Sea Watch, la nave è arrivata al porto di Catania Ad attenderla sul molo forze dell’ordine e attivisti

È partita all’alba di questa mattinata, intorno alle 6.15, dalla rada di Siracusa la nave SeaWatch 3, rimasta bloccata una settimana in attesa di un accordo Ue sulla destinazione dei 47 migranti a bordo. La nave, scortata da motovedette della guardia costiera e della guardia di finanza, dopo oltre tre ore di navigazione, è arrivata adesso nel porto di Catania. Poco dopo le 11, è cominciato lo sbarco dei naufraghi. La loro discesa dalla scaletta nella nave è stata accompagnata dagli applausi dei componenti l’equipaggio dell’Ong. «Siamo contenti che il calvario sia finito per i nostri ospiti. Auguriamo loro il meglio. Speriamo che l’Europa possa accoglierli e permettergli di vivere come meritano», hanno scritto su Twitter dalla ong tedesca. Intanto, stando a quanto si apprende, i minorenni sono stati destinati da un provvedimento del tribunale per i minorenni di Catania a strutture protette della provincia di Siracusa.

Ad accoglierla sul molo – oltre a polizia scientifica, guardia finanza, carabinieri e Croce rossa – c’è un gruppetto di volontari e attivisti di associazioni, non solo catanesi ma anche venuti da Siracusa. Sulla nave sono poi saliti due medici e un mediatore culturale. «Per noi è una festa a metà, perché è una vicenda che avrebbe dovuto trovare una giusta conclusione molto prima», dicono i giovani studenti dell’Istituto nazionale del dramma antico di Siracusa che, con i loro canti, hanno animato tutti i presidi e le manifestazioni degli scorsi giorni nel capoluogo aretuseo

Oramai più di venti ore fa è arrivato l’
annuncio del presidente del consiglio, Giuseppe Conte, con il via libera del governo per lo sbarco dei 47 migranti a bordo della nave dell’ong tedesca battente bandiera olandese. Dopo ore di indecisioni sul luogo dell’attracco, alla fine, è stato scelto il porto di Catania e non quello di Siracusa – dove il sindaco Francesco Italia aveva dato, sin da subito, piena disponibilità – per «la presenza di centri ministeriali per l’accoglienza dei minori», fanno sapere fonti del Viminale. Motivazioni tecniche: l’ultimo sbarco di migranti a Siracusa risale al 2013. Da allora sono stati altri i porti della Sicilia orientale scelti per mettere in moto la macchina dell’accoglienza: Catania, Messina, Pozzallo e Augusta. Ma nell’altro porto in provincia di Siracusa, dallo scorso settembre, non è più attivo l’hotspot. 

«Non è un caso che come porto di destinazione della
Sea Watch sia stato scelto quello di Catania – commenta Alfonso Di Stefano della Rete antirazzista catanese – Qui, del resto, c’è una procura che ha già avviato altre indagini in situazioni del genere». In effetti, il procuratore Carmelo Zuccaro, da tempo, ha concentrato la propria attenzione sull’operato delle delle ong, chiudendo però al momento solo un’indagine sul presunto smaltimento illecito di rifiuti da parte della nave Aquarius di Medici senza frontiere.

I quindici minorenni non accompagnati sbarcati dalla Sea Watch saranno accompagnati in un’unica struttura per la loro accoglienza che aderisce al Fondo asilo migrazione e integrazione (Fami) del ministero dell’Interno. La notizia è confermata dal Tribunale per i minorenni di Catania che ha nominato i tutori per ciascun ragazzo e al quale da adesso spettano tutte le decisione per la loro tutela. «Al nostro Tribunale – rivela alle agenzie la presidente Maria Francesca Pricoco – sono arrivate da tutta Italia domande di persone disponibili a fare loro da tutore, ma le nomine sono state già fatte e sono esecutive».

Salvo Catalano

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