Siccità e nubifragi, un mix letale per l’agricoltura sull’Isola Coldiretti: «Acqua piovana persa. Mancano infrastrutture»

«Stiamo monitorando i danni che hanno provocato ai diversi settori dell’agricoltura i temporali che si sono abbattuti nell’Isola, che si aggiungono alla situazione già grave della siccità senza risolverla». Le precipitazioni violente e i nubifragi degli ultimi giorni preoccupano Coldiretti Sicilia. Per difetto o per eccesso, insomma, l’acqua sull’Isola rappresenta un problema anche, ma non solo, per le colture. «La difficoltà è accentuata dal fatto che l’acqua piovana viene completamente persa – spiegano a MeridioNews dall’associazione – I terreni aridi non sono in grado di accoglierla nelle quantità che sarebbero necessarie e le infrastrutture non sono sufficienti per raccoglierla e poterla poi, quindi, riutilizzare per provare a combattere la siccità». Dopo il giugno più caldo degli ultimi cento anni, che ha fatto raggiungere sull’Isola un numero mai toccato di giorni tropicali (quelli in cui la temperatura massima registrata è superiore ai trenta gradi), sono arrivate le forte piogge. Un cambiamento repentino che non fa bene alle colture. Dal grano agli uliveti e dai vigneti ai frutteti e anche agli ortaggi

Un maltempo estivo che, stando ai dati raccolti finora dal monitoraggio di Coldiretti a livello nazionale, ha già provocato in alcune zone la perdita dei raccolti fino all’80 per cento. «Siamo di fronte a un impatto devastante con danni all’agricoltura che superano i 6 miliardi di euro, pari al 10 per cento della produzione nazionale». Un dramma per i diversi comparti del settore che hanno già dovuto fare i conti con l’aumento dei prezzi delle materie prime, dei concimi, dei sistemi di imballaggio e anche con i rincari nelle bollette di luce e gas. «Poi ci sono i costi per le irrigazioni che sono triplicati e – aggiungono dall’associazione – la solita questione dei consorzi di bonifica». Che, nei mesi scorsi, sono finiti al centro delle polemiche per la bocciatura dei 32 progetti presentati dalla Regione che ha comportato l’esclusione dai fondi del Pnrr (il Piano nazionale di ripresa e resilienza) che avrebbero potuto finanziare interventi per il miglioramento della gestione delle risorse idriche destinate all’agricoltura.

Oltre agli annosi problemi sulle strutture che portano l’acqua in campagna, specie nelle zone più interne dell’Isola, è anche il cambiamento climatico a farsi sentire e toccare sui campi con impatti devastanti sia dal punto di vista ambientale che economico. «Rispetto all’anno scorso – dicono da Coldiretti al nostro giornale – nel corso di questa estate, stiamo registrando importanti cali della produzione in diversi settori: parliamo di un meno 30 per cento per il grano, di una diminuzione si aggira tra il 20 e il 30 per cento negli uliveti e almeno del 10 per cento in meno di resa produttiva per i vigneti, con la vendemmia che è cominciata a inizio mese con una decina di giorni in anticipo». Numeri allarmanti anche nel settore vitivinicolo che «per la buona qualità della produzione siciliana – afferma il presidente regionale Coldiretti Francesco Ferreri – concorre al primato nazionale stimato in 45,5 milioni di ettolitri ma molto dipenderà sia dall’evoluzione delle temperature che influiscono sulla maturazione sia dall’assenza di nubifragi e grandinate che hanno un impatto devastante sui vigneti e sulle quantità prodotte». A peggiorare la situazione dovuta al mix di piogge, caldo e siccità, si aggiungono anche gli incendi che, oltre a distruggere i boschi – per cui dall’associazione stimano ci vorranno «almeno 15 anni per potere ricostruire l’habitat naturale» – hanno colpito e danneggiato anche campi coltivati e aziende agricole

Marta Silvestre

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