Si scrive Aspen, si legge Bilderberg

Nei giorni scorsi, la questione Bilderberg è tornata d’attualità e il poliedrico professore-premier uscente, candidato Mario Monti se n’è accorto. Finalmente, diremmo noi. Infatti, gli articoli e i commenti su internet, relativi proprio alla vicenda della cena dello scorso 13 novembre a Roma, di cui avevamo disvelato nell’articolo sulle incredibili dimissioni del Papa, e a cui avrebbe partecipato sono letteralmente esplosi (leggi ad esempio, L’ombra di Bilderberg dietro le dimissioni del Papa). 

Dobbiamo precisare che il primo giornale a parlarne è stato proprio LinkSicilia il 12 febbraio 2013 finendo, dritto dritto, su Liquida.

Mario Monti ha quindi risposto alle domande dei giornalisti dell’Ansa Forum, di cui era ospite nel pomeriggio del 13 febbraio. La domanda posta a Monti è andata subito al dunque: ”Vogliamo sapere cosa vi siete detti il 13 novembre nella riunione segreta di Bildeberg a Roma”.

Potete immaginare la nostra meraviglia! Il cronista dell’Ansa ha quindi letteralmente incalzato Monti sulla sua partecipazione alle riunioni del famigerato club Bilderberg; ed il premier dimissionario ha certamente ammesso, anche se ha cercato, con il suo solito stile da scalpellino mortuario, di minimizzare: “Le riunioni del Bilderberg?: Ci sono stati nel corso del tempo degli incontri ai quali ho partecipato.” E poi ha proseguito: “Bilderberg non è certo una setta segreta.” E in relazione alla partecipazione auspicata dei politici nostrani ha precisato: “Ci aiuterebbe sicuramente ad uscire da un isolamento politico e culturale italiano” (http://www.agoravox.it/Monti-Bilderberg-Non-e-una-setta.html).

Quindi, con buona pace degli accusatori di complotto, abbiamo appreso dal diretto interessato, cioè da Mario Monti, che il Bilderberg esiste, è molto apprezzato dal nostro Presidente del Consiglio uscente e lo stesso vi ha partecipato come anche altri personaggi pubblici italiani da lui stesso indicati per nome e cognome.

“Bilderberg Group” (o “Club Bilderberg”), come abbiamo avuto di precisare negli articoli precedenti, è un meeting annuale non ufficiale riservato a 120-130 tra le personalità più importanti del mondo della finanza, dell’economia e della politica, strettamente proibito a media e giornalisti. Il contenuto delle conferenze è altamente riservato e le riunioni si svolgono categoricamente a porte chiuse. Precisazione importante per fare intendere che, al di là della notorietà del club, la sua attività permane segretissima.

Infatti viene richiesto esplicitamente ai partecipanti di non riferire all’esterno quanto detto durante il meeting (sembrerebbe si impegnano con giuramento, pena l’esclusione da qualsivoglia consesso di potere mondiale). Il che ha fatto sorgere varie ipotesi di mistero intorno ad esso.

Proseguendo nelle risposte agli insistenti cronisti dell’Ansa, Monti chiarisce “È un club di economisti e uomini della finanza che periodicamente si riuniscono per esaminare la situazione economica mondiale.” Ma non precisa delle loro chiacchierate che se ne fanno! Forse la precisazione è determinata dalla volontà di chiarire il suo ruolo di ospite e come la sua appartenenza, da economista mondiale, al gruppo Bilderberg sarebbe una cosa auspicabile per gli italiani e per il bene del Paese. E così, aggiungiamo noi, anche alla “Trilaterale” (su cui per ora non è stato invitato ufficialmente ad esprimersi: una cosa per volta!).

Infatti l’appartenenza di Monti al club Bilderberg è diventata, in questi ultimi tempi, un argomento insistente di dibattito e polemiche, soprattutto da quando il professore è diventato premier. Secondo alcuni ‘benpensanti’ (più che complottisti), non solo Monti fa parte del Bilderberg , che controlla l’economia e la politica a livello globale, ma che è proprio per questo che sarebbe arrivato a Palazzo Chigi con l’avallo e l’imprinting del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.

