Se il mal di testa colpisce i bambini

di Rossella Catalano

Anche i bambini soffrono di emicrania.  Il nostro giornale si è già ampiamente occupato di mal di testa da cefalea, un disturbo che colpisce milioni di persone di qualsiasi età e sesso. Ne abbiamo parlato attraverso il parere di un esperto e abbiamo raccontato la dolorosa esperienza personale di un paziente emicranico.

Oggi ci occupiamo del mal di testa nei bambini. Sembra, infatti, che l’emicrania nei più piccoli sia uno dei problemi neurologici più frequenti. Affrontiamo il tema con Angelo Vecchio, neuropsichiatra infantile e responsabile presso Uoc Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’adolescenza – ambulatorio dedicato di 2° livello: Diagnosi e Trattamento delle cefalee in età evolutiva – presidio “Aiuto Materno”, di Palermo.

Dottor Vecchio, il mal di testa da cefalea colpisce una grossa percentuale della popolazione mondiale, un disturbo che può presentarsi anche in età evolutiva. Ci spiega perché?

“Anzitutto, va precisato che anche i bambini, come gli adulti, possono soffrire di dolori da mal di testa le cui origini possono essere banali e facilmente risolvibili o, comunque, non necessariamente legati a fattori neurologici. Tuttavia, in questi ultimi anni, osserviamo che, sempre più frequentemente, anche i bambini vengono colpiti da mal di testa da cefalea, le cui cause possono essere: genetiche, vascolari o neuronali. Solitamente ad essere colpiti da cefalea sono quei bambini che hanno uno e entrambi i genitori affetti anch’essi dalla stessa patologia. Vi è, poi, una serie di fattori cosiddetti scatenanti, quali: disagio emotivo, stress, traumi familiari, tensioni scolastiche, disturbi del sonno, digiuno o errata alimentazione”.

Quali sono i tipi di cefalea più diffusi nel bambino?

“Più comuni, nei bambini, sono quelle forme di cefalea cosiddette “primarie”, come l’emicrania e la cefalea di tipo tensivo, quest’ultima più frequente in età adolescenziale. L’emicrania nel bambino (a differenza di quella adulta che si presenta sotto forma di dolore localizzato in una zona della testa), si estende in modo bilaterale, provocando talvolta anche disturbi del campo visivo, disturbi gastrointestinali e talvolta anche difficoltà motorie. Abbiamo osservato come nell’adulto la malattia può, in alcuni casi, essere invalidante”.

Quanto può influire invece il mal di testa nella vita di un bambino?

“Il mal di testa in un bambino influisce certamente in misura rilevante. Se l’emicrania sopraggiunge o si protrae in età scolastica, può addirittura condizionare negativamente la vita sociale del bambino. Non a caso, spesso, il bambino cefalalgico appare svogliato, distratto, introverso e insicuro”.

La cefalea precoce può cronicizzarsi col passare del tempo?

“Certo che sì. L’insorgere precoce della cefalea è spesso causa di cronicità in età adulta. Per questo motivo è estremamente importante agire tempestivamente sul problema. Prima ci si rivolge al medico, pediatra o specialista, prima si risolve o si attenua la malattia”.

I pazienti emicranici lamentano spesso le innumerevoli difficoltà che incontrano durante il percorso pre-diagnostico. Le stesse difficoltà ci sono anche per i piccoli pazienti?

“Per quanto riguarda il bambino posso certamente affermare che la collaborazione tra pediatri e specialisti è piuttosto coordinata, nel senso che il pediatra, in genere, legge e interpreta immediatamente i segnali che portano poi il bambino ad essere seguito da medici specializzati presso i centri preposti. Le difficoltà diagnostiche che il paziente adulto incontra sono spesso conseguenza di uno scarso dialogo tra medici-pazienti-familiari. Sappiamo che l’emicrania è una di quelle malattie le cui cause possono essere le più svariate e ciò, naturalmente, complica l’iter per giungere ad una corretta valutazione clinica. Non a caso, al paziente cefalalgico, viene anzitutto consigliato di prestare sempre particolare attenzione ai propri disturbi e di annotare, nel cosiddetto ‘diario del paziente’, sintomi, frequenza del disturbo, intensità e durata del dolore. Tutte informazioni utili per giungere più precocemente ad una corretta diagnosi dei singoli casi. E’ chiaro che al piccolo paziente, spesso incapace di esprimere con chiarezza il dolore di cui è affetto, non si può chiedere ciò”.

Da qui l’importanza dei genitori…

“Infatti. Nel caso del bambino, sono proprio i genitori che hanno il compito di osservare e ascoltare ogni piccolo segnale che il bambino, a modo suo, invia. I genitori, devono anzitutto non sottovalutare i pianti o i lamenti che, a prima vista, possono sembrare solo capricci. Ma allo stesso tempo, non devono nemmeno farsi prendere dall’ansia, magari, trasmettendo al figlio uno stato d’animo che finirebbe solo con l’acuire il problema. Il primo passo da compiere, quando compaiono i primi sintomi da mal di testa, è quello di rivolgersi al pediatra, il quale, se il caso lo richiede, inviterà il genitore a sottoporre il bambino alle cure di uno specialista”.

Abbiamo più volte raccontato ai nostri lettori che il mal di testa da cefalea, può essere attenuato e, in alcuni casi, curato attraverso l’uso “equilibrato” di determinati farmaci. La cura farmacologica è indicata anche nel caso del bambino cefalalgico?

“Anzitutto, bisogna capire qual è l’origine del mal di testa, quindi diagnosticarlo. Se è sintomo di un disturbo psicologico o, comunque, una risposta sintomatica ad un malessere emotivo, allora sarà necessario valutare con l’aiuto del o dei genitore e quindi decidere quali interventi adottare. Se invece, il mal di testa è causa di altre patologie allora sarà anche ipotizzabile la somministrazione di farmaci, ma solo una volta individuata la causa e solo se espressamente indicato dal medico”.

 

Redazione

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