Quando è stata intonata la canzone partigiana Bella Ciao, la commissaria straordinaria del Comune ha lasciato la piazza. È accaduto a Scicli, stamattina, durante la cerimonia ufficiale del 25 aprile. Le istituzioni del comune ibleo sono state sciolte dal ministero dell’Interno per infiltrazione mafiosa quasi un anno fa. Da allora si sono insediati ad amministrare tre commissari: due donne, Tania Giallongo e Antonietta d’Aquino, e un uomo, Gaetano D’Erba.
Come ogni anno è stata organizzata la celebrazione della festa della Liberazione, che prevedeva la partenza del corteo dal municipio, il raggiungimento di largo Gramsci, dove si trova la stele ai caduti, e la deposizione di una corona d’alloro. I rappresentanti delle istituzioni, delle associazioni, dei movimenti e i cittadini presenti hanno intonato prima l’inno di Mameli. Subito dopo i musicisti al seguito hanno suonato le prime note della storica canzone simbolo della Resistenza partigiana, Bella Ciao. «Appena è iniziata, nemmeno conclusa la prima strofa, la commissaria d’Aquino è andata via – racconta Resi Iurato, di Scicli Bene Comune – Siamo rimasti tutti senza parole».
La funzionaria governativa, partecipe per la triade commissariale, ha lasciato così il rito pubblico. Seguita dalla polizia municipale, dai carabinieri e dai membri di diverse associazioni (come quella dei combattenti e dei reduci), riporta un testimone. Sono rimasti di fronte al monumento in pochi, ad intonare la canzone popolare antifascista. Per la partecipazione alla commemorazione ufficiale, i cittadini si erano organizzati. Avevano stampato i testi di diverse canzoni partigiane e chiesto la partecipazione di alcuni musicisti. Il promotore dell’evento, Lino Carpino dell’Anppia (associazione nazionale perseguitati politici italiani antifascisti), è stato anche convocato in Municipio poco prima della cerimonia.
«La commissaria era a conoscenza di ciò che era in programma. La sua richiesta è stata quella di suonare solo l’inno italiano. Però mancava all’orchestra un trombettista – racconta Carpino – Abbiamo trovato così un punto d’accordo: impiegando i nostri musicisti avremmo cantato prima l’inno di Mameli poi le canzoni partigiane. E ci siamo stretti la mano». «Bella Ciao è sempre stata parte della cerimonia», riporta una fonte, che in passato ha anche ricoperto incarichi istituzionali. Raccontando di una commemorazione popolare sentita nella città barocca, con una grande tradizione di sinistra.
Meridionews ha provato a contattare la commissaria e la polizia municipale per una replica, senza riuscire ad ottenere risposta.
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