L’asilo nido comunale di Scicli chiude i battenti nel silenzio più assoluto. Il 30 giugno è stato l’ultimo giorno di attività tra l’incertezza di maestre e bidelle e l’incredulità dei genitori, spiazzati dalla notizia. Che il servizio navigasse in cattive acque era risaputo, ma gli utenti mai avrebbero pensato a questa fine, soprattutto considerato il fatto che l’asilo – nella primissima periferia di Scicli e immerso nel verde – è stato inaugurato un anno e mezzo fa, diventando un fiore all’occhiello della città.
L’allarme era già scattato lo scorso aprile, quando non è stato pubblicato il bando per le iscrizioni relative all’anno scolastico 2016/2017, ma già da settembre 2015 erano tante le preoccupazioni dei genitori che, senza molto successo, avevano tentato di avviare un dialogo con i commissari che gestiscono l’ente comunale. Le criticità hanno inizio con la delibera 14 del 29 settembre del 2015, con cui la commissione prefettizia dispone l’aumento delle tariffe senza tener conto delle fasce di reddito. Passando da un regime che prevedeva un costo minimo di 130 euro e uno massimo di 188 euro al mese, al nuovo sistema a tariffa unica pari a 181 euro al mese per tutti (nella vicina Modica la tariffa minima è di 60 euro al mese). «Questo – spiega Monica Occhini, rappresentante dei genitori – ha portato al dimezzamento del numero dei bambini iscritti. Tra l’altro non si è tenuto conto che avevamo vinto un bando pochi mesi prima e firmato un contratto con condizioni diverse rispetto a quelle prospettate ad ottobre. Ma la cosa ancor più grave – continua – è che non è stata scalata la graduatoria, cioè, nonostante il ritiro di alcuni utenti, l’ufficio scolastico non ha chiamato quelli che in graduatoria erano subito dietro».
Pur di contribuire al mantenimento del servizio, i genitori che hanno deciso di lasciare i propri figli nella struttura, hanno accettato l’aumento delle tariffe pagando la retta in un’unica soluzione, ma allo stesso tempo hanno cercato di chiedere rassicurazioni perché la scuola non chiudesse. «Quello che più colpisce in tutta questa vicenda – sottolinea Occhini – è che la notizia ufficiale della chiusura non è mai arrivata, avevamo dei sentori, ma fino alla settimana scorsa dall’ufficio scolastico ci veniva detto che ancora non si conosceva quale sarebbe stato il futuro dell’asilo. È stato come scontrarsi con un muro di gomma».
L’aumento delle tariffe è motivato dal regime di pre-dissesto finanziario in cui versa il Comune ragusano, ma non è bastato per coprire i costi. Inoltre, quanto accaduto per l’asilo nido, sta per verificarsi anche per le associazioni sportive che, sempre con delibera del 29 settembre del 2015, si sono viste aumentate le tariffe per l’utilizzo dell’impianto Geodetico: da nove a 26 euro l’ora. Anche in questo caso si è registrato il fuggi fuggi generale delle associazioni che hanno preferito allenarsi in strutture scolastiche e utilizzare l’impianto comunale solo per le partite.
«Si chiede l’aumento delle tariffe – attacca Enrico Parisi Assenza, presidente della locale squadra di pallamano – quando non vengono garantiti nemmeno i servizi essenziali, al Geodetico la metà delle luci non funzionano per non parlare della caldaia e del fatto che manca il verbale della commissione per l’agibilità, le attuali tariffe sono calcolate su consumi inesistenti. Nei prossimi giorni – conclude Parisi Assenza che fa parte di un comitato costituito dai rappresentanti delle associazioni sportive– avremo un incontro con i commissari straordinari ai quali, tra le altre cose, chiederemo di rivedere le tariffe».
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