«Ci siamo trovati su diversi punti, come l’esigenza dell’istruzione dei più giovani e la valorizzazione del patrimonio culturale». È nato così l’accordo di gestione tra le monache benedettine della chiesa di San Benedetto di via Crociferi e l’associazione Officine culturali, che dal primo febbraio, per due anni, si occuperà di rilanciare e gestire i servizi di fruizione e comunicazione di uno dei gioielli del barocco etneo. «Credo ci abbiano scelto per una questione di affinità con le attività di cui già ci occupiamo – commenta a MeridioNews Claudia Cantale di Officine culturali – in primis all’interno del monastero dei Benedettini, ma anche quelle all’orto botanico, al museo di archeologia e al castello Ursino». Certo le differenze non mancano, «il monastero è ormai un luogo laico in cui si svolgono funzioni pubbliche» sottolinea la ragazza, che aggiunge però come «gli ordini monastici dei benedettini e delle benedettine rappresentino storicamente due punti di riferimento all’interno della spiritualità catanese».
Per questo uno degli intenti delle suore della chiesa, da circa otto mesi fruibile per le funzioni religiose ma non visitabile a livello turistico, sembra essere anche quello di creare un ponte tra i due monasteri. E lo faranno, non a caso a partire dalle festività agatine, aprendo le porte alla città e ospitando attività connesse a quelle organizzate in piazza Dante. Dalle tradizionali visite con il supporto di audio guida -che prevedono l’acquisto di un ticket – a quelle per le scuole, dai laboratori ai tour guidati con i ragazzi di Officine culturali, durante cui si potranno ammirare i resti di una domus e del parlatorio, oltre la maestosità di una chiesa che fa parte della lista dei beni Unesco dei siti del Val di Noto.
Più difficile prevedere aperture serali e spettacoli itineranti, visto che le monache vivono la loro vita tra preghiera e riflessione. Ma sempre aperte al dialogo e disponibili a condividere la loro esperienza con chi lo desidera. A questo scopo uno dei compiti dell’associazione culturale catanese sarà anche incrementare la comunicazione delle ricchezze custodite all’interno della chiesa attraverso il sito web e i social network. Ecco perché stanno lavorando anche per conquistare Instagram.
«L’intento è far comprendere alla comunità che molte delle leggende che ruotano attorno alle suore di clausura sono solo storie», sottolinea Claudia, che chiarisce come non tutte restino giorno e notte all’interno del monastero, ma siano in contatto con l’esterno. «Sembra quasi che il canto per Sant’Agata sia l’unica occasione per incontrarle – aggiunge – ma cantano anche, per esempio, in occasione della festa del santissimo sacramento». Proprio per la settimana di Sant’Agata la chiesa resterà aperta tutti i giorni, mentre in seguito sarà possibile visitarla martedì, venerdì e sabato dalle 10 alle 17 e ogni prima domenica del mese dalle 11 alle 17 a prezzo ridotto.
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