«Mi congratulo con questi importanti scienziati e ingegneri per il loro lavoro di grande impatto». A parlare è il presidente uscente degli Stati Uniti d’America, Barack Obama, nel corso dei Presidential Early Career Award for Scientists and Engineers, la più alta onorificenza conferita dal Governo americano a giovani scienziati ed ingegneri nelle prime fasi della loro carriera. Il premio prevedrebbe l’assegnazione di fondi di ricerca aggiuntivi, oltre al prestigio che esso comporta. Tra i 102 nomi, ci sono pure quelli di Anna Grassellino e Marco Pavone, siciliani nel sangue, rispettivamente originari di Catania e di Marsala.
Pavone, oggi 37enne, ha studiato presso la Scuola Superiore di Catania. «La Ssc mi ha dato le opportunità chiave per affermarmi nella mia carriera professionale – spiega a MeridioNews –, e rappresenta il motivo principale per cui sono rimasto a Catania a studiare. Nel 2006, per intraprendere un dottorato presso il Mit, il Massachusetts Institute of Technology, mi sono trasferito negli Stati uniti. Dopo avere conseguito il dottorato a Mit nel 2010, ho lavorato per due anni come ingegnere robotico presso il Nasa Jet Propulsion Laboratory, e poi dal 2012 sono Assistant professor presso la Stanford University nel dipartimento di ingegneria aerospaziale», continua.
Il giovane catanese vanta collaborazioni anche con la Nasa Goddard e con la Nasa Headquarters. A dargli accesso al prestigioso riconoscimento proprio il suo lavoro con l’importante istituzione statunitense – che in passato lo aveva già premiato – e all’interno della quale era impegnato a «dotare sistemi aerospaziali, come navicelle aerospaziali o robot per le esplorazioni di altri pianeti, di capacità di intelligenza artificiale, al fine di rendere possibili nuove applicazioni tecnologiche ed investigazioni scientifiche sempre più ambiziose. Questo lavoro – dichiara a MeridioNews – ha anche ricadute tecnologiche in diversi altri campi, per esempio, auto senza conducente o aerei senza pilota».
Da Catania alla California, Marco non ha spezzato le sue radici italiane. Anche se «Stanford e la Silicon Valley in generale rappresentano uno dei migliori posti dove trovarsi per chi è interessato alla robotica e all’intelligenza artificiale», torna spesso nel nostro Paese, dove ha contatti con diverse università. Il suo sogno è quello di mettere la propria esperienza a disposizione del sistema di ricerca italiano, «nella speranza di essere utile a tante realtà di ricerca emergenti sia al nord come al sud».
Grassellino, invece, ha conseguito la laurea in ingegneria elettronica, nel 2005, presso l’università di Pisa. Poco dopo ha acquisito un dottorato in Fisica all’università della Pennsylvania, mentre oggi è impiegata al Fermi National Accelerator Laboratory dell’università dell’Illinois, a Batavia. «Non posso promettere che questo sia il mio ultimo premio, ma potrebbe essere uno dei migliori – ha scritto la scienziata marsalese su Facebook –. Siamo una squadra infallibile – continua riferendosi ai colleghi –, senza le loro idee, i loro contributi e la loro dedizione, questo traguardo non avrei potuto raggiungerlo».
Infine, Anna – che da poco è diventata mamma – ha ringraziato la sua famiglia, che le ha permesso di «fare grandi cose»
«Questi innovatori – ha spiegato il presidente Obama – stanno lavorando per aiutare a mantenere gli Stati Uniti all’avanguardia, e dimostrano che gli investimenti nella scienza portano ad avanzamenti che allargano la nostra conoscenza del mondo e contribuiscono alla nostra economia».
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