Caro Giulio,
hai saputo che nel 2012 a Sciacca non ci sarà il Carnevale? So che non ci credi, che stai strabuzzando sorpreso gli occhi. Eppure è così. E sai perché? La spiegazione più logica, secondo me, sarebbe che non cè granché da festeggiare né, tantomeno, da divertirsi, vista la fame che impera e che ha fatto diventare poveri quelli che un tempo riempivano senza patemi i carrelli dei supermercati e che di tanto in tanto varcavano perfino la soglia di qualche gioielleria.
Ma non è questo il motivo vero per cui tra pochi mesi non ci saranno gli ultracentenari schiamazzi carnascialeschi. Anche se cè una ragione indiretta: sì, insomma: il Comune non ha soldi da buttare. A Sciacca, daltra parte, è sin dal primo giorno della sua elezione che il sindaco Vito Bono va ripetendo: Soddi uncinnè. Che soldi non ce nè è vero, intendiamoci. Lo conferma lo stesso pericolo che al 31 dicembre il Comune non possa rispettare il patto di stabilità. Sai, le finanze pubbliche sono già fuori di tre milioni e mezzo di euro. E uno dei motivi per cui tutta la giunta è andata a Palermo a battere cassa, a chiedere unanticipazione sui prossimi trasferimenti che spettano al Comune. Trasferimenti, peraltro, già tagliati. A bilancio di previsione approvato si è dovuto correre ai ripari perché lo Stato ha dato un colpo daccetta incredibile, decurtando i trasferimenti al Comune di Sciacca di 400 mila euro. Mica solo al Comune di Sciacca, ovviamente. A tutti.
Ma qui ormai non si può fare più niente. Anche perché le spese obbligatorie non si toccano. Eppure pensa che lo scorso mese di ottobre i dipendenti comunali non hanno potuto incassare come tradizione lo stipendio il 27, giorno di San Paganino, e hanno dovuto aspettre il primo novembre. Un fatto che non era mai successo prima, e che comincia a preoccupare le centinaia di famiglie che aspettano il mensile dal Comune. Come si può pensare, in questa situazione, di organizzare una festa costosa (e poco produttiva per le casse comunali) come il Carnevale?
Per la verità, il sindaco è tentato sin dallo scorso anno di sopprimerla, la festa, proprio per mancanza di finanziamenti. Anche perché il carnevale non costa mica poco: 400 mila euro! E cè chi si domanda: Ma come, non si sono soldi nemmeno per garantire la più banale copertura di una buca in strada, e spendiamo quasi mezzo milione per una festa di 4 giorni? Tu cosa risponderesti? Io, francamente, non lo so. Anche perché penso che cè una tradizione da rispettare, lunga ben oltre i 112 anni ai quali si fa ufficialmente risalire la festa in maschera di Sciacca.
Ma qua il problema è serio. Le cosiddette maestranze sono preoccupate. Hanno ragione perché, diciamocelo francamente, per qualcuno il Carnevale è un business: sarte, cantanti, studi di registrazione, modellatori della cartapesta, decoratori, ceramisti, scrittori, attori. Di tutto di più. E nella crisi economica in cui ci ritroviamo, spendere 400 mila euro è come per me comprarmi una Ferrari non avendo nemmeno 20 euro per la benzina! Che poi con 20 euro di benzina in una Ferrari, sì e no, puoi percorrerci 2 chilometri. Però, pensa tu, cè il rischio che si perdano i 120 mila euro che la Regione eroga ogni anno al Carnevale. E se non si spendono per il Carnevale tornano a Palermo. E allora, sai cosa si stanno inventando? Un Carnevale senza carri. Che sarebbe come dire il festival di Sanremo senza canzoni.
Certo, questultima ipotesi non è che sia proprio da buttare. Ma non si può scherzare con le cose serie. I costruttori dei carri si lamentano: Stiamo buttando a mare una tradizione importantissima. Sai, il problema è che cè chi teme che se ci si fermasse per un anno poi non si ripartirebbe più.
Secondo me è un pericolo fondato. Dicono che cè una tradizione culturale da salvaguardare. Ecco, il problema è proprio questo: per la cultura soldi non ce nè mai. Ma di questo, se lo vorrai, ti parlerò la prossima settimana.
Affettuosi saluti
tuo MassimoDAntoni
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