La terza medaglia d’oro ai campionati mondiali di scherma di Lipsia arriva grazie alla squadra di sciabola femminile che, 14 anni dopo il successo di L’Avana 2013, conquista il gradino più alto del podio battendo nettamente la Corea del Sud 45-27. Il quartetto composto da Irene Vecchi, Rossella Gregorio, Loreta Gulotta e Martina Criscio è arrivata in finale dopo un percorso che ha visto le azzurre battere la Bielorussia (45-34), il Messico nei quarti (45-30) e infine la Francia, al culmine di una combattutissima semifinale (45-42). Contro le transalpine è andata in scena una grande rimonta, in cui le italiane guidate dall’allenatore Giovanni Sirovich sono state capaci di recuperare ben sette stoccate di svantaggio.
In un gruppo giovane spicca l’esperienza di Loreta Gulotta che, raggiunti i trent’anni, trova il grande acuto in un 2017 sinora ricchissimo di soddisfazioni: l’oro iridato segue infatti il successo di squadra raggiunto ai Campionati europei di Tbilisi dello scorso giugno. Un doppio trionfo che cancella l’amarezza del quarto posto della sciabola a squadre ai Giochi olimpici del 2016: «Ho detto che avrei messo tutta la grinta che avevo in corpo – ha dichiarato la Gulotta a fine gara, visibilmente emozionata -. Siamo state veramente brave».
Gulotta coglie quindi la terza medaglia siciliana in una edizione iridata che, al momento, ha visto anche il trionfo di Paolo Pizzo nella gara di spada individuale e il bronzo del fiorettista Daniele Garozzo. Un risultato che, nel caso dell’atleta di Salemi, premia una passione coltivata sin dall’età di sei anni. Gli studi in Relazioni internazionali e la grande passione per il beach volley sono altri tratti caratteristici della schermitrice, che dichiara di aver scelto la sciabola perché tra tutte è la disciplina più aggressiva, veloce ed esplosiva. L’atleta delle Fiamme Gialle, che ha cominciato la sua carriera nella Asd Mazara Scherma, è stata impeccabile nella finale contro le coreane, riuscendo sempre ad allungare il vantaggio quando è salita in pedana.
«Mi diverto soltanto quando vinco, ho dentro di me una carica incredibile per crescere ancora», aveva ribadito la Gulotta poco dopo le Olimpiadi di Rio, in cui è salita agli onori della cronaca per aver battuto agli ottavi di finale l’oro olimpico uscente Kim Ji-yeon. Una grinta che la schermitrice ha dichiarato di mutuare da Giovanna Trillini, fiorettista marchigiana che negli anni ’90 ha scritto la storia dello sport azzurro: una personalità forte, in cui l’atleta siciliana si rispecchia appieno. La Trillini, classe 1970, si è ritirata a 42 anni dopo una carriera impreziosita da quattro ori olimpici, nove allori iridati e due titoli europei: la speranza concreta è che Loreta Gulotta possa seguire il suo percorso.
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