Sotto l’albero di Natale i tifosi del Palermo trovano un regalo poco gradito: una squadra involuta rispetto a qualche settimana fa, in affanno e in crisi di risultati come dimostra la sconfitta per 1-0 rimediata sul campo del Latina nella prima giornata di ritorno del girone C. Per i rosanero si tratta del terzo ko consecutivo in trasferta, segnale evidente che qualcosa non va e che il gruppo, a secco di gol nelle ultime tre partite e anche negli ultimi tre appuntamenti lontano dal Barbera, ha perso le certezze che aveva acquisito nel momento in cui sembrava potere insidiare il primo posto occupato dal Bari. Quello che mangerà durante le festività natalizie il tecnico Filippi è un panettone amaro, condito da errori individuali come il rinvio sbagliato del difensore Lancini da cui al 18′ del primo tempo è nato il cross tradotto in rete di testa da Carletti autore del gol-partita e dalle sbavature di una squadra che, prigioniera delle proprie fragilità, contestualmente continua ad esibire il poco invidiabile abbonamento ai cartellini rossi. Dieci in venti partite.
Le espulsioni del difensore Buttaro all’11’ (fallo da ultimo uomo ai danni di Carletti in seguito ad una clamorosa ingenuità del compagno di reparto Lancini in campo oggi con la fascia di capitano dato che De Rose è partito inizialmente in panchina) e del portiere Pelagotti al 34’ per avere impedito fuori area una chiara occasione da rete con un intervento scomposto su Jefferson, attaccante che se fosse stato più preciso in zona-gol avrebbe potuto in più di una circostanza mettere sul match il punto esclamativo, hanno scompaginato il piano d’azione preparato dal tecnico rosanero e spostato inevitabilmente l’ago della bilancia dalla parte della formazione guidata dall’ex di turno Di Donato: «C’è poco da analizzare sotto l’aspetto tattico – ha esordito Filippi – quando non arrivano i risultati bisogna tapparsi bocca e orecchie e cercare di tirarsi fuori da un momento del genere. Nell’arco di una stagione ci sono periodi in cui le cose vanno bene e altri in cui non girano per il verso giusto. Adesso noi dobbiamo solo stare zitti e la squadra deve capire che deve dare e fare di più».
Il fatto che per la terza gara di fila i rosanero non siano riusciti a segnare amplifica il suono del campanello d’allarme: «Ma se Brunori fa gol nel primo tempo (tiro di destro sul primo palo da posizione defilata, ndr) adesso forse parleremmo d’altro. Le occasioni ci sono, dobbiamo lavorare di più e trovare la strada giusta per superare questo momento negativo. L‘unica strada che io e il mio staff conosciamo è il lavoro. Se mi sento a rischio? Ho già detto che tutti gli allenatori, a volte anche quando vincono, sono in bilico. Sono decisioni che spettano alla società e per noi non c’è alcun problema. E’ chiaro che quando non arrivano i risultati si perdono posizioni in classifica. Altre due espulsioni? Non possiamo permetterci fuori casa di regalare due uomini, noi lavoriamo ovviamente anche su questo aspetto ma non è facile risolvere determinati problemi perché bisogna essere bravi e fortunati a trovare la chiave giusta. E’ una questione di atteggiamento mentale e di concentrazione».
E proprio l’aspetto psicologico è il tasto che al termine della gara il centrocampista De Rose, entrato oggi a partita in corso, preme con più continuità: «E’ successo a Latina ma anche in altre circostanze in questo campionato lontano dalle mura amiche. Alcune volte in trasferta il Palermo non riesce ad esprimere il proprio valore e secondo me è un problema soprattutto di natura mentale anche perché in casa siamo obiettivamente una delle squadre migliori. Per quanto riguarda la sconfitta a Latina chiediamo scusa ai tifosi ed è giusto in questo momento assumerci le nostre responsabilità accettando le critiche dei nostri sostenitori. L’unica cosa da salvare è la generosità mostrata dal gruppo che è rimasto in partita anche in nove uomini ma è sotto gli occhi di tutti il fatto che così non va bene e che dobbiamo migliorare. Calo fisico? Vi assicuro che la squadra, molto unita e affiatata, sta molto bene sotto questo aspetto. Adesso dobbiamo sfruttare questi giorni di riposo per resettare tutto, ricaricare le pile e ripartire a gennaio nel miglior modo possibile».
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