Si sono concluse con due denunce, la chiusura di un opificio e la certezza del malfunzionamento di un depuratore le attività d’ispezione e di indagine condotte dai carabinieri di Agrigento nell’ambito della campagna olearia 2020. I reparti specializzati dell’Arma hanno condotto particolari campagne di controlli nell’ambito di specifici settori. In particolare nei mesi che vanno da ottobre a dicembre le attività si sono concentrate sulla molitura delle olive e conseguentemente sull’annoso smaltimento delle acque di vegetazione.
A insospettire i carabinieri le acque scure giunte fino alla foce del fiume Naro. La risalita dell’asta fluviale ha condotto al punto di immissione nel corpo ricettore del depuratore di Favara, in contrada Chimento Burgialamone, sul quale i militari del centro Anticrimine Natura di Agrigento insieme al personale specializzato dell’Arpa hanno effettuato un controllo e prelevato campioni in entrata e uscita nelle 24 ore.
Gli esiti di laboratorio hanno fatto emergere forti criticità di funzionamento del depuratore con parametri che superano abbondantemente i limiti di legge, in particolare si è superato di oltre 34 volte il livello massimo per l’escherichia coli. Le cause, comunicano i carabinieri, sono «con ottima probabilità da ricondurre ad immissione in pubblica fognatura di acque di vegetazione che hanno inevitabilmente compromesso la funzionalità del depuratore stesso».
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