioni tra forze armate di diversi Paesi in un contesto multi-minaccia con sviluppo di nuove tattiche».

Gabriele Patti

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