Sant’Agata, il giudizio del Comitato legalità «Un potere parallelo ha dettato i tempi»

Alla fine il solito ritardo si è registrato anche quest’anno. Il busto reliquiario di Sant’Agata è rientrato in cattedrale alle 11 del mattino. Due ore prima, alle 9, iniziava la salita di San Giuliano, che è stata percorsa a passo d’uomo, senza registrare incidenti. Si concludono così i tre giorni più intensi di festeggiamenti per la patrona di Catania. Che, tuttavia, verrà nuovamente esposta al pubblico in occasione della visita del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. La sua presenza in città, secondo quanto anticipato dal sindaco Enzo Bianco, dovrebbe essere prevista tra fine febbraio e l’inizio di marzo.

E’ un giudizio misto quello che dà il Comitato per la legalità della festa alla tre giorni dedicata a Sant’Agata. C’è soddisfazione per l’ordine registrato durante la giornata del 4 e per il rispetto delle isole della legalità a piazza Cavour e, il 3 sera, in piazza Palestro. Ma c’è anche sbigottimento per come si è sviluppata ieri sera la processione per via Etnea. «Le autorità dimostrano di non essere in grado di far rispettare la legge – denuncia Renato Camarda, portavoce del Comitato – sono emerse contraddizioni e conflittualità tra le principali autorità della festa: la Chiesa e il Comune». Il riferimento è ad un episodio registrato dopo piazza Stesicoro. Bianco, nei giorni scorsi, aveva espresso la volontà che le candelore procedessero vicine al fercolo, tornando alla tradizione che veniva rispettata fino agli anni ’80. «Ed effettivamente – spiega Camarda – tra i Quattro canti e piazza Stesicoro, la processione seguiva quanto programmato: avanti le candelore, poco dopo le maniglie, cioè la fine dei cordoni, quindi il fercolo. Andava lentamente ma con i giusti tempi».

Qualcosa cambia subito dopo piazza Stesicoro. «Improvvisamente – racconta Camarda – un’auto dei vigili urbani ha fatto da battistrada alle candelore che sono passate avanti insieme a tutti i ceroni accesi. Da quel momento è cambiato tutto, i ceroni hanno determinato i tempi della processione e il conseguente ritardo nel rientro in cattedrale. Ma chi ha dato questo contrordine in evidente contraddizione con quanto disposto dal sindaco?». Un episodio non nuovo: anche l’anno scorso le candelore arrivarono in piazza Cavour alle 22 e 30, quando il fercolo non aveva ancora superato neanche villa Bellini. Ma questa volta le cose stavano andando diversamente, su indicazione di Bianco. «Siamo sbigottiti da questo potere decisionale parallelo e dalla mancanza di coordinamento tra Chiesa e Comune, di cui chiederemo conto nei prossimi giorni in una conferenza stampa», aggiungono dal Comitato.

Restano, comunque, alcune note organizzative positive. Le associazioni esprimono grande apprezzamento per il lavoro delle forze dell’ordine nella giornata del 4, mentre le isole della legalità in piazza Palestro, il 3 sera, e in piazza Cavour giorno 5, sono state rispettate. Non c’erano venditori abusivi. «Anche se – precisa Camarda – nelle vie attorno al Borgo, in via Caronda e in via Etnea soprattutto, abbiamo visto centinaia di ceri accesi e carabinieri e polizia municipale che passavano accanto senza dire niente. Abbiamo chiesto a un vigile e ci ha risposto che spettava alla task force creata per l’occasione far rispettare il divieto. Anche di questo – conclude – chiederemo conto, per far sì che la festa della nostra patrona sia sempre più caratterizzata dalla legalità».

Salvo Catalano

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