Scuola ecologica grazie al fotovoltaico Palagonia, impianto gratis per il Comune

48 moduli di celle di silicio policristallino su una superficie di 90 metri quadrati e monitorati da tre quadri elettrici. È l’impianto di pannelli fotovoltaici installato sul tetto della scuola elementare di via Amedeo a Palagonia. Decisi a novembre con una delibera comunale, sono entrati in funzione poco prima della fine dell’anno. «Siamo tutti soddisfatti – dice il presidente del Consiglio comunale, Salvo Grasso, – l’amministrazione e il Consiglio in primo luogo, ma anche il dirigente scolastico, i professori e i genitori dei tanti bambini che frequentano l’istituto».

L’operazione è costata circa 24mila euro, duemila euro a chilowatt, ma non scalfirà neanche di un centesimo le casse del Comune. In cambio dell’utilizzo del tetto della scuola, una ditta esterna ne riceverà l’intera produzione annua, pari a 17.280 chilowatt, per l’autosufficienza energetica dell’istituto scolastico. Si prevede piuttosto un risparmio di circa tremila euro all’anno per le casse del piccolo centro. «Non sembra una grande cifra, ma è importante e poi contribuiamo a utilizzare meno le energie fossili in cambio di quelle rinnovabili», afferma Grasso.

Per la messa in opera dell’impianto, l’amministrazione guidata dal sindaco Valerio Marletta ha accettato la proposta dal consorzio sociale Esco solare e solidale composto da undici coop sociali e dal consorzio Sol Calatino che opera nel vicino territorio di Mineo. «Abbiamo siglato una convenzione ventennale gratuita», continua Salvo Grasso. La rete di cooperative nata nel 2009, grazie al decreto sulle liberalizzazioni energie rinnovabili, riesce a ripagare l’investimento fatto e «ne traiamo un piccolo utile che reinvestiamo in altri progetti», afferma Giuseppe Biazzo, presidente di Esco solare e solidale. «La nostra mission è fare investimenti per l’efficienza energetica sia per i privati, ma soprattutto per gli enti pubblici. Lo abbiamo fatto adesso con Palagonia, che con questo impianto immetterà nell’aria circa otto tonnellate in meno di anidride carbonica all’anno – prosegue Biazzio – Abbiamo impianti già attivi a San Cono, Mirabella Imbaccari e Vizzini».

Già in passato altre amministrazione hanno tentato di installare impianti fotovoltaici nel territorio di Palagonia, ma senza riuscirci, o almeno non del tutto. «Alcuni pannelli, pochi a dire la verità, sono sul tetto dell’edificio che ospita il comando dei vigili urbani, ma non sono mai entrati in funzione a causa di un contenzioso con la ditta che li ha impiantati», spiega il presidente del Consiglio comunale. La volontà è comunque quella di metterli a regime. «Stiamo cercando di risolvere i vecchi problemi», dice.

Quello della scuola elementare di via Amedeo, comunque, vuole essere solo il primo degli impianti nel Comune. Prossimo passo l’installazione di pannelli fotovoltaici anche in altri edifici «per contribuire, da una parte, alla causa ecologista di utilizzo dell’energia rinnovabile e dall’altra fare da buon esempio per i nostri contadini che volessero decidere di fare questo tipo di installazioni anche nelle loro abitazioni», afferma Grasso.

Ma per poter dotare di pannelli anche gli altri edifici, occorre prima sanare una situazione burocratica non da poco: alcuni degli immobili di proprietà comunale, infatti, non risultano registrati al catasto. «È assurdo, lo so – dichiara il presidente – ma abbiamo fatto questa scoperta inaspettata e stiamo provvedendo a catastare tutto». E alcuni problemi, ma decisamente di altro tipo, lamenta anche il presidente del consorzio. Riguardano le sovvenzioni statali e le regolamentazioni delle stesse, «a dimostrazione che si vogliono scoraggiare gli impianti per favorire le solite lobby petrolifere», spiega. «In questo settore ci sono 100mila addetti con una età media di 35 anni e capaci di fare dell’Italia la prima in Europa in termini di fatturato, produzione e potenza installata sia per l’eolico che per il fotovoltaico, ma ci tagliano le gambe con le loro politiche ottuse. Evidentemente all’Italia non piace essere prima», conclude.

desireemiranda

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