Se il potere si prende la nostra vita

DUM ROMAE CONSULITUR, SAGUNTUM EXPUGNATUR

Tito Livio, Storie, XXI, 7,1

(Mentre a Roma si discute, Sagunto viene espugnata)

di Giovanni Maduli

Da decenni ormai le banche hanno preso possesso dell’economia e della finanza mondiali. Le banche hanno la loro polizia privata, la polizia europea con sede in Italia, con poteri e immunità illimitate e non perseguibili nemmeno dalla magistratura. Le banche italiane, con il così detto decreto salva Italia (art. 44), avranno le carceri private. Assistiamo giornalmente alla distruzione dello Stato sociale e democratico; quello Stato voluto e ottenuto dai nostri padri a seguito di lotte e sacrifici spesso duri e sempre pesanti.
Assistiamo alla delegittimazione della magistratura che, non appena si permette di puntare il dito contro qualche potente di turno, viene subito umiliata e dileggiata, anche dai media. Assistiamo alla cancellazione del futuro non solo nostro, ma soprattutto dei nostri figli. E tutto questo è ancora più grave e più pesante per noi meridionali di questa Italia divisa in due parti: una che prende e l’altra che dà. Da centocinquanta anni.
Il potere del denaro e la sete di potere hanno soppiantato in tutto il mondo, e in quello occidentale in particolare, i valori di solidarietà, umanità, rispetto, collaborazione, altruismo, semplicità, modestia e tanto, tanto altro.
Vige il credo dell’ “apparire”. L’ “essere” non ha più alcun significato. In questa cloaca di vicende, volute in primis da popoli stranieri e lontani che nulla avevano e hanno a che vedere con la profonda e sobria cultura mediterranea, i rappresentanti dei popoli si sono via via adagiati sulle comodità dei piaceri e delle lusinghe offerte dal potere stesso, paghi del loro auto referenzialismo, sordi ai bisogni dei popoli e delle genti. I poteri forti, tutti, nessuno escluso, anche quelli religiosi, questi ultimi indifferenti ai bisogni veri dei suoi fedeli, hanno pian piano deposto le armi; da un lato ricattati da chi li minacciava di totale distruzione, da un lato ammaliati dai “vantaggi” che la collusione con certi poteri prometteva e promette.
Tutto sulle spalle dei popoli e del loro futuro. Il mondo si avvia a cancellare la classe media. Presto ci ritroveremo in un nuovo medioevo diviso in servi (la maggioranza) e serviti (una esigua minoranza).
E noi, noi cittadini di oggi, figli di quei padri che lottarono e soffrirono per offrirci un futuro migliore, guardiamo impassibili il disfacimento del loro duro lavoro, del loro duro progresso sociale. Noi siamo e saremo responsabili non solo delle nostre sventure, ma anche e soprattutto di quelle dei nostri figli. Con quale coraggio potremo domani guardarli negli occhi sapendo che nulla abbiamo fatto per impedire che ciò accadesse?
E’ facile scrivere da dietro una tastiera di pc; indignarsi a parole e mandare invettive contro tutto e tutti. Ha ragione Paolo Barnard quando dice che siamo tutti “rivoluzionari da tastiera”, incapaci di mettere in atto vere forme di protesta ancorché democratiche e legittime. E non ci si rende conto che le tastiere, i pc, i blog, Facebook, Tweetter e tutte quelle forme di falsa socializzazione in realtà ci allontanano di fatto gli uni dagli altri. Siamo tutti “connessi”, tutti “collegati”, ma in realtà siamo tutti soli nelle nostre stanze a strimpellare frasi più o meno ovvie e più o meno scontate sulle nostre tastiere. Abbiamo perso il senso del contatto umano, dello stare insieme, del discutere de visu. Ci sentiamo tutti partecipi di un mondo di “connessioni” e di “contatti” mentre in realtà, proprio a causa di quegli strumenti che ci fanno sentire così vicini, non siamo mai stati così lontani gli uni dagli altri. Divide et impera dicevano i latini e questo è ciò che “loro” stanno facendo.
I siti, i blog, i vari facebook e quant’altro non sono altro in realtà che strumenti per controllarci, farci sfogare psicologicamente e, soprattutto, tenerci di fatto divisi però facendoci credere di vivere in una democrazia. E tutto deve servire a questi scopi. Il calcio ci divide e ci impegna in fazioni opposte che si combattono e che servono soprattutto a fare sfogare eventuali istinti focosi di qualche facinoroso. Le televisioni hanno perso ogni valore culturale. La vita sociale reale non esiste più. Chi più chi meno siamo tutti nemici gli uni degli altri; non ci si saluta neppure fra condòmini di uno stesso stabile. Si ha perfino vergogna di chiedere al vicino un po’ di sale se ne manchiamo.
E noi ciechi, non vediamo e non capiamo. E ci lasciamo manipolare e dividere come pecore di un branco da macello. Invece di unirci ci dividiamo: noi, loro, gli altri… Ma chi siamo i “noi”? Chi sono i “loro”? Chi sono gli “altri”? In realtà siamo noi tutti; tutti i cittadini di questo mondo avviato verso il totalitarismo più bieco e spregiudicato, a confronto del quale i totalitarismi del passato sembreranno semplici esercitazioni. E ci lasciamo dividere, stupidamente, anche al nostro interno. Il mondo meridionale in particolare, che è quello che più dovrebbe starci a cuore, non fa eccezione. Siamo divisi in una miriade di partiti, partitini e movimenti che spesso si spaccano e si dividono. Nasce il sospetto che in qualcuno non alberghi un sincero, leale e disinteressato senso di riscatto, ma semplicemente la banale e squallida voglia di riuscire a coltivare il proprio orticello; ritagliarsi una fettina anche minima di visibilità. Non si è compreso e non si comprende che solo una vera unità potrà forse porre le basi per un vero riscatto dei popoli e di quello meridionale in particolare. Non si è compreso che si è fatto il gioco del potere.
Non arriveremo da nessuna parte se continuiamo a dividerci ed a farci dividere. Non arriveremo da nessuna parte se continueremo a non vedere ciò che accade intorno a noi. Non arriveremo da nessuna parte se non ci informiamo. Spegniamo le televisioni, buttiamo i giornali, scendiletto del vero potere più o meno occulto. Usiamo internet, leggiamo cosa scrivono gli altri e, soprattutto, smettiamo di credere in ideologie del passato come la “destra” o la “sinistra” che (leggendo si apprende anche questo), sono state create a tavolino dallo stesso potere. Chi ha ancora idee di “destra” legga qualcosa di “sinistra”; chi ha idee di “sinistra” legga qualcosa di “destra”; chi è religioso legga qualcosa di chi non lo è e viceversa. Solo così avremo una idea meno offuscata di quel che il potere ha in serbo per noi. Quel potere che indistintamente ha finanziato e promosso la rivoluzione bolscevica ed il nazismo di Hitler, la rivoluzione francese e tanto altro. Quel potere che ha a volte osteggiato, a volte osannato la Chiesa. Apriamo gli occhi! Riappropriamoci della nostra vera identità che è una identità di uomini liberi e pensanti, ognuno con le proprie legittime tendenze. Riappropriamoci della nostra dignità!
Incontriamoci,uniamoci, vediamoci e lasciamo agli strumenti del web solamente la funzione sola che loro dovrebbe competere: tenerci informati e darci appuntamenti.
Abbiamo assistito all’annullamento della nostra Costituzione; andiamo in guerra quando ci è espressamente vietato; subiamo un governo imposto al di fuori di ogni regola democratica e costituzionale; subiamo lo strapotere di poteri esterni (ma anche interni) che ci dicono cosa dobbiamo o non dobbiamo fare;

