Sbagliato attaccare gli operai della Forestale

E’ davvero singolare che da Milano ci si scomodi per parlare di spending review in Sicilia. Ancora più originale è che si metta sotto accusa il settore forestale. Affaritaliani.it, giornale online di Milano, potrebbe occuparsi di indagare sugli sprechi nella sanità lombarda e non solo. Potrebbe approfondire, scavare sugli sprechi nel pubblico impiego milanese e lombardo. E invece che fa? Punta il dito sui forestali siciliani. Peraltro lo fa citando numeri fuorvianti. Emergono inesattezze dal gusto speculativo. Ed a che pro? Proviamo a chiarire alcune cose.

Intanto più volte siamo intervenuti a difesa dei lavoratori forestali, perché convinti che gli sprechi albergano altrove. Intanto, i forestali in Sicilia non sono 30 mila ma poco meno di 26 mila. Se non fosse intervenuto il Governo Monti con il blocco dei pensionamenti e l’allungamento dei requisiti, il numero sarebbe sceso di almeno altre 3 mila unità.

Per comprendere correttamente la dimensione del fenomeno, che spiega il perché di un tale “esercito” come è stato più volte definito, partiamo dal presente. Se il giornalista Antonio Galdo ha potuto scrivere l’articolo osservano dalla finestra la copiosa pioggia che imperversa nel Nord Italia, questo è già sintomatico di una storica differenza. Proprio così, una diversità tra Nord e Sud.

Mentre a Milano piove da qualche giorno, in Sicilia le colonnine superano oramai da quasi un mese, i 40 gradi. E’ forse il caso di ricordare che gli incendi sono più facilmente registrabili con tale clima che sotto la pioggia. Per cui, se si confrontano i due aspetti il conto torna.

L’articolo non fa emergere correttamente i contorni e le complessità del settore. I lavoratori del comparto forestali non si occupano solamente dello spegnimento degli incendi. La Sicilia è una regione dal territorio fragile. E non solo per via del rischio terremoti. L’assetto idrogeologico e la gestione della superficie boschiva e delle aree protette è strategica per la sicurezza dell’intera comunità. Quindi l’attività di manutenzione, prevenzione e spegnimento incendi costituisce l’ossatura del settore.

E’ azzardato parlare di finti forestali. I lavoratori forestali ci sono e rischiano anche la propria vita sul posto di lavoro per domare gli incendi. Il tutto per ottenere una retribuzione media di circa 1.500 euro per soli sei mesi. La storiella poi che vedrebbe i lavoratori forestali trattati come dei privilegiati per via dell’indennità di disoccupazione, fa ridere. E’ un diritto che spetta al forestale come a qualsiasi altro lavorate che ha maturato il requisito.

Altra cosa è il sistema – tutto siciliano – che vuole il forestale eternamente precario. Che poi il lavoratore forestale per sopravvivere arrotondi con qualche lavoretto in nero, beh, è tutto da verificare. Di certo non ce la sentiamo di biasimarli. E’ stato di necessita’. Che sia indispensabile dare continuità al lavoro prezioso dell’operaio forestale, questa testata giornalistica lo sostiene da sempre. Significa dare certezza lavorativa e rendere trasparente il settore.

Diversi disegni di legge giacciono al parlamento siciliano. Di recente, il deputato all’Assemblea regionale siciliana (Ars), Vincenzo Vinciullo del Pdl, ha avanzato l’idea della stabilizzazione del personale tutto. I vantaggi sarebbero diversi e porterebbero sicuramente ad una riduzione di almeno altri 5 mila lavoratori. Anche altri parlamentari siciliani sono pronti a stabilizzare il settore forestale. Sulla vicenda il presidente della commissione Attività produttive dell’Ars, Salvino Caputo,  è più volte intervenuto.

Il parlamentare del Pdl si è dichiarato pronto ad avviare l’iter per l’approvazione di un testo legislativo. Una norma che garantisca i lavoratori e che preveda il loro utilizzo per 12 mesi l’anno. Una legge che chiarisca finalmente chi e come deve gestire la programmazione e l’attuazione delle misure a sostegno del territorio siciliano. La salvaguardia passa per la prevenzione prima che per lo spegnimento degli incendi.

Il Governo Lombardo, per tutta la legislatura, ha mostrato preoccupanti carenze di programmazione e progettualità. Se di sprechi si deve parlare, bene, allora cerchiamoli nella gestione dei progetti necessari per l’utilizzo delle risorse comunitarie. Lasciamo in pace i lavoratori forestali che si sono ritrovati ad operare nel 2012 in condizioni difficilissime per via della incapacità del Governo regionale di avviare i progetti per tempo.

Senza una attività di prevenzione il rischio incendi di moltiplica. Per cui il 2012 passerà alla storia sia per i continui anticicloni che hanno mantenuto la temperatura sopra i 40 gradi, sia per il numero degli incendi. La Sicilia brucia? Sì. Ma non per colpa dei lavoratori forestali.

 

 

Giuseppe Messina

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