Scuole a pezzi, arrivano 7 milioni dai Pon I presidi: «Unico modo per ottenere fondi»

«C’è indubbiamente un carico di lavoro impegnativo per partecipare a questi bandi, ma nella situazione attuale del bilancio del Comune di Catania è l’unico modo per ottenere finanziamenti». Cristina Cascio, dirigente dell’istituto comprensivo Angelo Musco del Villaggio Sant’Agata, quartiere popolare a sud di Catania, ha appena ottenuto la conferma: la sua scuola riceverà 350mila euro, provenienti dai fondi strutturali europei Pon Fesr destinati alla Sicilia per il periodo 2007-2013.

Sono finanziamenti a fondo perduto, destinati al miglioramento della «qualità degli ambienti scolastici», e vi accederanno un totale di ventuno istituti scolastici comunali, per una cifra complessiva di sette milioni 350 mila euro. Soldi attesi, però, fin dal 2010, quando tutti gli istituti coinvolti presentarono «progetti redatti dagli Istituti stessi, avvalendoci della consulenza del servizio manutenzione del Comune per quanto riguarda gli aspetti tecnici. Ma assumeremo noi la responsabilità dei lavori, figurando come Rup (responsabili unici del procedimento, ndr)», spiega Cascio. Che potrà destinare i fondi solo a una parte dell’Istituto, «la sede di via dell’Agave a San Giorgio, l’unica agibile nel 2010, un requisito previsto nel bando».

Dal 2009 la quasi totalità del plesso principale dell’istituto Musco, in viale Giovanni da Verrazzano, è stato posto sotto sequestro dall’autorità giudiziaria per gravi problemi strutturali, ma questi fondi non accelereranno i tempi di consegna della struttura. «I lavori di messa in sicurezza sono a buon punto, ma non ancora conclusi – continua la preside – La maggior parte delle classi adesso è in viale Castagnola, a Librino, in un plesso completato ufficialmente solo il mese scorso». Ma anche il plesso di via dell’Agave, a San Giorgio, non è privo di problemi: i 350 mila euro serviranno per la manutenzione della struttura, «costruita negli anni ’70 senza finestre nei bagni, che devono essere messe. Poi c’è un cornicione pericoloso da riparare e gli infissi dell’impianto elettrico da rifare. Quel che resta verrà usato per risistemare il cortile esterno, e le strutture sportive», spiega la dirigente scolastica, che spera «in un avvio della fase operativa in tempi brevi, i lavori poi dovranno essere completati in dieci mesi».

A poche centinaia di metri dalla Musco, in viale Nitta, ha sede un altro dei plessi destinatari dei fondi, una delle succursali dell’istituto comprensivo Pestalozzi. Anche qui 350 mila euro, da utilizzare per la manutenzione straordinaria. «Dobbiamo rifare le grondaie pericolanti, ma soprattutto cambiare tutti gli infissi. Sono a compasso, pericolosissimi», spiega il dirigente Santo Molino. Per il quale, nell’economia di un anno di gestione di un Istituto comprensivo con oltre mille alunni, «i soldi Pon Fesr, anche eliminando l’Iva e i costi di progettazione, si ridurranno a poco più di 250 mila euro. Una grande cifra rispetto al nostro budget annuale – commenta il preside – Fino a questa mattina ho avuto difficoltà a reperire i soldi per far riparare un gabinetto».

Un budget annuale da poco più di due milioni di euro quello della Pestalozzi, del quale il dirigente scolastico non ha difficoltà nel descrivere la composizione. «Circa due milioni di euro, quelli per le spese del personale a tempo indeterminato, più una cifra di circa 100 mila euro per il personale supplente e gli straordinari, vengono dal Ministero dell’istruzione, che ha interrotto l’invio dei fondi per i Pof, che pesavano per altri 50 mila euro», spiega Molino.

Altri fondi, quelli per la gestione ordinaria, vengono dalle Regione Sicilia. «Sono solo circa 15 mila euro l’anno, a cui si aggiungono fondi variabili dai quattro agli otto mila euro per la piccola manutenzione di cui è responsabile il Comune che è in arretrato – continua Molino – Quest’anno abbiamo ricevuto, in un’unica soluzione, i fondi degli anni dal 2002 al 2006. Ringraziamo il sindaco Raffaele Stancanelli per aver sbloccato questi fondi, ma ci sono ancora altri sei anni di arretrati», conclude il preside dell’istituto comprensivo Pestalozzi. Che, insieme alla Musco e agli altri istituti comprensivi De Amicis, Campanella-Sturzo, Corridoni-Meucci, Petrarca, Brancati, Malerba Recupero Capponi, De Roberto, D’Annunzio, Don Milani, Diaz, Manzoni, San Giorgio, Caronda, Montessori, Mascagni, Vespucci, Capuana-Pirandello, XX Settembre, Da Feltre,  e i circoli didatti Rapisardi e Pizzigoni – attende quelli che, secondo la preside Cristina Cascio «saranno gli ultimi fondi europei per molti anni».

Leandro Perrotta

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