Scritte sul muro vicino a San Giovanni degli Eremiti Provocazione di una residente: «Andrò io a pulirle»

Le scritte su un muro vicino alla chiesa di San Giovanni degli Eremiti, che fa parte del percorso Arabo-Normanno, patrimonio Unesco, diventano oggetto di una polemica a distanza tra una residente della zona e il direttore in Sicilia della Fondazione Patrimonio Unesco, il professor Aurelio Angelini. Tutto nasce da una segnalazione inviata da Francesca Turano Campello al sindaco e ad altri destinatari tra organi istituzionali, associazioni, uffici del Comune e organi di informazione. Nella mail Turano Campello ripercorre le tappe del suo personale impegno per la pulitura delle scritte, partendo dalla comparsa delle stesse: «I primi di Aprile – si legge – le mura di cinta di San Giovanni degli Eremiti, monumento Patrimonio dell’Umanità è stato vandalizzato». La donna allega anche delle fotografie. «Stiamo parlando di metri quadrati di sfregio. Il 15 aprile, non vedendo muoversi foglia intorno all’atto vandalico, scrivo al Comune di Palermo, alle municipalizzate che ritenevo potessero intervenire, alle associazioni cittadine interessate al centro storico. Ho segnalato anche la possibilità di individuare i delinquenti grazie alle numerose telecamere a disposizione». 

Poi la residente racconta il seguito della vicenda: l’Urp del Comune informa gli uffici, ma a rispondere sarebbe stata solo la Reset, che avrebbe spiegato come l’attività non sarebbe rientrata tra quelle di sua competenza. Dopo diverse sollecitazioni senza risultato tra maggio e giugno, Turano Campello decide dunque di inviare la mail di protesta, nella quale annuncia che sarà lei stessa a pulire, un azione di disobbedienza civile per l’11 luglio. alle 6.00 del mattino: «Sarò lì con un rullo e del ducotone a ridipingere; niente paura, farò del mio meglio. Spero di essere anticipata dal personale comunale oppure in alternativa confido nella presenza delle forze dell’ordine quella mattina, per poter verbalizzare la cosa. Mi guadagnerò una denuncia – continua – che vi assicuro non mi serve, e finiremo in Tribunale. Tutti avranno modo di venire a sapere di questa faccenda, dell’incuria, del disinteresse, dell’inerzia e dell’uso (o disuso) dei fondi destinati a questo monumento e soprattutto di come l’Amministrazione di Palermo riesca a trasformare una casalinga qualunque in una delinquente. Io probabilmente sporcherò la mia fedina, fino ad oggi immacolata, e il muro di San Giovanni sarà pulito. Un lavoro che stimo di poter finire in un ora al massimo; quindi prima della riapertura del monumento».

A questo punto è il professor Angelini che, avendo avuto inoltrata dal sindaco la mail della cittadina, risponde: «Abbiamo provveduto a fare un sopralluogo a San Giovanni degli Eremiti per verificare la segnalazione – si legge – Mi è stato riferito che le ‘scritte’ non riguardano direttamente il monumento, fatto che di per se non è meno grave, ma le mure perimetrali della fiancata destra, fronte ingresso, che ricade nella parte interna e più precisamente nel ‘Cortile San Giovanni degli Eremiti’. In particolare si tratta della parte bassa di un muro di scadente fattura che supporta e recinge il casotto – di recente costruzione – adibito dalla Soprintendenza a biglietteria. La ripulitura si rende necessaria – si legge nella mail del professor Angelini – così come altri piccoli interventi migliorativi per aumentare il decoro dell’area circostante il monumento».

Una risposta che la residente non ha affatto gradito e che ha portato alla risposta ad Angelini: «Che le mura di cinta del monumento siano di scarso interesse – scrive Turano Cappello – lo apprendo adesso. Inoltre le hanno riferito male e, per chi conosce bene il sito (come ad esempio chi ne ha la custodia) sa che queste sono costituite da una parte in pietra, da una cancellata e da quel muro. Inoltre dalle foto (ritagliate) si vede comunque bene che non si tratta di ‘scritte’ irrilevanti ma di metri quadri di sfregio. Si tratta di quattro metri di lunghezza e 1,60 di altezza di scritta spray. Che lei non sobbalzi alla vista di questo scempio mi lascia senza parole, e credo così, purtroppo, anche chi ci legge – dice – Onestamente ammutolirei se non fossi certissima che il sindaco di Palermo stia rabbrividendo quanto me. Inoltre (ammesso che questo diminuisse l’urgenza di un intervento). il muro non è secondario o poco esposto alla vista di tutti, affatto, e non lo lo derubrica dall’obbligo morale che avete contratto di proteggere il monumento; infatti – spiega ancora la residente – è da lì inoltre che si passa obbligatoriamente per accedere al monumento dell’Oratorio di San Mercurio decorato dal Serpotta». E ribadisce:  «L’11, a meno che non s’intervenga, io sarò lì».

Angelini non ci sta e, contattato da MeridioNews, controreplica: «Nella mia mail ho precisato di cosa si trattava e della necessità che bisogna comunque ricoprire quelle scritte. Credo che lì nel cortile e in tutta la zona ci siano delle cose indecorose». E sugli 80 giorni trascorsi dalla comparsa delle scritte di cui parla la residente: «Non so a cosa si riferisca la signora – dice Angelini – Io ho ricevuto ieri la segnalazione e questa mattina c’era già la risposta, che è molto chiara: le scritte vanno ricoperte. Ci sono diverse cose indecorose, ma in questo caso basta un pennello e si ricopre. Le scritte non incidono sul bene Unesco, non si tratta, per fortuna, di fare un’opera di restauro di San Giovanni degli Eremiti. Non che non vada fatta la copertura della scritta, però ci sono tante cose indecorose che dovrebbero essere sanate in quella zona, non solo quella scritta. Di queste cose, purtroppo – dice Angelini – ne possono accadere una ogni cinque minuti. Certamente è opportuno che il Comune, di intesa con la Soprintendenza, definisca in tempi brevi la copertura della scritta». In fine, questa mattina, arriva anche la risposta dell’assessore Emilio Arcuri: «Considerato che il Complesso di San Giovanni degli Eremiti è parte del patrimonio della Regione Siciliana – scrive l’ex vicesindaco – e direttamente gestito dalla Soprintendenza ai beni culturali di Palermo, a quest’ultima inoltro per competenza la sua mail, auspicando che con sollecitudine possa disporre gli interventi richiesti».

Manlio Melluso

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