Scuola Rapisardi, tentato rapimento all’entrata Zappalà (Pd) dà l’allarme su Facebook, ma è infondato

«Attenzione genitori: stamani nel cortile di una scuola del Catanese è entrata una signora ben distinta che, in un momento di confusione, voleva approfittarne per portare con sé un bambino. Cerchiamo tutti di stare più attenti. Fate girare questo messaggio condividendolo». A scrivere questo accorato annuncio su Facebook è il consigliere comunale Lanfranco Zappalà, volto storico del Partito democratico etneo. L’effetto del messaggio è immediato: più di mille condivisioni, decine di commenti e la richiesta di prendere provvedimenti per migliorare la sicurezza negli istituti scolastici. Ma il «tentato rapimento», secondo i racconti del personale scolastico e dei genitori di altri alunni della scuola, non sarebbe mai avvenuto.

Ieri, alle 13.35, alcuni alunni del circolo didattico Mario Rapisardi di viale Vittorio Veneto sono tornati a casa raccontando ai genitori che, mentre entrava a scuola al mattino, una compagnetta sarebbe stata oggetto di un tentato rapimento. È a partire da questo punto, abbastanza condiviso, che della stessa storia vengono date versioni diverse. La prima, quella dell’istituto scolastico e di alcune mamme, ridimensiona l’allarmismo iniziale: un genitore stava accompagnando ieri sua figlia e un’altra bambina a scuola. Poco distante dall’ingresso del plesso, una donna italiana e ben vestita lo avrebbe avvicinato e si sarebbe offerta di accompagnare la seconda bimba all’ingresso. L’uomo avrebbe rifiutato e, arrivato a scuola preoccupato, avrebbe avvertito il dirigente scolastico e il suo vicario. Insieme a loro avrebbe avvisato le forze dell’ordine, che avrebbero lasciato correre: «Probabilmente non c’era niente di cui avere paura, magari era stato solo un fraintedimento», raccontano dalla Mario Rapisardi. 

Non ci sarebbe stato niente di cui preoccuparsi, insomma. Anche se, nel cortile della scuola, un giorno dopo l’accaduto, i capannelli di genitori raccontano tutt’altra storia. «Ha afferrato la bambina per il braccio», dice qualcuno. «Le ha trascinate via», dice qualcun altro. «Ha seguito il padre urlando fin dentro al cortile», rincara la dose un padre. Per alcuni, la vittima del tentato rapimento era una bimba, per altri un maschietto. Per altri ancora erano due: un maschio e una femmina. E perfino sulla nazionalità della donna non c’è accordo: «Non per essere razzista – afferma una madre – però ci sono troppi rumeni che girano continuamente da queste parti, servono più controlli». Tutti, però, su una cosa sono d’accordo: «C’è stato il panico». A confortare la tesi che la paura generalizzata fosse giustificata un fatto: il direttore amministrativo, su incarico del dirigente scolastico, emana una circolare per rendere noto l’episodio e invitare il personale didattico a «prestare attenzione», dicono dalla scuola. Non è stato invece possibile raggiungere il consigliere Zappalà, il cui telefono ha a lungo squillato a vuoto.

«Sì, è vero, hanno rapito due bambini, li hanno fatti scomparire. Ma non erano i nostri figli, quindi non c’è problema», ridono alcuni. «La verità? È che i genitori quando si tratta dei bambini perdono la testa. Il fatto è che nessuno ha visto niente: ci sono voci, su voci, su voci. Basti pensare che questa signora prima era italiana e distinta, e oggi è una rom». «Per favore, non create allarmismo», invita una madre dal cortile della scuola. «Non è vero niente – continua – è stata solo un’esagerazione, forse qualcuno che cercava visibilità tramite Facebook. Nessun tentato rapimento, nessuno zingaro che ruba i bambini, solo due adulti che, probabilmente, non si sono capiti. Se inizia la psicosi poi qua non possiamo più stare tranquilli». «Su una stupidaggine si è costruito un putiferio – interviene un collaboratore scolastico – L’allarmismo è del tutto inutile». E, secondo l’interpretazione che va per la maggiore, assolutamente ingiustificato.

Cassandra Di Giacomo

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