Scuola Pirandello, lavori in corso da sei anni «Prima un gioiello, ora un campo di guerra»

«Questa scuola potenzialmente potrebbe accogliere diciotto classi e tornare il gioiello che era un tempo». A parlare così della Pirandello di Falsomiele, accorpata da alcuni anni al plesso Borgo Ulivia è il docente di matematica Antonio Di Caccamo, in passato anche vicepreside dell’istituto. A oggi sono rimaste solo quattro classi a causa dell’inagibilità della scala esterna di emergenza e delle condizioni precarie anche del primo e del secondo piano, inaccessibili da circa sei anni. «Lo scenario assomiglia a quello dei campi di guerra. I lavori di recupero – torna a dire Di Caccamo – sono iniziati solo da alcuni mesi e dovrebbero servire a ripristinare in breve i locali della scuola e i laboratori del passato». Sì perché la scuola vanta non solo una struttura architettonica all’avanguardia, ma anche aule ampie, laboratori attrezzati, una palestra moderna e un invidiabile sistema di cablaggio.

I problemi per la scuola Pirandello iniziano circa sei anni fa, quando il dirigente scolastico dell’epoca segnalò le cattive condizioni della scala di emergenza. Vigili del fuoco e protezione civile stabilirono che la ruggine che deteriorava la struttura non si poteva sistemare con un’ordinaria manutenzione, decretandone così l’inagibilità. A quel punto furono coinvolti anche i piani interni della scuola. Com’è possibile che ci siano voluti sei anni per iniziare i lavori di recupero? «La burocrazia di Palermo la conosciamo tutti, sappiamo quali sono i suoi tempi – spiega il professore -. Le pressioni al Comune, sia da parte dei docenti sia dei vari dirigenti, negli anni sono state continue ma non si è visto nessuno. L’impianto di riscaldamento, ad esempio, è rimasto fuori uso per ben otto anni».

A incidere in negativo sul cambiamento della scuola anche il trasferimento, negli anni, di quasi tutti gli insegnanti che componevano il copro docenti dell’epoca d’oro della scuola. «Ormai quello che era il gioiello del quartiere è vissuto oggi solo come un avamposto – dice – c’è un continuo ricambio di professori e dirigenti, come si possono concretizzare dei progetti di riqualificazione? Se si continuerà a considerare questa scuola solo come una depandance, non cambierà mai nulla». La realtà del quartiere, poi, non aiuta. «In passato si è preferito adibire a scuola locali affittati da privati anziché ripristinare e riorganizzare il patrimonio scolastico comunale esistente» spiega l’attuale preside dell’Istituto comprensivo, Fabio Massimo Pizzardi: «Il lasciar correre, poi, ha esposto la scuola agli agenti atmosferici, mentre tutti gli istituti – continua il professore – avrebbero bisogno di continua manutenzione». I lavori di ripristino del plesso di Falsomiele ammontano a circa 240mila euro, esclusi altri recuperi ancora in via di definizione. Soldi provenienti dal FESR, un finanziamento europeo.

«Noi guardiamo già oltre e pensiamo al dopo riapertura – aggiunge il preside – parteciperemo al progetto del Coni regionale intitolato Sportivamente, che comporterà l’apertura pomeridiana delle palestre di entrambi i plessi Pirandello e Borgo Ulivia ai ragazzi della scuola: i costi saranno minimi e per gli alunni più in difficoltà sarà gratuito». Fra i progetti anche quello di realizzare un piccolo prato nell’area esterna del plesso di Falsomiele e un’associazione di genitori col preciso ruolo di tutelare i ragazzi durante le attività pomeridiane, insieme a insegnanti e istruttori del Coni. «Vogliamo che la scuola sia vissuta non solo come un ambiente di studio ma anche come un luogo di divertimento e di ritrovo, una scuola soprattutto protetta – conclude Pizzardi -, perché se c’è protezione nel territorio può esserci educazione e scambio culturale con gli altri».

Silvia Buffa

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