Può un giocatore monopolizzare l’attenzione e oscurare gli altri contenuti di una partita? La risposta è affermativa se viene presa in esame la gara Palermo-Fiorentina in programma domani alle 15. Una sfida che, prima ancora del fischio di inizio, ha già un protagonista: Paulo Dybala. Il tema dominante del giorno è il saluto dell’attaccante nell’ultimo appuntamento casalingo della stagione. Dybala, ormai della Juventus (l’argentino lunedì potrebbe essere a Torino per le visite mediche), quasi certamente potrà celebrare con la fascia di capitano la passerella finale davanti ai suoi tifosi e farà il possibile per chiudere in bellezza l’esperienza con la maglia rosanero. Magari con un gol che possa mettere la squadra nelle condizioni di avvicinarsi ulteriormente agli obiettivi rimasti in questo rush finale: staccare il Milan (in compagnia del Palermo a quota 46 punti) e finire il campionato nella parte sinistra della classifica.
Al “Barbera”, complici le ultime sequenze del film rosanero della Joya, ci sarà il pubblico delle grandi occasioni. Gli oltre 13 mila biglietti venduti sono il segnale preciso di una temperatura in aumento in prossimità della partita e, contestualmente, certificano il successo di “Un calcio alla mafia”. Iniziativa promossa dal presidente Zamparini con l’obiettivo, attraverso una politica dei prezzi ridotti, di incentivare le famiglie e riempire lo stadio in una giornata dedicata alla memoria del giudice Falcone, della moglie Francesca Morvillo e degli agenti della scorta in occasione del ventitreesimo anniversario della strage di Capaci. Una bella cornice, di solito, abbraccia un quadro d’autore. E dal punto di vista dei contenuti ci sono i presupposti per assistere ad una partita godibile sotto il profilo dello spettacolo.
Palermo e Fiorentina stanno chiudendo la stagione con prospettive diverse, ma hanno in comune la possibilità di giocare in scioltezza senza particolari zavorre mentali. I rosanero, reduci dal successo di Cagliari, affronteranno una squadra motivata. I viola sono in pole-position nella corsa con Genoa e Sampdoria per il quinto posto che vale la qualificazione in Europa League e, dopo tre vittorie consecutive in campionato, vogliono dare continuità al loro percorso. La Fiorentina dell’ex di turno Ilicic ha avuto in questa stagione un andamento altalenante ma resta una compagine di prima fascia, composta oltretutto da giocatori in grado in ogni reparto di fare la differenza.
«Cercheremo di portare avanti il nostro percorso di lavoro sapendo di affrontare una squadra con grande qualità e con elementi di profilo internazionale che hanno giocato anche le Coppe – ha spiegato Iachini – si tratta di un altro test utile per fare verifiche e valutazioni. Onoreremo l’impegno nel migliore dei modi provando a coniugare anche la prestazione al di là di quello che sarà poi il risultato». Il tecnico, privo a centrocampo dello squalificato Chochev, sembra orientato a colmare il gap lasciato dal bulgaro affidandosi alla formula-coraggio che prevede, in un 3-4-1-2, Vazquez trequartista a supporto di due punte: Dybala e Belotti, favorito su Quaison.
Al match, salvo novità dell’ultim’ora, assisterà anche Zamparini. Il numero uno del club di viale del Fante, arrivato in città giovedì, ieri mattina ha incontrato gli studenti dell’Università di Palermo e, a questo proposito, attraverso un comunicato diffuso sul sito ufficiale della società rosanero ha voluto fare un’importante precisazione in relazione ad uno dei temi affrontati durante il dibattito: «Sono veramente dispiaciuto dell’interpretazione errata, data ad una mia battuta sulla mafia espressa da me a suo tempo all’amico, allora procuratore antimafia, Piero Grasso. Il mio intervento all’Università è stato un’esortazione agli studenti a riscoprire e vivere nei valori, prendendo come esempio Papa Francesco e vivendo in un valore universale che è l’amore».
«A una domanda di uno studente se nella mia attività imprenditoriale avessi mai avuto fastidi o altro imputabile a sollecitazioni mafiose – spiega – ho risposto di no e ho aggiunto la frase scherzosa detta a Grasso per rafforzare che il mio no era solo apparenza. La mafia, infatti, si mimetizza e, per chi la combatte in prima linea come Grasso, esisteeccome. Mi dispiace che la frase abbia potuto far male interpretare il mio pensiero che è, così come nei fatti per tutta la mia vita, contro ogni violenza e contro la mafia».
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