È di 300mila euro il valore complessivo del sequestro a Michele Angelo Fichera per una «ingiustificata sproporzione di circa 800mila euro» fra beni mobili e immobili acquisiti dal nucleo familiare negli ultimi vent’anni rispetto alla quasi totale assenza di redditi dichiarati. A questo sono arrivate le indagini dei finanziari del comando provinciale di Catania che, su proposta della procura etnea, hanno eseguito il sequestro di proprietà e disponibilità finanziarie riconducibili al 52enne Fichera.
Nel tracciare il profilo di Fichera, emerge il legame di parentela con Francesco Pistone, detto vurpitta (piccola volpe), ex reggente del clan Laudani. Fichera è, infatti, sposato con Venera Pistone – la sorella di Francesco – ed è quindi cognato del boss pregiudicato. Pistone ha retto dal 2000 al 2004 il clan dei Laudani fino a quando, nell’agosto di quell’anno, è stato arrestato dopo un periodo di latitanza e dopo essere stato inserito dal ministero dell’Interno tra i 500 ricercati più pericolosi d’Italia. L’uomo è stato condannato per associazione mafiosa e il suo nome ritorna in una delle inchieste di mafia più eclatanti degli ultimi anni, Vicerè. Nel gennaio del 2015, Pistone subisce un agguato a San Giovanni La Punta mentre si trova all’ingresso di un bar di viale della Regione. Quattro colpi di pistola calibro 7.65 sparati da un uomo a piedi lo raggiungono a un braccio e alle gambe. Da subito, le modalità dell’attentato fanno pensare a un avvertimento. Sei giorni dopo la polizia arresta Filadelfio Pappalardo, un pregiudicato per reati in materia di armi, che avrebbe agito non per logiche mafiose, ma per motivi personali legati alla relazione con una donna. Per farlo avrebbe anche superato l’handicap che lo costringe da anni sulla sedia a rotelle imbottendosi di morfina.
Altra parentela acquisita da Michele Angelo Fichera è quella con Orazio Musumeci. Il 30enne, che lo scorso maggio è stato oggetto di un cospicuo sequestro di beni (per un valore di 300mila euro) disposto dalla sezione misure di prevenzione del tribunale etneo, ha sposato la figlia di Fichera, diventandone il genero. Musumeci è stato coinvolto in diversi procedimenti per spaccio di droga commessi insieme a soggetti contigui alla criminalità organizzata etnea del clan Laudani orbitanti, soprattutto, nel quartiere Villaggio Sant’Agata.
A Fichera sono stati sequestrati un’unità immobiliare di 84 metri quadrati nel quartiere Villaggio Sant’Agata, un’autovettura intestata alla moglie e un motociclo. La pericolosità sociale del 52enne è testimoniata anche dalla sentenza del tribunale di Ragusa che, lo scorso gennaio, lo ha condannato a due anni e sei mesi di reclusione per traffico di sostanze stupefacenti commesso tra Catania e Modica nel 2016. Le scorte di cocaina, hashish ed eroina sarebbero state fatte nel capoluogo etneo per poi rivedere le droghe nella città del Ragusano. Ancora prima, Fichera era stato condannato anche per un tentato furto in una abitazione.
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