Finora il premier non si era espresso in materia. Ora – aggiungeremmo finalmente – il professore ne parla apertamente e in termini lusinghieri al forum dell’Ansa. E’ proprio Monti a precisare che “il gruppo Bilderberg non è una setta segreta” anche che se non si comprende perché la stampa e gli stessi addetti stampa dei membri che partecipano sono rigorosamente esclusi! E a volere smentire che il Bilderberg sia una setta segreta e cospiratrice, aggiunge con candore come “certe critiche mi sembrano indicative di un’arretratezza culturale molto, molto preoccupante”. Quindi la stoccata finale: “Negli ultimi anni, che io ci fossi o non ci fossi, ci sono comunque stati anche altri italiani: da Giulio Tremonti a Tommaso Padoa Schioppa, da Mario Draghi a Enrico Letta”. Questo per far capire che, in ogni caso, non è stato né l’unico, né il solo italiano a partecipare e soprattutto non è solo a dovere rispondere!

Però il Professore si è dimenticato di spiegare cosa ci fa seduto – questa volta ufficialmente e di dominio pubblico – anche nel Comitato esecutivo dell’ Organizzazione mondiale Aspen, che del Club Bilderberg è organo e strumento.

Infatti a Roma, nella centralissima Piazza Navona, sorge Palazzo Lancellotti, dove ha sede l’Aspen Institute Italia, una sorta di filiale “locale” europea dell’Aspen e una ramificazioni italiana dell’internazionale Club Bilderberg. E quante cose succedono a Roma!

Si badi bene, stiamo parlando del cuore del Potere italiano, tutto concentrato nell’Aspen: basta, infatti, scorrere la lista dei nomi di chi ne fa parte per potere capire e, volendo, studiare tutti gli intrecci tra politica, imprenditoria, finanza degli ultimi 60 anni. Il tutto nella trasparenza dell’esistenza degli organi e dei “motti”, ma nella assoluta segretezza dei contenuti delle riunioni e, soprattutto, degli esiti delle stesse riunioni. Il tutto portato avanti in assoluta segretezza, a discapito del popolo sovrano.

In Italia c’è quindi un comitato esecutivo speciale e potentissimo, organo di governo dell’Associazione ASPEN(//www.aspeninstitute.it/istituto/comunita-aspen/comitato-esecutivo), che è composto dai Membri di diritto e da 30 componenti nominati tra i Consiglieri dal Consiglio Generale Aspen in misura paritetica tra i rappresentanti dei Soci Sostenitori e i rappresentanti dei Soci Ordinari.

Ora vi starete chiedendo: ma che cosa è l’Aspen? Quale altra diavoleria tirano fuori? Tutto normale e, per dirla con Monti, “non è certo una setta segreta”. Questo Comitato Esecutivo nomina, ed eventualmente revoca, il Segretario Generale, nomina il Presidente degli “Amici di Aspen” e il Presidente degli “Aspen Junior Fellows”; delibera inoltre sull’ammissione di nuovi soci, propone al Consiglio Generale la revoca o l’esclusione di soci e stabilisce le modalità con cui i soci ordinari eleggono i loro rappresentanti nel Consiglio Generale dell’Istituto.

In atto, fanno parte del Comitato Esecutivo di Aspen Institute Italia: Luigi Abete, Giuliano Amato, Sonia Bonfiglioli, Giuseppe Cattaneo, Fedele Confalonieri, Fulvio Conti, Maurizio Costa, Enrico Tomaso Cucchiani, Gianni De Michelis, Umberto Eco, John Elkann, Jean-Paul Fitoussi, Franco Frattini, Gabriele Galateri di Genola, Enrico Letta, Gianni Letta, Emma Marcegaglia, William Mayer, Francesco Micheli, Paolo Mieli, Mario Monti, Mario Moretti, Polegato, Lorenzo Ornaghi, Riccardo Perissich, Angelo Maria Petroni, Mario Pirani, Romano Prodi, Alberto Quadrio Curzio, Giuseppe Recchi, Gianfelice Rocca, Cesare Romiti, Paolo Savona, Carlo Scognamiglio, Lucio Stanca, Giulio Tremonti, Beatrice Trussardi, Giuliano Urbani, Giacomo Vaciago, Elena Zambon.

