Dichiarava al fisco entrate troppo esigue rispetto al patrimonio posseduto da lui e dalla sua famiglia. Sono state ancora una volta le tasse a tradire un presunto aderente a Cosa nostra etnea. Luciano Salanitro, 48 anni, pluripregiudicato, è ritenuto «orbitante nell’area di influenza della cosca Santapaola–Ercolano». La divisione della polizia anticrimine della questura di Catania gli ha sequestrato un’impresa – con i beni mobili e immobili collegati – e contanti per un valore totale di oltre un milione di euro. Nello specifico, i sigilli sono stati apposti a due appartamenti in centro, due macchine – una Smart e una Mercedes classe A – e due scooter Sh 300. Oltre a numerosi conti correnti. Tutti beni appartenenti al bar-tavola calda Rivombrosa di via Vittorio Emanuele angolo via Plebiscito.
L’ultima volta Salanitro è stato arrestato il 18 ottobre 2012 quando, insieme ad altre quattro persone, è stato accusato dei reati di associazione finalizzata alla produzione, traffico e detenzione illecita di droga. Secondo le indagini, l’uomo – insieme alla sua famiglia – aveva allestito una piazza di spaccio in un cortile del centro cittadino. Ognuno con un ruolo, l’intera banda si dedicava così a nascondere lo stupefacente, consegnarlo ai clienti, incassarne i soldi e dividere i ricavi. Quando Salanitro è stato arrestato, gli agenti hanno trovato in casa sua – dentro l’armadio della camera da letto – circa 12.350 euro in contanti.
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