Se Atene piange, Sparta non ride. In assessorato all’Energia è corsa contro il tempo sul doppio versante dell’esame della riforma dei rifiuti da parte dell’Assemblea (oggi scadranno i termini per la presentazione degli emendamenti) e la redazione dei piani d’ambito delle Ati, che gestiranno invece il servizio idrico.
Proprio di Ati (Assemblea territorale idrica) e servizio idrico si è discusso questa mattina all’università di Palermo, alla presenza dell’assessore Alberto Pierobon, del dirigente generale Salvo Cocina e dei rappresentanti dell’Arera, l’Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente, in collegamento video. Un incontro nel quale sono emerse le criticità di un sistema che finora, è il caso di dirlo, ha fatto acqua da tutte le parti, ma anche alcune exit strategy che risolveranno non pochi problemi nel prossimo futuro.
Perché se quasi tutte le Ati non hanno ancora individuato l’ente gestore (in regola è al momento soltanto Palermo), uno dei temi posti dai Comuni è legato ai costi per la redazione dei Piani d’ambito, che gli enti locali non riescono a sostenere.
«Le Ati in questo momento hanno un problema – spiega Pierobon a Meridionews – devono correre per fare il piano d’ambito e quindi individuare il gestore, altrimenti il ministero dell’Ambiente fa saltare tutti i fondi. E i piani d’ambito hanno un costo, che i Comuni dicono di non riuscire a sostenere. Allora da un mese a questa parte ci siamo attivati con la Cassa depositi e prestiti per rendere finanziabili questi piani d’ambito. Siccome c’è un’interpretazione sulla finanziabilità o meno di questi piani, rispetto al fatto che possano essere considerati costi d’investimento o no, abbiamo interloquito anche con l’Arera, con l’ordine dei commercialisti di Palermo, che ci ha dato una mano anche su questo, avvieremo un discorso anche con la Corte dei Conti».
Intanto la novità, annunciata questa mattina nel corso del convegno, è che l’Arera ha dato l’ok al finanziamento tramite la Cassa depositi e prestiti. «La risposta che ci ha dato Arera – commenta Pierobon – è molto importante, i piani d’ambito costano da 100mila euro in su e ci metteremo subito al lavoro per offrire questa importante opportunità finanziaria alle Ati. Siamo certi di raggiungere presto i risultati sperati grazie anche alla collaborazione istituzionale instaurata con l’Anci Sicilia».
«Adesso ci interessa che si corra velocemente – conclude il titolare dell’assessorato all’Energia -, abbiamo già commissariato alcune Ati, le altre dovranno fare in fretta». A Palermo c’è un gestore già individuato, ad Agrigento la situazione è ancora in fase di stallo e il gestore è affiancato dalla commissione prefettizia. Enna e Caltanissetta hanno il gestore unico individuato dalla precedente autorità d’ambito, ma le rispettive Ati non sono ancora subentrate nel contratto preesistente.
Ci sono poi cinque Ati – Messina, Catania, Ragusa, Siracusa e Trapani – dove non vi è ancora un gestore unico. Il dipartimento ha già diffidato e sollecitato le Ati inadempienti (che sembrano ormai prossime al commissariamento). Gli esperti del governo nazionale hanno ricordato che a livello nazionale sono disponibili risorse in abbondanza per gli investimenti nella rete ma senza pianificazione e senza i piani di intervento non si potrà accedere ad alcun finanziamento.
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