Le compagne di banco e le amiche del cuore da Catania a Singapore si chiamano Nana e Hachi per ricordare al mondo e a se stesse il loro legame indissolubile. In rete si moltiplicano i forum e i siti dedicati, per non parlare del merchandising e dei prodotti collaterali: può un semplice fumetto tramutarsi in fenomeno di identificazione per migliaia di ragazzine?
È quel che è successo a Nana, il famosissimo manga giapponese divenuto, nel giro di pochi anni, un vero e proprio cult tra le adolescenti di mezzo mondo.
La trama si incentra sulla storia di Nana Osaki e Nana “Hachi” Komatsu, due ragazze che lasciano il paesino di provincia in cerca di fortuna e successo nella grande capitale Tokio. Si conoscono per caso sul treno, e per caso scoprono di avere lo stesso nome, Nana – che in giapponese vuol dire sette (numero fortunato in questa cultura). E sempre per caso si ritrovano a voler affittare lo stesso appartamento al numero 707, al settimo piano, ovvio no?
Da questo incontro in poi si sviluppa rapporto di amicizia sempre più forte, quasi viscerale tra le due ragazze che, nel corso degli episodi, le porterà a compiere un percorso di crescita,e la loro profonda e intima amicizia arriverà perfino a confondersi con l’amore. Non un amore-passione, ma l’amore di due anime destinate a stare insieme ovunque nel tempo e nello spazio (anche se c’è chi in rete, mostra di avere qualche dubbio).
Tutto parte dal fumetto. Un insieme di disegni e dialoghi che danno vita a storie coinvolgenti, divertenti, a volte malinconiche.
Genere popolarissimo in Giappone, numerosi esempi di manga hanno avuto grande diffusione tra i giovani e i meno giovani. Ora la tendenza è appunto lo shojo un sottogenere che tratta argomenti rivolti ad un pubblico prettamente femminile. Dimostrazione della sua popolarità anche in Italia è data dall’ammirazione soprattutto da parte delle giovanissime, che si identificano sempre di più nelle due protagoniste.
Basato tutto sui sentimenti: quello dell’amore che si riduce alla passione di una notte, dell’amore mercenario ma anche romantico e irraggiungibile perché lo scontro con la realtà lo impedisce. I temi affrontati possono sembrare i soliti a chi legge la trama. Ma, dicono le fans che abbiamo interpellato “per poter apprezzare e di conseguenza amare un manga, e questo in particolare, bisogna leggere i dialoghi e osservare con attenzione gli sguardi, le linee, i colori e le forme che mettono davvero a nudo l’anima di ogni personaggio”.
Nato dalla brillante mano di Ai Yazawa, questo manga trova la sua fortuna prima in patria (a partire dal 2000), e poi all’estero. In Italia arriva nel 2002, edito da Planet Manga. Composto da 19 volumetti, ancora in corso di pubblicazione, il suo successo è stato talmente inaspettato che la casa editrice ha dovuto ristampare una nuova edizione, “Nana Collection”, con volumi più simili nella forma e nel contenuto a quelli originali giapponesi.
Dal manga Nana è stato tratto anche un anime, vale a dire un cartone animato, di 47 episodi, curato per l’Italia dalla Dynit che lo ha già reso disponibile in dvd ad appena pochi mesi dalla sua prima messa in onda su Mtv nel 2007. L’anime rispetta nei contenuti e soprattutto nella forma tutte le caratteristiche che hanno reso il manga e anche l’anime affascinante ed emozionante. Ovviamente l’anime ha una sorta di fine che fa preannunciare una seconda stagione, dato che ancora il manga è in fase di lavorazione.
Come se tutto questo non bastasse ad affermare il successo planetario di questo manga sono stati tratti due live movie (con attori in carne e ossa): “Nana” e “ Nana 2” (l’originalità, evidentemente, fa difetto a editor e titolisti da quelle parti).
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