Scuola Falcone, decapitata la statua del giudice «Ormai è lotta quotidiana contro i mulini a vento»

Della statua del giudice Giovanni Falcone, che si trova all’interno del cortile dell’ominima scuola in via Pensabene allo Zen, non resta molto. I bidelli che per primi oggi hanno aperto l’istituto l’hanno ritrovata con la testa staccata e con il busto parzialmente danneggiato. I resti sono anche stati usati come ariete contro il muro della scuola. Sul posto è accorsa subito la dirigente scolastica Daniela Lo Verde e gli agenti dell’ufficio prevenzioni generali, impegnati nei primi rilievi. Sull’episodio è stata aperta un’indagine, al fine di chiarire le dinamiche dell’accaduto. Anche se all’interno della scuola qualcuno ha già qualche ipotesi. «Non è la prima volta che accadono cose di questo genere. Nella maggior parte dei casi si tratta di ragazzini, ex aluni o addirittura alunni che ancora frequentano l’istituto – spiega il professore Mauro Conte – È una lotta contro i mulini a vento». La statua presa di mira oggi era stata già oggetto di atti vandalici. I ragazzi dell’Accademia di Belle arti l’avevano restaurata e riconsegnata solo due mesi fa, in occasione del 25esimo anniversario della strage di Capaci. Adesso viene nuovamente presa di mira a poco più di una settimana dall’anniversario della strage di via D’Amelio.

«Credo davvero che sia un atto vandalico fine a se stesso, non lo imputerei a cose più gravi – torna a dire il professore Conte – I ragazzini tendono a emulare quello che fanno i grandi, quello che pensano, in base alla considerazione che hanno di qualcuno. Falcone è visto da molti come lo sbirro, quindi è un bersaglio da colpire». Mentre ne parla, dalla sua voce affiora subito un certo sconforto. «La scuola ormai si è abituata a questi atti vandalici, sono tanto frequenti che ormai non fanno nemmeno più notizia», dice ancora il professore. Solo un anno fa, infatti, nella stessa scuola durante la notte erano state piegate alcune ringhiere, ma non sono mancati anche infissi danneggiati e mense distrutte. «Per noi è diventata una battaglia quotidiana e cerchiamo di adeguarci alle situazioni che si presentano di volta in volta – riprende – Per aggirare il problema dei vetri delle finestre continuamente rotti li abbiamo fatti montare in plexigas, solo fino a due anni fa quelli della palestra sono stati interamente saccheggiati».

Telecamere? «Sì, ci sono, ma lasciano il tempo che trovano», commenta ancora il professore Conte. Lui e i suoi colleghi non hanno alcuna intenzione di guerreggiare con gli studenti della scuola, in molti già gravati da situzioni familiari drammatiche. «È una lotta contro i mulini a vento. Circa il 30 per cento dei ragazzini della scuola ha il papà in galera, mentre il cinque per cento degli studenti sono ragazzi in affidamento, tutte situazioni molto particolari e delicate che, purtroppo, contribuiscono ad alimentare il fenomeno della dispersione scolastica e che non sono semplici da gestire», precisa il professore, che racconta un aneddoto: «In occasione degli esami di quest’anno siamo stati costretti addirittura ad andare a prendere direttamente a casa una decina di ragazzini: si erano addormentati e i genitori non li avevano svegliati, alcuni nemmeno ricordavano di avere l’esame – dice – Ma noi andiamo avanti, si dice che chi fa da sé fa per tre, affrontiamo queste situazioni giorno dopo giorno, la mattina appena arriviamo a scuola aspettiamo di conoscere il menù della giornata».

Dura condanna anche del sindaco Leoluca Orlando:«Il danneggiamento e il vilipendio della statua dedicata a Giovanni Falcone sono atti gravissimi, ancor più grave perché rivolti anche a danneggiare una scuola che svolge da anni una importante opera di sensibilizzazione e formazione sociale. Appena informato mi sono messo in contatto sia con la Dirigente scolastica sia con le Forze dell’Ordine, auspicando che si possa risalire al più presto agli autori di questo gesto vile.Allo stesso tempo ho disposto che le maestranze comunali si adoperino per il pronto restauro della statua e un sopralluogo sarà svolto in questo senso domattina». 

Silvia Buffa

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