Sequestrata l’area per lo stoccaggio di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi della raccolta differenziata in contrada San Biagio a Scicli, in provincia di Ragusa. I carabinieri del comando tutela ambiente del nucleo operativo ecologico di Catania, con la collaborazione del 12esimo nucleo elicotteristi di Catania e del carabinieri di Scicli, hanno riscontrato che la struttura ha operato in assenza delle autorizzazioni previste che non erano mai state richieste. Il controllo, inoltre, ha fatto emergere anche diverse carenze e criticità tecnico-gestionali.
Un’ispezione ambientale dei giorni scorsi nella zona di fronte alla discarica di San Biagio di Scicli – già sottoposta a sequestro nel 2012 – ha evidenziato che, a partire dal 2013, la superficie di circa 7500 metri quadrati è stata usata come area di stoccaggio e messa in riserva dei rifiuti del Comune sciclitano. In particolare, nel corso del sorvolo con l’elicottero i militari hanno rilevato cumuli
di rifiuti speciali e una decina di contenitori o cassoni con rifiuti
differenziati. Nella stessa area della struttura, è presente anche un capannone di circa 500 metri quadrati.
Nell’intera area non c’è la pavimentazione impermeabilizzata nelle zone di carico e scarico dei cassoni e non risultano essere regolarmente canalizzate sia le acque meteoriche che quelle
provenienti della zona di raccolta. Il che aumenterebbe i rischi connessi all’inquinamento delle falde e
dei terreni circostanti. Dal punto di vista gestionale, i cassoni sono stati
trovati non coperti. Cosa ancor più grave, è stato scoprire che la struttura ha operato in assenza della autorizzazione prevista.
In pratica, l’area di stoccaggio ha operato in maniera illecita
ed è per questo che è stata posta sotto
sequestro. L’area, il capannone, le strutture e tutto ciò che era presente è stato affidato in custodia al dirigente del Comune di Scicli che era presente durante tutte le operazioni di verifica.
Il sindaco del Comune è stato informato del sequestro effettuato.
Il verbale di sequestro è stato inviato dal Noe dei carabinieri alla procura di Ragusa.
Sono in corso altre verifiche sul sito per accertare eventuali ulteriori responsabilità.
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