Scicli, assoluzione per l’ex sindaco Franco Susino Condannati gli altri, ma cade associazione mafiosa

L’ex sindaco di Scicli, Franco Susino, è stato assolto dall’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa perché il fatto non sussiste. Poco fa è arrivata la sentenza di primo grado relativa al processo Eco, quello che in pratica aveva portato allo scioglimento per mafia del Comune. Condannati gli imputati Franco Mormina a undici anni e sei mesi e ritenuto capo dell’organizzazione, Giovanni Mormina a cinque anni, Ignazio Mormina a quattro anni e sei mesi, Giacomo Fidone a nove anni e sei mesi, Ugo Lutri a due anni, Renzo Gazzè a un anno e 8 mesi, Vincenzo Tumino a 1 anni e 4 mesi. Per i quali, tuttavia, non è stato riconosciuto il reato di associazione di stampo mafioso.

Tutto ebbe inizio il 7 giugno del 2014 con l’operazione dei carabinieri della Compagnia di Modica che diedero seguito a cinque ordinanze di custodia cautelare in carcere per i reati di associazione per delinquere di stampo mafioso. Gli arrestati facevano parte di un gruppo criminale, definito anche la banda dei netturbini, perché tutti gli arrestati lavoravano per la ditta Ecoseib di Giuseppe Busso che, in quel periodo, gestiva il servizio di raccolta rifiuti in territorio di Scicli. 

Mormina, detto u Trinchiti, svolgeva il ruolo di capo cantiere della ditta, un ruolo che, da quanto emerso dalle indagini, si era dato da solo. Fu lo stesso Busso, in occasione della seconda udienza del processo, a confermare in aula le pressioni più volte ricevute da Mormina che, secondo l’accusa, avrebbe imposto il suo controllo sulla gestione del servizio di raccolta rifiuti, compromettendo anche la regolare attività della società, parte civile nel procedimento assieme alle associazioni Codici onlus Obiettivo legalità e al Comune di Scicli. Busso ha poi raccontato anche delle intimidazioni ricevute e dei furti contro la sua azienda; oltre degli ammanchi di carburante nei mezzi. Le indagini hanno portato a un presunto legame tra Mormina e la classe politica locale che, secondo gli inquirenti, sarebbe stata succube del capo-clan che dettava legge quando c’era da prendere decisioni riguardo la gestione di rifiuti. Sotto la lente di ingrandimento sono finite, ad esempio, le numerose proroghe concesse sempre alla Ecoseib per la gestione della raccolta dei rifiuti. 

Il nome dell’ex sindaco, invece, entra in gioco in un altro filone dell’inchiesta, riguardante la gestione dell’affissione dei manifesti elettorali per la quale il clan mafioso aveva avuto l’assoluto monopolio grazie alle forti pressioni sui politici locali. Susino è stato iscritto nel registro degli indagati nel marzo del 2015 dopo mesi di indagini. Secondo quanto si legge nella sentenza del Tar in occasione del rigetto del ricorso presentato da ex amministratori e consiglieri del Comune di Scicli contro lo scioglimento, ci sarebbero stati rapporti tra l’ex sindaco e Mormina. E le prove sarebbero state deducibili dal comportamento tenuto nel corso della campagna elettorale -durante la quale il sindaco avrebbe avuto contatti personali con due membri della suddetta associazione criminale, uno dei quali all’epoca sorvegliato speciale, assumendo fin da quel momento l’impegno ad attivarsi per far ottenere l’affidamento di lavori pubblici ad aziende a lui vicine – sia nella condotta tenuta dopo l’elezione, avendo mantenuto – secondo l’accusa – contatti con alcuni esponenti malavitosi. 

Carmelo La Rocca

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