Presunte infiltrazioni mafiose al Comune di Scicli, indagini della direzione distrettuale antimafia di Catania e cinque arresti. Da un mese per le strade della cittadina iblea non si parla d’altro. Dopo gli arresti di cinque netturbini accusati di essere affiliati al clan Cappello di Catania, l’amministrazione sciclitana riceve un’altra scossa: due giorni fa un avviso di garanzia per il reato di concorso esterno in associazione mafiosa viene recapitato al sindaco Francesco Susino che ieri si è presentato all’interrogatorio della Dda etnea per chiarire la sua posizione. Una storia lunga anni e che in questi giorni manda in scena uno scaricabarile politico.
Durante l’esame dei magistrati, durato oltre tre ore, il sindaco si è dichiarato estraneo ai fatti e ha rigettato le accuse relative ai presunti contatti che avrebbe intrattenuto con Franco Mormina, arrestato con l’accusa di essere a capo di un’organizzazione criminale dedita ad estorsioni, truffe, violenze private e furto aggravato. Nello specifico la cosca avrebbe gestito con metodi mafiosi l’affissione dei manifesti elettorali e degli stalli del mercato cittadino, e avrebbe ottenuto il controllo della ditta che si occupa della raccolta dei rifiuti nel Comune ibleo.
Insieme a Franco Mormina, il 6 giugno scorso, sono stati arrestati anche il fratello Gianni e il figlio Ignazio Mormina, Ugo Lutri e Giacomo Fidone, quest’ultimo già in carcere. Gli arresti arrivano dopo lunghe e complesse indagini che sarebbero iniziate otto anni fa dopo la denuncia dell’allora sindaco di Scicli Bartolomeo Falla che rivelò un pestaggio ai danni di due giovani attacchini. L’ex sindaco Falla denunciò anche pubblicamente i rapporti tra alcuni consiglieri comunali e personaggi dalla fedina penale discutibile. Rapporti che sarebbero intercorsi anche nelle campagne elettorali successive, quelle che dal 2008 fino al 2012 hanno portato all’elezione prima il sindaco Giovanni Venticinque (Pdl) e poi l’attuale Franco Susino (Udc e liste civiche).
Quella che inizialmente si credeva una lite tra attacchini per spartirsi il controllo delle affissioni elettorali negli anni sembra aver preso pieghe diverse, così il 4 settembre del 2013 la Dda di Catania e i carabinieri della Compagnia di Modica perquisiscono diversi uffici del Comune di Scicli alla ricerca di documenti che possano acclarare una presunta relazione tra malavita locale, politici e membri delle istituzioni. Nel mirino degli agenti entrano i bilanci del Comune relativi agli appalti affidati alle aziende che si occupano della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti. Quattro candidati alle elezioni amministrative del 2012 vengono interrogati come persone informate dei fatti.
Otto mesi dopo arrivano i primi arresti per cinque dipendenti della Ecoseib, la ditta che si occupa della raccolta dei rifiuti a Scicli. Secondo quanto riportano i carabinieri di Ragusa, Mormina, «è stato in grado di farsi prima assumere come netturbino» dalla ditta e poi via via ne ha preso il controllo diventando «capocantiere nell’azienda, impedendo alle persone, di volta in volta, designate dalla dirigenza di svolgere le proprie mansioni di coordinamento e controllo sulle attività di raccolta rifiuti servendosi di ripetute violenze, minacce e atti intimidatori». Anche grazie all’assenza di concorrenti ben organizzati e dell’appoggio dei clan catanesi.
Mormina avrebbe prima imposto l’assunzione di quattro tra amici e parenti e poi avrebbe truffato l’impresa con un furto di carburante da 15mila euro al mese. L’amministratore della Ecoseib è Giuseppe Busso, il suo nome in passato è comparso nelle cronache giudiziarie: nel 2008 è stato arrestato e poi condannato in primo grado a 3 anni e 4 mesi per reati connessi alla gestione del servizio rifiuti nel comune di Modica, mentre nel 2009 è stato coinvolto nelloperazione Full trash che ha visto protagonista anche lex sindaco di Palagonia, Fausto Fagone, poi condannato in primo grado per concorso esterno alla mafia nel processo Iblis.
A Scicli, la Ecoseib si è aggiudicata l’appalto per la gestione dei rifiuti nell’ottobre del 2010 quando il Comune era retto da una coalizione di centrodestra con a capo il sindaco Giovanni Venticinque. Dopo il primo appalto sono seguite cinque proroghe. L’ultima, firmata a fine giugno dal sindaco Susino, permetterà alla ditta di Giuseppe Busso di svolgere il servizio fino al 31 dicembre 2014, nonostante la ditta avesse dichiarato la sua non disponibilità a proseguire la raccolta.
Intanto la politica locale accusa il colpo e si interroga sulle responsabilità. Tra politici e schieramenti diversi partono accuse di connivenza, si cerca di capire chi in passato ha goduto del sostegno elettorale di Mormina e chi gli ha affidato l’affissione dei propri manifesti elettorali. Il sindaco intanto viene scaricato da molti. Eletto nel 2012 con i voti di Udc, Mpa, Territorio e altre liste civiche, da gennaio governa la città con un giunta tecnica sostenuta dai consiglieri comunali eletti nelle liste del Pd e Scicli bene comune, insieme ad altri consiglieri indipendenti. Nei giorni scorsi la vecchia maggioranza ha chiesto a gran voce le dimissioni del primo cittadino, mentre le segreterie politiche di Pd e Scicli bene comune hanno ritirato l’appoggio, al contrario dei consiglieri che invece sembrano intenzionati a sostenere ancora Susino.
Il sindaco, dal canto suo, stamattina ha incontrato la stampa e la città per dare la sua versione dei fatti e ha annunciato di non volersi dimettere. «Sono vittima di carnefici che prima hanno creato questa situazione e ora ci speculano», ha affermato con forza. «Non ho mai avuto rapporti con Mormina, non ho fatto gestire a lui le mie affissioni – ha concluso E presto consegnerò agli inquirenti una memoria scritta per chiarire ogni cosa».
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