“Un’occasione per vedere come la cultura siciliana oggi abbia ancora molto da dire anche in paesi lontani dalla terra madre”. Così la professoressa Persico definisce l’incontro tenutosi lunedì mattina nei locali del Medialab di Lingue.
Al centro della discussione il tema “The Sicilian Presence in the Literature of Australia”, che ha visto protagonista Antonio Casella, uno dei maggiori scrittori italo-australiani, molto apprezzato dal pubblico e dalla critica australiana.
Casella, originario di San Fratello (Messina) ha raccontato la sua vita da emigrante. Arrivato in Australia all’età di 15 anni, oggi è di direttore del centro della cultura italiana di Perth. È, inoltre, autore di un importante studio critico sulla diaspora culturale siciliana e soprattutto sulla produzione degli scrittori siciliani che, nel continente australiano, hanno trovato il loro equilibrio economico, sociale ed artistico.
Oltre a questi impegni istituzionali, Antonio Casella confessa il suo grande amore per la scrittura. I suoi romanzi esplorano i temi “dello spostamento e della riconciliazione nell’esperienza di emigrante”. Una buona parte dei suoi lavori è specchio del cambiamento delle relazioni tra i personaggi siciliani e la nuova realtà in cui essi vengono catapultati; l’autore vuole tracciare una mappa dell’evoluzione delle tradizioni siciliane in un contesto straniero, australiano, sottolineando “quanto sia importante rilevare la pertinenza delle esperienze passate sui dilemmi presenti”.
Questo quadro si concretizza nella visione artistica che gli autori siciliani, emigrati in Australia, hanno descritto con romanzi pieni di passione, nostalgia e rabbia. Primo fra tutti Orazio Strano, “scrittore di origini calabresi che nel romanzo “Senza Patria” denuncia la grande discriminazione a cui era soggetto quello storico 33% del popolo italiano che aveva deciso di emigrare tra gli anni ‘50 e ’60”. Lo scrittore cita anche Rosa Capiello e il suo personalissimo romanzo “Paese Fortunato” a proposito del quale Casella fa notare “la sottile ironia e l’acuta critica che la scrittrice fa alla società australiana, rea di essere eccessivamente materialista”. Lo status di emigrante, ricorda l’autore, è prima di tutto quello un uomo che vive un trauma con se stesso: “‘Io sono nato in Italia ma quella non fu più la mia terra né l’italiano la mia lingua. L’inglese divenne il mio futuro. Mi immersi nella società e negli affetti della nuova terra, ma quando sentivo le persone parlare male dell’Italia io volevo regire. Ma poi pensavo che avrei voluto essere come loro sin dal principio!”.
Nel suoi ultimi romanzi “The Sensualist” e “La letteratura della Nostalgia: il lungo viaggio” Casella connette l’universo australiano e siciliano con immagini naturalistiche di un’estate che accomuna le due terre. “I ricordi vivi della Sicilia tra sogno e realtà”. Ma egli vuole esprimere anche il rammarico della perdità di queste visioni e di come le nuove generazioni di italo-australiani si dimentichino totalmente delle proprie origini, concludendo ironicamente: “Li si stanno dimenticando come si è italiani e soprattutto siciliani. Venite voi a ricordarlo!”.
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