«Leggo di bambini che fanno da cicerone nei siti culturali, del moltiplicarsi di iniziative bellissime, nate da quella che è stata La scuola adotta un monumento. Ma allora mi chiedo: vanno multati tutti questi bambini come guide abusive?» È tanta l’amarezza che traspare dalle parole di Alessia Franco, giornalista e autrice del libro per bambini Le catacombe del mistero protagonista, suo malgrado, di una vicenda assai singolare. Tre anni fa, la scrittrice è stata multata dai vigili urbani di Palermo come guida abusiva perché mentre si trovava nelle catacombe dei Cappuccini è stata ‘sorpresa’ a raccontare ai suoi piccoli lettori le favole delle mummie. Peccato, però, che la visita alle catacombe faceva parte di un progetto didattico di una scuola di Ficarazzi, ed erano state le maestre a chiedere all’autrice di accompagnare gli alunni nei posti in cui sono ambientate le sue favole.
«Ripercorrere il racconto favolistico davanti alle mummie – ha raccontato – in un percorso che è parte integrante del progetto Mummie siciliane – ideato dal curatore delle catacombe dei Cappuccini del capoluogo Dario Piombino Mascali – rivolto proprio ai più piccoli, mi è costato una multa di mille euro malgrado le dichiarazioni dei presenti che hanno sempre sostenuto che quel giorno si parlava di favole e non di altro». Le maestre, infatti, hanno spiegato che l’incontro con i bambini non era una visita guidata nel sito che raccoglie migliaia di mummie tra cui quella celebre della piccola Rosalia: «Pare che costituisca un ‘abuso’ in una città che sarà nel 2018 Capitale italiana della cultura». Alessia, che delle catacombe è anche addetta stampa, aveva accettato a titolo gratuito e ha deciso, così di opporsi alla multa. E il caso sarà esaminato domani dal giudice di pace di Palermo.
Recentemente, sul caso ha preso posizione anche l’Ordine dei Giornalisti di Sicilia che, in una nota del presidente Riccardo Arena, l’ha definito «surreale»: «Sarebbe giusto, a questo punto, che i vigili presidiassero le conferenze stampa e multassero chi si presenta senza essere iscritto all’Albo, oppure gli stessi vigili potrebbero andare negli assessorati, soprattutto regionali, per mettersi alla ricerca degli autori di comunicati stampa, scritti da gente che non fa il nostro mestiere. Non solo per questo, la disavventura che coinvolge Alessia è la classica roba da azzeccagarbugli mal riusciti: veramente incomprensibile. Per quel che mi riguarda, sono pronto a testimoniare davanti al giudice sul fatto che Alessia Franco sia stata sempre e solo giornalista e che a fare la guida turistica – o ad invadere il campo altrui – non abbia mai pensato, nemmeno da lontano».
«Sono felice della solidarietà e dell’affetto che ho ricevuto da tutti, non solo dai colleghi – ha proseguito Franco – Da sempre cerco di fare qualcosa nel mio piccolo per questa città perché così mi è stato insegnato. Questa storia ha risvolti paradossali e non intendo pagare per una cosa che non ho fatto. Questa è una battaglia di civiltà: quando si subisce una ingiustizia così grossolana si rimane disorientati davanti a un comportamento sinceramente incomprensibile. Un’amministrazione che ha fatto della divulgazione della cultura e della sua condivisione una bandiera può consentirsi un comportamento così bipolare? Perché se sono stata multata, allora dovrebbero esserlo anche i ragazzini che diventano ciceroni per un giorno. Allora – ha concluso provocatoriamente – multiamo tutti».
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