Sentenza senz’appello per Nelli Scilabra (voluta da Lumia): un 2013 da totale fallimento!

“GIUDICATEMI TRA SEI MESI”: QUESTE LE PAROLE PRONUNCIATE ALLA PRIMA INTERVISTA. NOI ANALIZZIAMO UN ANNO DELLA SUA ATTIVITA’ DI GOVERNANTE. RISULTATO: UN DISASTRO

“Mettetemi alla prova, magari tra sei mesi potrete dire se valgo o no”. Con queste parole rilasciate al quotidiano La Repubblica, Nelli Scilabra, nel lontano 30 novembre 2012, ha esordito nel mondo dell’informazione da assessore regionale alla Formazione professionale.
Un anno dopo i risultati sono sotto gli occhi di tutti: un disastro totale. Dei propositi sbandierati alla prima uscita, l’assessore Nelli Scilabra non ne avrebbe azzeccato alcuno. Lo sfracello in cui è piombato il settore della Formazione professionale semmai è emerso con chiarezza nei risultati scarsi e inadeguati raggiunti dal Governo di Rosario Crocetta.
Il bilancio di fine 2013 ha consegnato un settore nel caos, il cui stato di salute nel complesso è peggiorato. Alla fine del “rodaggio” la prova non è stata superata e quindi l’assessore Scilabra si sarebbe beccata una sonora ‘bocciatura’.

Sin dall’inizio le critiche per la scelta del presidente Crocetta di una studentessa universitaria a capo della delega all’Istruzione e la Formazione professionale non si sono fatte attendere. “Non è un concorso per titoli”, aveva replicato la Scilabra alla giornalista durante l’intervista, aggiungendo: “Non credo che ci sia un collegamento tra il fatto che non sono laureata e il mio ruolo da assessore”.
È vero, non esiste una correlazione diretta tra il ruolo di assessore regionale e quello di laureato, magari nell’indirizzo specialistico richiesto dal ramo dell’amministrazione. La politica siciliana ci ha abituato a tutto ed il contrario di tutto.
Però l’assenza di un percorso universitario nella scelta dei predecessori, spesso, è stata compensata dall’esperienza politica e professionale od ancora dal suffragio popolare. Nel caso della giovane ed inesperta assessore tutte queste caratteristiche sono venute a mancare.
Il richiamo nell’intervista all’ “attivismo politico” è stato l’inutile tentativo della Scilabra di lanciare un messaggio credibile al mondo degli operatori della Formazione professionale. Credibilità che si è presto rivelata debole nell’impulso politico e amministrativo. Parole che nascondevano, invece, arroganza e presunzione, confermate dalle successive esternazioni rilasciate nel corso dei mesi e riscontrabili anche in molti interventi ai vari tavoli tecnici di lavoro, quando chiamata nel confronto con le parti sociali a sostenere le ragioni del Governo sulle criticità del settore, è esondata nel linguaggio sciolinato.
Nello strenuo tentativo di “darsi un tono”, la Scilabra si è spinta oltre affermando che “di scuola e università mi occupo da anni”.

Alcune domande. È sufficiente essere iscritti ad un corso di laurea per poter affermare di avere maturato esperienza e quindi competenze e conoscenze approfondite in settori nevralgici per la società siciliana come la scuola e l’università? E poi, ci chiediamo, in quanto tempo avrebbe acquisito tali competenze vista la giovane età? E come mai ad oggi queste conoscenze non sarebbero state messe a disposizione per promuovere progetti e bandi, fermi dal 2012?
Meno male che almeno sulla Formazione professionale non l’ha sparata subito. Infatti nella delicata delega del settore tra i più chiacchierati degli ultimi anni in Sicilia si è mantenuta abbottonata. La stessa ricordiamo aver dichiarato che “Sulla formazione ammetto che devo studiare e lo sto già facendo. Per fortuna arrivo in un assessorato pieno di gente competente dalla quale attingere a piene mani. Io ci metterò tutto il mio impegno e non avrò paura di chiedere quando avrò un dubbio”.
Qui casca l’asino. Eh sì, cara assessora, un anno non è bastato per imparare a gestire il complicato e complesso mondo della Formazione professionale. Un universo amministrativo costellato, difatti, da una giungla di leggi regionali, decreti e atti amministrativi, oltre che disposizioni nazionali e comunitarie. E quel che è peggio, la “gente competente” richiamata nella dichiarazione – chiara allusione a dirigenti e funzionari regionali -in larga parte è stato “cacciata” dall’assessorato probabilmente proprio perché troppo competente.
Quindi non solo l’assessora non ha imparato velocemente a conoscere i meandri più profondi dei meccanismi di funzionamento del settore, ma ha anche bruciato la possibilità di “attingere a pieni mani” da quella gente professionalizzata che operava al dipartimento Formazione professionale prima che il Governo Crocetta ne trasferisse d’imperio quasi un centinaio.

In merito poi ai propositi ed agli obiettivi dell’azione politica nei settori oggetto di delega, richiamati nell’intervista, il risultato è sotto gli occhi di tutti. La legge sul diritto allo studio non esiste, il monitoraggio degli enti formativi è fallito se riferito alle rendicontazioni finali dei progetti, il cui ritardo è rimasto ed anzi con ogni probabilità si è incrementato. Se il riferimento è agli arresti di diversi presidenti di Enti formativi ed alla consequenziale revoca dell’accreditamento, beh, allora è positivo ma di certo non può definirsi attività di monitoraggio. In tal caso è più appropriato parlare di attività investigativa.

Sull’uso dell’auto blu è il caso di stendere un velo pietoso. L’assessora ha sconfessato se stessa e quanto dichiarato al quotidiano La Repubblica nella citata intervista. L’auto blu non è stata utilizzata solamente per gli spostamenti istituzionali, ma anche per andare a votare all’università, come hanno raccontato le cronache giornalistiche. Non sappiamo, inoltre, se la Scilabra, che all’epoca dell’intervista meditava di devolvere una quota del proprio ‘stipendio’ alle Consulte degli studenti medi che, a suo dire “non hanno soldi nemmeno per organizzare un concerto”, abbia dato seguito al suo proposito.

Assolutamente debole, infine, il richiamo all’autonomia di azione e pensiero, una sorta di decisionista sgombra dai “suggerimenti” dei riferimenti politici. Un burattino nelle mani dei burattinai? Richiamiamo la battuta sull’argomento,
“Nel PD sono di certo vicina sia a Lumia che a Crocetta, così come a Pino Apprendi. Ma chi mi conosce sa che non ho padrini. La scelta del mio nome è solo di Rosario, che sta correndo un rischio enorme: non dormo la notte per la responsabilità che mi sento addosso”.
Che l’abbia scelta il presidente Crocetta non vi sono dubbi. Alla stessa stregua non vi sono dubbi sul fatto che al governatore siciliano il nome lo hanno fatto i parlamentari dalla stessa Scilabra citati. Poi sul fatto se dorma o meno per la responsabilità, sarebbe il caso che l’assessora provi ad immaginare come si dorma senza stipendi da due anni e con la famiglia da mantenere. Se vuole approfondire l’argomento, può chiedere ‘notizie’ ai dipendenti della Formazione. Su tale argomento dovrebbero essere ‘esaustivi’…

Non vi è dubbio, a distanza di un anno, il risultato è chiaro, fallimento su tutta la linea tracciata.

Giuseppe Messina

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