L’Aspen Institute, dal nome della cittadina di Aspen, in Colorado, dove esordisce per la prima volta, non è nata ieri: è un’organizzazione internazionale antica e fondata ufficialmente nel 1950 (siamo nel dopo seconda guerra mondiale). Tra i suoi fini dichiarati, quello di incoraggiare le leadership illuminate, le idee e i valori senza tempo e il dialogo sui problemi contemporanei. Visti i personaggi che lo governano e la mission non crediamo si posa immaginare che giochino.

L’istituto e i suoi partner internazionali perseguono la creazione di un terreno comune di comprensione approfondita in uno scenario non ideologizzato, attraverso seminari, programmi culturali, conferenze e iniziative di promozione della leadership.

La sede centrale e legale dell’Istituto è a Washington; vi sono dei campus ad Aspen, in Colorado, e a Chesapeake Bay, nel Maryland. La sua rete internazionale comprende partner a Berlino, Roma, Lione, Tokyo, Nuova Delhi, Bucarest. Sono presenti delle iniziative di induzione politiche sulla leadership negli Stati Uniti, in Africa, in India e in centro America. Inoltre, l’Aspen Institute è finanziato copiosamente da fondazioni come la Carnegie Corporation, la Rockefeller Brothers Fund e la Ford Foundation, attraverso quote di iscrizione a seminari e donazioni individuali.

Tra i suoi affiliati ci sono leader della politica, dell’economia e intellettuali. Attualmente Walter Isaacson è il suo presidente mondiale e CEO. Vi domanderete: chi è costui? E’ l’ex presidente della CNN*, il canale televisivo statunitense più potente e conosciuto al mondo. Pensate che quest’uomo ha rinunciato ad una delle poltrone più ambite del pianeta pur di sedere in cima all’Aspen Institute. Da un episodio del genere possiamo dedurre la planetaria importanza di questa organizzazione.

E qui la sorpresa tutta italiana: Giulio Tremonti è l’attuale presidente dell’Aspen Institute Italia, in cui operano molti banchieri, finanzieri, politici e intellettuali italiani. Non farete un grande sforzo a individuare negli stessi, pochi nomi dei personaggi indicati da Monti (l’interrogativo sarebbe perché disvela proprio questi?) come partecipanti con lui alle riunioni del Bilderberg, quelli contenuti alla voce Aspen sul sito dell’organizzazione (http://www.aspeninstitute.it/aspen/) e sulla relativa voce Aspen di Wikipedia nella qualità, anche, di componenti del Comitato esecutivo dell’Aspen. Tutto torna, dicevano i saggi.

Ora quello che sta a cuore, in questo delicato momento socio-politico che sta attraversando l’Italia, è la sede italiana di questo indefinibile istituto di origine statunitense. Scavando tra i meandri del potere e risalendo i fili dei burattini, forse avremo una possibilità di scovare la matrice dell’inganno democratico in cui siamo stati imprigionati.

Ufficialmente, l’organizzazione inizia ad operare sul territorio italiano nel 1984. Di forte caratterizzazione transatlantica, del resto la storia parla da sé, l’Aspen Institute Italia ha due sedi: a Roma in Via SS. Apostoli 49 e a Milano in Via Vincenzo Monti 12. L’attuale presidente della sezione italiana, come già ricordato, è Giulio Tremonti, ex Ministro dell’Economia e della Finanza del nostro Paese.

L’Aspen Institute Italia riunisce il meglio dell’industria italiana, delle banche e delle assicurazioni, della cultura e della politica. Non c’è settore che manchi all’appello: Generali, Fincantieri, Confindustria, Rai, Mediaset, Pirelli, Poste Italiane, società Autostrade, Enel, Fiat etc. E’ un elenco incredibile: tutti i capitali italiani, di ogni settore, convergono nell’Aspen Institute come Soci Sostenitori. I loro (o i nostri?) danari, versati ufficialmente tramite una somma annuale uguale per tutti, finanziano le attività dell’organizzazione.

Ci sono anche i cosiddetti Soci ordinari, personalità italiane e internazionali provenienti dal mondo accademico, politico, culturale e dei media, che sono chiamati a far parte dell’associazione. Questi soci non solo portano avanti le loro idee, ma si rendono disponibili ad appoggiare eventi specifici “su tematiche di rilevante interesse strategico“. Ma che significa? Che hanno il potere di veicolare le politiche del nostro Paese?