abbiamo subìto la perdita della sovranità monetaria;

abbiamo subìto la perdita della sovranità politica;

abbiamo subìto la perdita della cultura;

abbiamo subito l’avvento dei poteri mondiali finanziari;

abbiamo subìto la nascita di una polizia europea (in realtà dei banchieri) che non ha alcun limite e non è perseguibile da alcuno;

stiamo subendo la nascita delle carceri private nelle quali sarà obbligatoria la compartecipazione delle banche;

abbiamo subìto e continueremo a subire la perdita dei nostri diritti;

abbiamo perso il diritto di scegliere i nostri rappresentanti in Parlamento;

abbiamo subìto l’appropriazione indebita di tutte le frequenze TV;

abbiamo subìto l’estorsione della nostra moneta reale e saremo sempre più obbligati ad usare una teorica moneta elettronica;

si parla di microchip sottocutanei per controllare di ognuno cosa farà, dove andrà, cosa comprerà;

abbiamo perso la nostra privacy; siamo sempre controllati, nelle autostrade, per strada, in banca, nei supermercati;

subiamo il Codex Alimentarius;

subiamo gli OGM;

subiamo i disboscamenti selvaggi e l’inquinamento dei mari;

subiamo le trivellazioni selvagge nei nostri territorii e nei nostri mari;

subiamo l’inquinamento radioattivo dei nostri territori e delle nostre falde idriche;

subiamo la crescite esponenziale di allergie, intolleranze alimentari, tumori;

subiamo la negazione delle cure del cancro;

subiamo inconsapevolmente l’avvelenamento dell’aria attraverso il rilascio clandestino di scie chimiche;

subiamo la negazione di energie alternative, pulite e gratuite per tutti;

subiamo il progetto H.A.A.R.P. e forse il condizionamento dei nostri climi;

Cosa altro dobbiamo subire per comprendere che non è più il momento delle sole discussioni? Che è giunto il momento di unirci, di collaborare, di reagire?

Ma per favore, non su Internet.

———

Inviato a Notizie Neoborboniche, ad A. Pagano per Nazione Napulitana ad Eleaml, a Duesicilie.org. ed a Sciaccaborbonica.

 

Giovanni Maduli

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