«Purtroppo non sto bene, sono a letto e penso di non continuare più a giocare. Penso che questo episodio rappresenti la fine della mia carriera». A parlare è Calogero Geraci, capitano e bandiera del Serradifalco che dopo la rottura del tendine d’Achille riportata nella gara contro il Vallelunga in Coppa Italia di Promozione ha confessato a MeridioNews l’intenzione di smettere col calcio. Ventidue anni con la stessa maglia e la stessa passione cucita sul cuore, cosa che gli è valsa il soprannome di Totti di Serradifalco. «Totti è Totti – spiega il calciatore -, magari posso essere accostato a lui per il fatto che come lui è di Roma e ha giocato sempre con la maglia della Roma, io sono di Serradifalco e ho giocato con questa maglia. Le caratteristiche tecniche sono molto diverse, io con i piedi sono molto molto rude». Per quanto riguarda l’attaccamento alla maglia, però, Geraci non ha dubbi: «Forse anche più di Totti, considerato che non ho mai guadagnato certe cifre».
Restare a Serradifalco è sempre stata una scelta di cuore, anche se le proposte al calciatore non sono di certo mancate: «Giocare per il proprio paese non è una cosa facile, perché quasi nessuno riesce a essere profeta in patria . commenta -. Non ho mai guadagnato tanti soldi con il calcio perché ho sempre lavorato. Nei primi anni è stato un passatempo, dopo col tempo è diventato anche un lavoro. Con sacrifici, abnegazione e il farsi voler bene sono sempre rimasto a Serradifalco». Il brutto infortunio rimediato gli impedirà di portare a compimento l’annata numero 22 con la maglia biancazzurra: «Questo doveva essere il mio ventiduesimo anno, con una squadra molto giovane. Purtroppo è andata così e adesso sono a casa a letto, coricato. Se questo non fosse stato l’ultimo anno, poteva essere il penultimo. Se avessi avuto 24 anni probabilmente avrei rischiato, ma con il lavoro non me lo posso permettere, perché al momento sono in malattia ed è tutto un casino».
Tra gli obiettivi futuri c’è comunque quello di restare nel mondo del calcio: «Mi piacerebbe rimanerci, facendo il corso di allenatore e iniziando dai bambini». In tante annate con il Serradifalco, il capitano biancazzurro ha vissuto emozioni contrastanti, situazioni di sconforto e altre di assoluta felicità: «Gli anni bui sono stati quelli della Seconda categoria, o quando siamo retrocessi dall’Eccellenza – racconta -. Ci sono però anche bei ricordi, come la vittoria del campionato di Prima categoria, la vittoria della Coppa Italia o la prima volta in Eccellenza». Nonostante questo, non ci sono rimpianti: «Io sono soddisfatto della mia carriera, non sono uno che vive di rimpianti perché nei primi quattro anni da calciatore ho giocato in Eccellenza in squadre molto blasonate. Poi la mia è stata una scelta di vita».
Adesso il Serradifalco sarà costretto a rinunciare al proprio uomo d’esperienza: «La squadra è stata costruita per salvarsi – dichiara Geraci -. Ci sono comunque ottimi elementi che hanno giocato in categorie importanti, oltre tutti i giovani che sono cresciuti come me nel Serradifalco. Bisogna salvarsi, ma io penso che si potrebbe fare qualcosa in più». E se in campo non potrà scendere, Geraci non farà comunque mancare il proprio supporto morale ai compagni di squadra: «Sono sempre e comunque vicino alla mia squadra perché la sento proprio mia. È la mia squadra e ai tifosi voglio dire di continuare a seguirla come hanno sempre fatto. Noi abbiamo un gruppo organizzato che ci segue dai tempi della Seconda categoria. A loro – conclude il Totti di Serradifalco – voglio dire incoraggiarci sempre, anche nei momenti bui».
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