Sgombero in via Savagnone, per alcuni «Comune è assente» Mattina: «Falso, ma non si può affrontare da soli emergenza»

«Non è vero che il Comune non era presente allo sgombero di via Savagnone, lo è stata l’intera macchina organizzativa. Semmai, occorre che il Governo, oltre al reddito di cittadinanza, pensi alla casa di cittadinanza». All’indomani dello sgombero in via Savagnone, l’assessore Giuseppe Mattina replica così alle accuse di chi aveva puntato il dito contro l’assenza di rappresentanti dell’amministrazione in quel frangente. Tra i primi a criticare Palazzo delle Aquile, Salvo Altadonna, consigliere della quinta circoscrizione che ieri era lì, nel quartiere Noce, quando la polizia e i carabinieri hanno accompagnato fuori le famiglie e i loro mobili, dopo l’aggressione alla troupe di Striscia e alla sua inviata Stefania Petyx.

«Abito il quartiere dal 2004 e ne sono consigliere di circoscrizione dal 2012 – racconta Altadonna – e posso dire che la zona si è dimostrata sempre accogliente essendo abitata da gente eterogenea, ma ci sono tanti problemi. Pochi sanno, ad esempio, che il primo insediamento di immigrati risale a 25 anni fa, a piazza Principe di Camporeale è del Cipia-Centro per l’accoglienza scolastica dei minori non accompagnati: nessuno voleva accoglierli e noi l’abbiamo fatto. Palermitani e gente di etnia diversa sanno coesistere». In mezzo a forze dell’ordine e vigili urbani, non si vedono macchine del Comune di Palermo, però sono presenti i psicologi dell’Asp. «Quando c’è da inaugurare sono tutti presenti – continua Altadonna – ora davanti a questo sgombero sono l’unico a rappresentare il territorio. È un fatto conosciuto come le quattro scuole occupate da oltre 13 anni e sono la ‘Grazia Deledda’ di via Gibilmanna, la scuola dell’infanzia ‘San Paolo’ di piazza San Paolo, plesso Don Bosco in via Alia e l’altra in via Tiepolo».

Sul problema dell’emergenza abitativa e, quindi, dell’occupazione abusiva, Altadonna, però, ha una proposta ben precisa: l’applicazione del metodo “Riace”:«Perché i palermitani non vanno a popolare Roccamena o altri paesi della Sicilia e sottolineo abitare certo non avanzando grosse pretese come se fossero case popolari? Prima o poi il problema dovrà essere affrontato definitivamente». Mentre rimane sconosciuto il futuro delle ultime tre famiglie obbligate a lasciare gli appartamenti illegalmente occupati, sulla vicenda dello sgombero è intervenuto l’assessore comunale con deleghe alla Cittadinanza sociale, facendo alcune precisazioni.

«Non è vero che il Comune non era presente allo sgombero di via Savagnone – ribadisce Mattina a Meridionews -, lo è stata l’intera macchina organizzativa, dalla Polizia municipale, ai servizi sociali, agli uomini della Rap, è stato tutto coordinato e monitorato. Ritengo che non sia possibile che un Comune ma lo è per chiunque, non reagisca ad atti di violenza o di illegalità». Mattina, quindi, tira il ballo non senza polemica, il ruolo del Governo Lega-M5s: «Occorre che lo Stato e, quindi, anche l’esecutivo oltre al reddito di cittadinanza pensino alla casa di cittadinanza. Occorre insomma far ripartire le opere di investimento. E poi ritengo che non necessario costruire nuove abitazione, ci sono molti luoghi che possono essere destinati alle famiglie, ci sono risorse abitative inutilizzate. Ci sono tante famiglie in difficoltà – aggiunge – alcune non si sognerebbero mai di occupare, chi occupa danneggia tutti».

Per quanto riguarda il possibile pagamento da parte del Comune di Palermo di 450 mila euro l’anno di affitto ai proprietari degli immobili di via Savagnone, uno era un ex municipio e un altro un consultorio comunale, fatto diffuso in una nota di Striscia la Notizia e approfondito in un servizio andato in onda, la risposta dell’assessore è stata lapidaria: «Di questo aspetto non so parlarne. L’Attività Sociale non si occupa dell’aspetto delle locazioni bensì la competenza è dell’Ufficio del Patrimonio» conclude.

Ambra Drago

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