Scandalo esami falsi a Medicina, due arresti Laurea comprata a 2500 euro, 20 esami falsi

Dopo lo scandalo e il ritiro della laurea, arrivano le conferme anche da parte degli inquirenti che indagano sul caso degli esami falsificati all’ex facoltà di Medicina. Si allargano le indagini che adesso coinvolgono due studenti, uno laureando e uno laureato, a cui è stato ritirato il titolo. La Procura etnea ha disposto gli arresti domiciliari per Giovanbattista Luigi Caruso, 28 anni, e Giuseppe Sessa, 27, due dipendenti dell’ateneo di Catania accusati di corruzione e accesso abusivo al sistema informatico. Caruso e Sessa, rispettivamente addetto all’ufficio di segreteria e autista, avrebbero favorito due studenti di Medicina inserendo, nel sistema online di gestione delle carriere accademiche, alcune materie per le quali non avevano sostenuto le relative verifiche. Venti gli esami approvati illecitamente, 19 per uno e una sola per il secondo studente, in cambio di denaro e favori. «Si tratta di somme di poca entità, 2mila e 500 euro per il laureato e 250 per l’altro – spiega il procuratore Michelangelo Patanè – cifre che non giustificano il rischio.  Per questo le indagini continuano». Al momento non risultano implicati altri dipendenti, studenti, docenti, né altri corsi di laurea, «ma si tratta di un sistema iniziato nel 2010».

Entrambi gli allievi dovranno rispondere degli stessi capi d’imputazione previsti per i due dipendenti, ma a differenza di questi, per loro non sono stati disposti i domiciliari perché hanno riconosciuto la propria colpevolezza, oltre ad aver collaborato con gli inquirenti. «Non vogliamo fare sconti a nessuno – spiegano i magistrati – ma bisogna sapere distinguere i casi. I ragazzi sono molto giovani e hanno collaborato sin da subito seppure l’interogatorio è stato molto sofferto».

Le indagini sono partite da «alcune notizie di stampa e da un’immediata indagine interna da parte dell’Università», dice il procuratore. La vicenda ha inizio dopo la denuncia anonima di un gruppo di laureandi del policlinico etneo. Erano indignati per aver visto nella lista dei partecipanti alla sessione di laurea dello scorso ottobre il nome di un collega – figlio di un medico della provincia di Siracusa, iscritto al polo B – che non aveva sostenuto la metà degli esami necessari per il raggiungimento dell’ambito traguardo. La lettera anonima è arrivata nelle del rettore Giacomo Pignataro che ha allertato la Procura e annullato la laurea, nel frattempo conseguita dal giovane.

Per ottenere la registrazione degli esami, la prassi era consolidata. Gli studenti si sarebbero rivolti a Giuseppe Sessa, indicando la materia e fornendo il compenso pattuito, il quale avrebbe fatto da intermediario con il segretario. Questo infatti, con le proprie credenziali, accedeva al Cea, il Centro elettronico d’ateneo, per modificare le carriere accademiche. Tutto era pensato per evitare di essere scoperti, finanche il periodo in cui fare tali registrazioni, ovvero in coincidenza con le varie sessioni.

La Procura catanese sottolinea come sia risultata fondamentale la collaborazione dell’amministrazione universitaria. I vertici di Unict hanno anche avviato un procedimento disciplinare autonomo nei confronti dei due dipendenti coinvolti. Ssoddisfazione per il lavoro degli inquirenti è espressa dal rettore dell’ateneo, Giacomo Pignataro. «Gli esiti dell’indagine della Procura – dichiara – confermano quelli della verifica amministrativa interna che avevamo immediatamente svolto, subito dopo aver ricevuto una segnalazione anonima. Siamo sinceramente dispiaciuti che ciò sia potuto accadere a seguito di illeciti commessi da personale dell’Ateneo – continua -, ma al tempo stesso ribadiamo che l’università di Catania continuerà ad operare e a vigilare concretamente affinché non si ripresentino altri casi analoghi, che vanno assolutamente condannati e severamente perseguiti».

Redazione

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