Un laboratorio per conoscere, ideare, gestire e realizzare spazi di aggregazione giovanile in città. Fatto dai giovani, per i giovani. In un territorio, come quello catanese, in cui «al di là di alcune sparute e coraggiose eccezioni, gli unici luoghi di aggregazione rimasti e alla portata di tutti sono i centri scommesse e i centri commerciali». Si chiama Ma che spazio mi rappresenta? ed è un’iniziativa promossa e coordinata da Arci Catania. Dove ragazzi e ragazze – tra i 18 e 25 anni – potranno apprendere e sperimentare sulla questione degli spazi per la socialità, per la cultura, per la creatività, attraverso linguaggi moderni e stimolanti come quelli di radio, video e stampa. Per capire come funzionano le modalità di gestione e instaurare un rapporto con le istituzioni per avanzare idee e proposte. Prendendo spunto dagli esempi delle realtà presenti e indagando su quello che invece non c’è. E «fare qualcosa per smuovere le acque in questa città».
Giovani, studenti, migranti, liberi cittadini, «chi non ha a disposizione molto denaro per il suo tempo libero, si trova davanti ad uno scenario davvero poco gratificante», scrivono gli organizzatori del laboratorio su Facebook. «Zero spazi per la libera socialità, per la cultura, per la divulgazione del pensiero critico, per la promozione di momenti di solidarietà e scambi culturali». Questo il contesto in cui si ritrovano i catanesi, dove – continua la nota di Arci Catania – «quel poco che cè va affittato, comprato, pagato. A meno che non si decida di far fruttare qualche voto in più alle prossime elezioni».
Per questo l’idea, nata da una necessità dei cittadini, di contribuire a crearsi da soli nuovi spazi in città. Attraverso uno strumento – articolato in dieci incontri dal 28 novembre a metà marzo – sovvenzionato dallUnione europea nellambito del programma Gioventù in Azione e co-finanziato dalla Regione siciliana. Un percorso in cui i giovani catanesi, aiutatati da responsabili locali di politiche giovanili, realizzeranno un lavoro di mappatura di spazi ed esperienze di partecipazione giovanile in città, ma anche di quei luoghi che potenzialmente potrebbero esserlo e invece sono abbandonati o malgestiti. Realtà che racconteranno tramite lo strumento della videoinchiesta. Durante il corso, poi, i partecipanti instaureranno anche un rapporto con le istituzioni, «che porterà alla presentazione di istanze al Comune per la gestione di spazi da destinare a centri di aggregazione» e all’eleborazione di un progetto finale condiviso tra tutti i partecipanti.
Il laboratorio conivolgerà contemporaneamente anche ragazzi di altre città italiane, coordinati dai responsabili di politiche della gioventù di cinque associazioni che operano in Lombardia, Piemonte, Puglia, Toscana e Lazio. A lavori conclusi, i partecipanti delle singole città si scambieranno le rispettive esperienze e progetti durante lincontro nazionale conclusivo, che si terrà a Catania dal 15 al 18 marzo 2013.
[Foto di Arci Catania]
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