Sequestro preventivo per il pub La Chiave «Chiusi per un contenzioso del 1997»

«Area sottoposta a sequestro penale». Da sabato 21 dicembre uno dei più noti punti di ritrovo della movida catanese in via Landolina, La Chiave, è chiuso per disposizione dell’autorità giudiziaria. «Si tratta di un sequestro preventivo, disposto dal giudice per un contenzioso avviato nel 1997 dai proprietari dell’immobile», riferisce Giuseppe Giuffrida gestore, con altri soci, del locale notturno fin dal 1998. E proprio i lavori di adeguamento del locale, avvenuti in vista dell’apertura di sedici anni fa, sarebbero il punto centrale del contenzioso, secondo quanto spiega il fondatore. «Adesso, e proprio nel periodo natalizio, con rassegne e concerti programmati, il giudice ha deciso di disporre delle verifiche sui locali», commenta Giuffrida, non senza scoraggiamento. «Con il nostro avvocato – prosegue – abbiamo già richiesto il dissequestro, ma in questo periodo è difficile che venga accolto e presumibilmente staremo chiusi per almeno quindici giorni».

L’avviso, posto sulle saracinesche della Chiave dall’ufficiale giudiziario

«Il mio sentimento è quello di chi è abbandonato da tutti: la burocrazia non ci permette di lavorare nel periodo più importante dell’anno», racconta Giuffrida, che alle sue dipendenze ha una decina di persone. Dalle 19 di sabato scorso quando, poco prima dell’apertura, l’ufficiale giudiziario si è presentato alle porte del locale, l’avviso ufficiale dell’autorità sulle saracinesche chiuse resta l’unica comunicazione al pubblico. «Ma ci stiamo già muovendo per vedere il da farsi – continua – Nelle prossime ore manderemo delle comunicazioni su quanto sta accadendo, anche tramite Facebook».

Alcuni locali hanno già espresso solidarietà e la possibilità di ospitare le serate interrotte per forza maggiore. «Per i prossimi giorni, con il loro aiuto, cercheremo di far comunque andare avanti gli eventi programmati per questo periodo. Si tratta degli altri protagonisti della scena underground catanese: Mercati Generali, Barbara Discolab e tanti altri». Sui social network, dove la notizia della chiusura forzata si sta diffondendo rapidamente, c’è già chi propone di fare delle manifestazioni pubbliche di solidarietà. «Sequestrare un locale il 21 dicembre vuol dire lasciare a casa dei lavoratori e delle lavoratrici, che contano nel periodo delle feste di alzare qualche spicciolo in più», scrive un utente sulla bacheca Facebook del locale. Mentre qualcun altro propone: «Andiamo tutti sotto al Comune per brindare. Con un bancale di acqua minerale».

Leandro Perrotta

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