Scelto da facebook/ Totò Lentini: “Le mie spese all’Ars? Solo per attività politica. E tutte documentate”

di Totò Lentini

Dopo un quotidiano stillicidio di notizie, spesso contradditorie e fuorvianti, che riguardano il sottoscritto nella sua qualità di deputato all’Ars, voglio pubblicamente fornire qualche opportuna precisazione.

Lo faccio adesso, dopo aver letto di tutto e di più sui media, visto che di quanto mi verrebbe contestato non ho, a tutt’oggi, alcuna notizia ufficiale. Ad oggi, infatti, NON ho ricevuto alcuna informazione di garanzia e, tantomeno, sono oggetto di rinvio a giudizio per ipotesi che, lo ripeto, non ho ancora avuto modo di conoscere.

Se e quando la Magistratura, alla quale va sempre il mio doveroso rispetto, riterrà di chiamarmi avrò modo ufficiale e formale di chiarire ogni eventuale addebito, dimostrando la piena correttezza del mio operato.
Però, per rispetto verso i cittadini, verso i miei elettori e, consentitemelo, anche verso me stesso, posso qui solennemente affermare una verità: tutte le spese a me riconducibili sono sempre state effettuate per finalità politiche, connesse col mandato di parlamentare e mai, lo ripeto mai, per scopi di lucro personale.

Chi mi conosce sa bene quale dedizione quotidiana io dedichi all’incarico che ho l’onore di ricoprire, sa bene come ogni giorno io stia a contatto coi cittadini, con quelli che mi hanno votato e con quelli che non l’hanno mai fatto, con le loro piccole e grandi difficoltà. E nel farlo non mi sono risparmiato, non mi risparmio e non mi risparmierò nemmeno nel futuro, di essere presente nella mia città, nei tantissimi e lontani paesi della provincia, nelle altre province quando necessario (un deputato è chiamato a rappresentare l’intera Sicilia, anche in quei luoghi in cui non raccoglierà mai un voto…). Chissà quanti chilometri ho percorso e percorrerò, assieme ai miei collaboratori, sulla mia automobile (che, a scanso di equivoci, non è una “auto blù” ma è stata profumatamente pagata di tasca mia: allego il libretto di circolazione per chi dovesse avere qualche dubbio) e chissà quanti caffé mi sono trovato ad offrire (e non mi risulta di aver portato a rimborso un solo scontrino del genere…).

La mia segreteria rimane aperta tutto l’anno, non solo a ridosso delle campagne elettorali, ed il mio cellulare squilla in continuazione.
Nonostante la comoda indignazione di qualche falso moralista non è difficile capire come tutto questo abbia un costo. E queste spese sono state dal sottoscritto regolarmente rendicontate, come prevedono le norme interne dell’ARS: se una qualche spesa che ho sostenuto non rientrava nei parametri indicati non mi sono nemmeno sognato di provare a chiederne il rimborso, l’ho pagata io e basta.

Allo stesso modo, per l’incarico avuto dal Gruppo cui appartenevo, mi sono curato di impiegare i fondi solo per scopi attinenti all’attività politica e parlamentare, curandomi di documentare ogni spesa con fatture, buste paga, ricevute fiscali, ecc… Tutto verificabile e, soprattutto, mai impiegato per usi personali.

Raccogliendo e rispettando il sentimento diffuso fra la gente ho dato il mio voto favorevole alla legge che ha ridotto, e non di poco, il trattamento economico dei parlamentari che, tanto per ricordarlo, non è fatto solo dall’indennità (in pratica lo stipendio) ma anche proprio da quelle somme che servono a coprire le spese che ogni giorno si affrontano facendo politica: dall’affitto della segreteria al carburante per la macchina, dai contributi al partito alla bolletta del telefonino.

Quella legge non è certo la soluzione ai problemi, seri e drammatici, che vive la povera gente, ma è un giusto segnale che, tra l’altro, sarebbe corretto arrivasse adesso anche per altri oltre ai “politici”…

Tra l’altro, proprio io ho proposto di abolire totalmente i contributi pubblici ai partiti, depositando da solo un disegno di legge che sposta quelle somme verso la Social card. Io l’ho fatto e ci ho messo la firma, molti altri si sono limitati alle parole…

Quello che invece molti non sanno, e non ne faccio loro una colpa, è che per anni sono mancate (e per certi versi mancano ancora) chiare e precise indicazioni su quali spese siano ammissibili e quali no: ad esempio come potrei essere mai colpevole degli stipendi erogati al personale, visto che questi erano determinati da un contratto collettivo di lavoro? E soprattutto, quale vantaggio ne avrei mai potuto trarre io personalmente?

Come ho detto sarò felice di chiarire, se e quando chiamato, di fronte alla Magistratura ogni mia singola azione, quella sarà la sede corretta in cui rispondere.

Per intanto però, visto il rincorrersi di notizie fuorvianti (e di commenti fuorviati), mi sono sentito in dovere verso tutti, e verso me stesso, di chiarire come il sottoscritto ha utilizzato i fondi a disposizione sempre e solo per scopi e finalità connesse all’attività politica e parlamentare, MAI PER SCOPI PRIVATI E PERSONALI e la verità, ne sono certo, sarà presto riconosciuta.

Redazione

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