I soci vengono rappresentati come una congregazione di supereroi che lottano per un mondo migliore. Persone sensibili e lungimiranti che, lontani dalle tentazioni del dio denaro, dirigono il pianeta verso la fratellanza e l’uguaglianza sociale. Un gruppo di illuminati che si scambiano preziose nozioni con l’obiettivo rispettabilissimo di sconfiggere (quelli che per i loro interessi sono) i mali che affliggono la società.

Hanno anche un metodo con cui applicano la loro “mission“, da loro stessi identificato come “metodo Aspen”, che “privilegia il confronto ed il dibattito ‘a porte chiuse’, favorisce le relazioni interpersonali e consente un effettivo aggiornamento dei temi in discussione. Attorno al tavolo Aspen discutono leader del mondo industriale, economico, finanziario, politico, sociale e culturale in condizioni di assoluta riservatezza e di libertà espressiva. Loro stessi precisano come “L’Istituto concentra la propria attenzione verso i problemi e le sfide più attuali della politica, dell’economia, della cultura e della società, con un’attenzione particolare alla business community italiana e internazionale. La missione di Aspen Institute Italia è l’internazionalizzazione della leadership imprenditoriale, politica e culturale del Paese attraverso un libero confronto tra idee e provenienze diverse per identificare e promuovere valori, conoscenze e interessi comuni”.

Il dibattito a porte chiuse, tipico anche del Club Bilderberg, è noto come uno dei migliori metodi per curare le piaghe di questo mondo crudele. Libertà di pensiero a porte chiuse, bel modo di perpetrare il bene comune. Se solo ci avessimo pensato prima! Loro sono gli illuminati e ci hanno pensato molto tempo fa, pochi anni dopo la fine della Grande guerra, e così sono stati in grado di dirigere le sorti di nazioni intere.

Alcuni c.d. complottisti lo definiscono Nuovo Ordine Mondiale. Bene, crediamo che l’Aspen sia una delle organizzazioni che fanno capo al progetto citato.

Ora cosa vogliamo: un disegnino per capire che questa è un’oligarchia che determina i destini del mondo e soprattutto italiani? Da decenni, in Italia, il centrodestra e il centrosinistra governano clandestinamente, sedendosi in altri luoghi e tavole rotonde, e riversando le loro decisione, belle e fatte, nelle sedi istituzionali che sono divenute la parodia della democrazia, la cortina di fumo negli occhi dei creduloni e del popolo.

Lo affermano loro stessi: “Lo scopo non è quello di trovare risposte unanimi o semplicemente rassicuranti, ma di evidenziare la complessità dei fenomeni del mondo contemporaneo e incoraggiare quell’approfondimento culturale da cui emergano valori ed ideali universali capaci di ispirare una leadership moderna e consapevole“.

In effetti, non è la massoneria, ma le somiglia molto: mancano cappucci e compassi, ma il livello di segretezza, al di là della formale apparenza, è da veri professionisti del potere.

Quindi, chiaramente, non è un club di innocui pensatori e filosofi, di pie donne dedite a parlar d’arte o a fare l’uncinetto parrocchiale. Dobbiamo immaginare che, con questi personaggi di elevatissimo spessore, c’è poco da scherzare. Non è da escludere che l’Aspen possa condizionare, o quanto meno influenzare, le scelte di qualunque schieramento politico chiamato a governare il nostro Paese. Sì, di qualunque estrazione politica. C’è dell’altro, d’altronde lo si intuisce, ma è difficile penetrare la discreta cortina che protegge quel salotto buono dagli sguardi indiscreti e dai sorrisi bipartisan, bisogna indagare.

Ora dopo questo articolo, ogni volta che penserete a quanto sta avvenendo in Italia – dalla nascitadi un Governo alle dimissioni del Papa – vorremmo che vi tornassero le parole del logo di questa misteriosa organizzazione: “Timeless values, enlightened leadership”, ovvero “Valori senza tempo e leadership illuminata“. Certo è che non lascia nessuno spazio all’immaginazione, traete pure le vostre libere considerazioni. Intanto noi siamo sul pezzo.

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Giovanna Livreri

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