Scenario pubblico, l’Etna in uno spettacolo di danza Arriva W, la coreografia del brasiliano Samir Calixto

Stavolta lo splendore dell’Etna non è colto dagli occhi di un autoctono, bensì da quelli di un brasiliano: il coreografo Samir Calixto, associato alla compagnia Zappalà danza fino al 2020. Uno sguardo che manifesta la potenza del vulcano che erutta ma anche la dolcezza della natura che si placa, «quando poi si stabilizza», racconta a MeridioNews. «La costruzione della coreografia risente molto di questa potenza, che si traduce in intensità di movimento». La performance è ancora in fase di realizzazione, ma il coreografo ha voluto iniziare a montarla a Catania, a Scenario pubblico, dopo avere presentato l’Etna alle sue cinque danzatrici (di diversa nazionalità), accompagnandole «ad ascoltarne i silenzi, ma anche le vibrazioni». 

Il lavoro proseguirà nei Paesi Bassi, da anni sede lavorativa principale del coreografo originario di San Paolo, legatissimo a questo vulcano che lo stregò già quando lo vide per la prima volta. «W (che è il titolo della coreografia, ndr) sta per woman – spiega – perché donna e signora sono gli appellativi attribuiti al vulcano etneo. Ma sta anche per Wagner: omaggio alla composizione Tristano e Isotta, a sua volta ispirata alla filosofia nietzschiana, anch’essa componente della coreografia». L’omaggio all’Etna ha poco a che fare con lo studio geologico: «Abbiamo realizzato una ricerca soprattutto umana, parlando con donne che hanno con l’Etna un rapporto speciale. Ad esempio, c’è chi sente il bisogno di andarci ogni settimana, chi ci ha raccontato di sentirsi al sicuro solo all’interno delle sue piccole caverne, chi vive il giorno in accordanza quotidiana con l’Etna». 

E ancora chi coltiva un rapporto più pratico o, invece, più spirituale. «W riguarda la donna, intesa non come genere ma come forza essenziale. Per questo ho voluto incontrare solo donne normali ma profonde. Il risultato sarà uno spettacolo mistico e mitico», conclude Calixto in merito al suo lavoro. «L’Etna e Catania sono una cosa sola. Se penso all’una, mi viene in mente l’altra: sono inseparabili», aggiunge. «Come San Paolo all’inizio sembra una città dura, ma dentro ha una forte energia onesta e anche resilienza, perché riesce a trasformare in bello anche ciò che non lo è».

Antonia Maria Arrabito

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